IL PUNTO del 17.08.2022 di Tommaso Maschio - Sessanta, no sessantuno, ma forse sessantadue. A questo punto arriviamo a 100 e tagliamo la testa al toro. Una provocazione forse dovuta a un colpo di sole

17.08.2022 11:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Tommaso Maschio
Tommaso Maschio
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Cento, cento, cento! (cit)

No, non siamo in una vecchia puntata di “Ok il prezzo è giusto” (che probabilmente i lettori più giovani neanche sapranno cosa sia), ma nel magico mondo del calcio italiano che da ormai anni, forse anche un decennio, dice che cento squadre professionistiche sono troppe e rischia di ritrovarsi presto, ovvero fra una settimana, con ben 102 ai nastri di partenza, che non lo sono più essendo già iniziare le due serie superiori, ma sorvoliamo su questo dettaglio. E sì perché il 25 agosto il Consiglio di Stato potrebbe riportare in Serie C sia Campobasso sia Teramo escluse inizialmente dal campionato, ma combattive nei loro diversi ricorsi, su cui non entro in merito non avendo la necessaria preparazione giuridica, fino a far slittare la stesura dei gironi e la partenza del campionato stesso. Un'anomalia tutta italiana, che certo non è un bel biglietto da visita per l'estero.

Della riforma tanto annunciata e strombazzata, che magari potrebbe mettere la parola fine a queste estati infuocate e paradossali, ovviamente ancora nessuna traccia. Come non c'è traccia della riduzione del numero di squadre o della riforma delle serie (e se ce n'è noi addetti ai lavori, ma anche semplici tifosi, ne vorremmo vedere almeno una bozza). E allora lanciamo la provocazione: facciamo una Serie C a 100 squadre, così non scontentiamo nessuno.

Cinque gironi, divisi per macroregioni, da 20 squadre l'uno. Le prime cinque più la vincitrice della Coppa Italia Serie C a giocarsi le tre promozioni dirette in gare d'andata e ritorno e poi le squadre dalla seconda alla settima più due delle migliori ottave a formare il gruppone da 32 che si giocherebbero l'ultimo posto con un tabellone tennistico che parte dai sedicesimi di finale. Ci sarebbero molte più partite, si giocherebbe senza pausa, con una stagione che seguirebbe l'altra quasi senza sosta. Ma vuoi mettere quanto sarebbero felici le tv di trasmettere partite spalmate dal mattino alla sera tarda praticamente tutti i giorni. Un'orgia di gare da far impallidire gli altri paesi, pure quell'Inghilterra dove fra Premier, FA Cup e Coppa d'Inghilterra si gioca tantissimo (forse pure troppo). Una provocazione, lo ribadisco, che non si sa mai che coi tempi che corrono qualcuno la prenda sul serio. Magari è solo un colpo di sole dovuto al Ferragosto appena passato.

Tommaso Maschio

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