Top & Flop di Novara-Renate

05.09.2022 14:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Top & Flop di Novara-Renate

Due tempi, due partite. Il calcio di settembre è già nero su bianco, non è più quello vacanziero, va bene. Eppure certi automatismi, talune sicurezze sono più da estate di San Martino che da inizio dell'anno scolastico. Per cui anche una partita può andare "a fasi", cosicchè sembra strano che il Novara del primo tempo sia, negli uomini, esattamente quello di inizio ripresa. Eppure è così: non è ora tempo di continuità, ci mancherebbe altro.

Tantopiù che il Renate in vantaggio grazie ad un colpo di testa di Marano (al 20', su cross di Colombini) era tranquillamente spiegabile con la constatazione che le pantere nerazzurre, rispetto agli avversari, avevano mantenuto nel corso dell'estate alcuni punti fermi. Per cui, in qualche modo, più avanti anche solo dal punto di vista dell'apprendimento tattico.

E invece la ripresa cambia completamente trama e protagonisti. Cevoli -a Renate lo sanno bene- non è tipo da alzare troppo la voce negli spogliatoi, ma evidentemente deve essere stato efficace: Benalouane corregge subito su calcio d'angolo, una bella triangolazione Buric-Peli-Galuppini porta in rete proprio lui, il grande ex respinto dall'esperienza altoatesina e desideroso di liberare quell'urlo, anche contro quello che è stato un recente passato che lo ha riconsegnato ad un calcio di una certa ambizione. E infine Tavernelli, ormai a tempo scaduto, a dare ancora più sostanza ai suggerimenti di uno straripante Peli. 3-1 finale, ma già il 2-1 in sorpasso aveva messo in chiaro valori che, al 3 settembre, sono comunque assolutamente provvisori. Eppure una prima considerazione già si delinea: Cevoli probabilmente non ha l'undici più attrezzato del campionato, ma dispone di un'intera rosa, molto profonda, il cui potenziale è tutto da scoprire.  

Vediamo ora coloro che, a nostro avviso, sono risultati essere i migliori e i peggiori nel match disputato sabato pomeriggio allo stadio "Silvio Piola" di Novara. 

TOP:

Rocca-Peli (Novara): il primo è una linea continua lungo tutti i novantasei minuti di gioco, il secondo "spacca la partita". Michele Rocca, centrocampista classe '96, è uno dei tanti volti nuovi di questo Novara che ha cambiato pelle ma non l'amicizia con i tre punti. Per tanti anni in orbita Sampdoria, per lui si tratta ad ogni modo di un ritorno, avendo fatto della società piemontese alcune annate nel settore giovanile. Tanta corsa, tanta precisione, meriterebbe anche il gol ma Drago è stato di altro avviso. Emblema di un centrocampo che è stato, come quasi sempre accade, la chiave tattica della partita. Una mediana più solida, più pronta a recuperare palloni. Poi il gioco va anche ampliato nelle zone esterne di campo, e qui Peli, subentrato nella ripresa, ha fatto capire come Novara possa essere per lui davvero un trampolino di ri-lancio dopo che questo classe 2000, da Como in poi, è sembrato perdere quel filo interessante fatto vedere nelle giovanili atalantine. Ventidue anni, è un ragazzo ancora assolutamente in corsa: le qualità sono evidenti, spetta alla piazza comprenderlo, coccolarlo e farlo esprimere al meglio. QUANTITA' E QUALITA' 

Drago (Renate): un plebiscito. Nel primo tempo salva, con un colpo di reni, su una svirgolata di Possenti; nella ripresa subito reattivo di piede, poi fa quel che può contro un Novara davvero aggressivo e un reparto difensivo nerazzurro via via sempre più confuso. Sull'1-1 ancora decisivo su Rocca, lì a tenere in corsa il Renate è proprio questo portiere cresciuto nelle giovanili azzurre e poi prestato qua e là, tra angoli di Piemonte e profonda Sardegna. Una bella risposta, anche caratteriale, dopo la frattura al metacarpo che lo ha estromesso da metà gennaio e per tutta la seconda parte di stagione. E' tornato giusto per le ultime gare, ma a quel punto le gerarchie erano cambiate. E' davvero il primo anno che il Renate non sceglie di puntare, per la porta, su qualche fresco di campionato Primavera. Drago è stato uno strappo ad una consuetudine non scritta. E forse, in quelle parate, in allegato c'è il senso di una scelta. Altri cenni di speranza su cui lavorare: Sgarbi entra e firma una traversa, azione che è anche la più pericolosa dell'intero reparto "esterni offensivi". Morachioli sembra darsi molto da fare nei primi venti minuti di gioco, anche probabilmente per scrollarsi di dosso una stagione interlocutoria: ora c'è questo 4-3-3 puro che sembra calzargli a pennello, mentre il 4-2-3-1 cevoliano non gli era di fatto amico. Non può più fallire: una "prima" da titolare che forse chiama una "seconda". Ma per convincere serve molto, molto di più. ALLA RICERCA DI UNA IDENTITA' : CI VUOLE TEMPO  

FLOP:

Bortolussi-Calcagni (Novara): il numero 9 è protagonista in due occasioni, curiosamente al minuto 3 di entrambi i tempi. Nella prima frazione, lanciato a rete, perde il duello con Angeli, nella ripresa è forse più merito di Drago che demerito suo. La prestazione non esaltante è forse invece in quella terra di mezzo tra questi accenni di lampo. Non sempre nel cuore dell'azione, chiede anche un penalty poco dopo la mezz'ora di gioco ma l'arbitro di Faenza non concede. Dei tre centrocampisti Calcagni è probabilmente quello meno brillante, ma la condizione fisica, all'alba del 3 settembre, è discorso che lascia il tempo che trova e dunque i verdetti inappellabili sono vietati nonché eticamente inopportuni. Un primo tempo impacciato, se parliamo di collettivo: ci sta, tra emozione dell'esordio e tante, tantissime facce nuove. Basta una ripresa, anzi un intervallo, per cominciare a parlare la lingua universale della vittoria, della gioia, di quel senso di appagamento dopo un'estate di sudore. CONTANO I TRE PUNTI, MA ANCHE IL TABELLINO RACCONTA QUALCOSA

Il centrocampo (Renate): la mediana ha perso nella ripresa quel controllo territoriale del primo tempo che era sembrato non certo marcato eppure sufficiente a congelare il tabellino. Il cartellino giallo limita forse nell'azione l'unico uomo in mezzo al campo davvero "di quantità" (Esposito) e questo è un bel problema perché Marano fa quel che può e Squizzato deve ancora entrare nei meccanismi (oltre a non essere probabilmente così funzionale ad una fase di rottura del gioco altrui). A subire la situazione diventano così ben presto i vicini di casa della difesa, con Possenti autore suo malgrado di errori non consoni alla sua esperienza. Qualcosa di più ci si aspetta anche dagli esterni: Morachioli sembrava aver avuto il giusto approccio e poi si è via via progressivamente spento, mentre Malotti paga un'estate di non-calcio, come tutti coloro che attendevano (invano) notizie da Teramo e Campobasso. A maggior ragione, anche per questo motivo: tempo al tempo. LA SCONFITTA ALL'ESORDIO NELLO SCORSO ANNO BRUCIA DI PIU'    

Francesco Moscatelli

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