Top & Flop di Novara-AlbinoLeffe

30.11.2020 19:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Top & Flop di Novara-AlbinoLeffe

Decimo minuto, Lanni para un rigore a Manconi. Forse è questo il segno di un tabellino che non vuole cambiare, per uno 0-0 finale che replica, almeno nel punteggio, il playoff dello scorso giugno. Allora a sorridere era il Novara che, pur non convincendo del tutto, passò il turno ai danni di un AlbinoLeffe più propositivo. Oggi il sapore di questo pareggio ad occhiali è nettamente diverso: un sapore pieno per l'AlbinoLeffe che torna a inaugurare una nuova striscia positiva pur presentando una distinta con più righe bianche che nomi, un sapore che sa di sciroppo ri-costituente per il Novara di Marcolini impegnato nella laboriosa fase post-terremoto di Ognissanti. Uno 0-0 che potrebbe essere visto - e lo sarebbe se i bar sotto San Gaudenzio fossero aperti lunedì mattina - come una mezza sconfitta per i piemontesi: i problemi sono sul tavolo, ma non mancano, ad essere sinceri, alcuni elementi da sviluppare per un dicembre che chiama la risalita. Uno 0-0 che è visto, laddove Bergamo lascia spazio alla pianura, come una vittoria. Le attese sulla carta di inizio settembre, come ancora una volta volevasi dimostrare, contano ormai poco e nulla. Conta l'oggi. E con l'oggi bisogna (ri)fare i conti e contestualizzare tutto.

Ecco coloro che, a nostro avviso, sono risultati essere i migliori e i peggiori nel match disputato ieri pomeriggio allo Stadio "Silvio Piola".

TOP:

Lanni (Novara): non è certo opportuno, in questa sede, snocciolare il curriculum di uno dei migliori portieri della categoria. Che poi, la sua categoria sarebbe ancora la B perché l'abbondante lustro trascorso ad Ascoli ha consegnato alla Terza serie un guardiapali davvero capace di cambiare le partite come sarebbe prerogativa di un attaccante. Grande sicurezza per l'estremo difensore di Alatri, lungo tutte le fasi del match. E che quel rigore non si dica che è un errore di Manconi: quel rigore, al decimo del primo tempo, è un rigore ben parato da Lanni. E' un'altra cosa, un'altra prospettiva. Tiro potente, angolato e a mezza altezza: sarebbe sempre gol se non ci fossero alcuni portieri che viaggiano oltre la media, oltre il prevedibile. Per una squadra già messa a dura prova da un ambiente la cui irrequietudine è smussata solo dalla pandemia, andare in svantaggio dopo dieci minuti avrebbe voluto dire andare al tappeto e forse non riuscire ad alzarsi più. Lanni si butta a destra, il Novara tiene, in un qualche modo, la dritta. QUEI GIOCATORI CHE LA C DEVE COCCOLARE

Gli esterni-una grande tenuta atletica e caratteriale (AlbinoLeffe): pochi, ma in stato di grazia. Petrungaro si conferma come autore di un cambio di mentalità rispetto alla scorsa stagione (ecco, i due cartellini contro il Como imputiamoli, con un po' di contabilità "creativa", alla scorsa stagione); Gușu sta correndo in queste settimane come mai ha corso in vita sua: nemmeno a prenderlo a calci in faccia lo estrometti dai giochi; Galeandro è il piacevole jolly di questa fase di non risorse umane, firmando un diagonale pericoloso e una discreta pressione contro la difesa locale; Manconi non si è perso d'animo dopo un rigore più sfortunato che disgraziato, producendo parte delle fiammate viste al "Porta Elisa". E' davvero un AlbinoLeffe pronto ad affrontare ogni criticità, endemica o proveniente dagli avversari. Ora serve solo un po' di fortuna e il lavoro dello staff medico: i tachimetri di più di qualcuno indicano un chilometraggio elevato, due o tre fattivi reintegri (oggi si è rivisto, seppur simbolicamente, Ravasio) darebbero una grande mano ad un gruppo che deve ancora conoscere i suoi limiti reali. TANTO, NEL POCO

FLOP:

Cagnano-Panico-i calci piazzati e una manovra lenta (Novara): al rientro dopo due turni di stop, il canturino combina una frittata e mezza. Prima alza troppo la gamba atterrando un Gusu involato in area a doppia velocità; nella ripresa si segnala suo malgrado per un retropassaggio rischioso che per poco non mette in difficoltà Lanni. Meglio in fase di spinta, ma ingranare dopo tre settimane di bordocampo non è semplice. Non bene nemmeno Panico, fumoso sull'esterno (anche se promotore di una bella discesa sulla sinistra non colta dai compagni) e non sempre continuo. Ma, al di là dei singoli, i problemi piemontesi sono più generalizzati. Manovra ancora troppo elaborata, lenta e spesso per vie centrali che mal si prestano ad aprire una difesa compatta come quella di Zaffaroni, mentre anche dai calci piazzati offensivi si sono osservate scelte non del tutto centrate, anzi a volte cervellotiche. Da questi aspetti si evince un Novara ancora convalescente, inutile illudersi che il cambio di allenatore possa stravolgere gli equilibri in poche settimane, anche perché questo gruppo -va ricordato- aveva inaugurato il mese con la dolorosa gestione di tre schiaffi ad opera della Pro Sesto: 1° novembre 2020, non sei mesi fa. Servirà tempo, e non è detto che si arrivi a nuovi, convincenti equilibri: in questo le esigenze di una piazza severa e, per certi aspetti, intransigente, forse non aiutano a far maturare il corso degli eventi con i dovuti step. Per ora sarebbe saggio partire dagli aspetti positivi: il tentativo di "fare la partita", una porta inviolata, una (nuova) sconfitta questa volta evitata. TIMIDA REAZIONE ?

Un flop retroattivo (AlbinoLeffe): mercoledì è ancora vivo. Quegli ultimi venti minuti di gioco sono ancora da riscattare, quando ci saranno tempi migliori. Perché prendere quattro reti in una manciata di minuti fa sempre male e lascia sempre un po' di amaro. E' un FLOP retroattivo. E ieri ? Ieri no. Ai minimi termini in fatto di singoli, la "Celeste" ha firmato un tabellino che forse ai più dirà poco, ma che, per intensità fisica e mentale, è pregno di una maturità nient'affatto scontata. Cori, Tomaselli, Trovato, Gelli, Gabbianelli, Nichetti - solo per citare dei plausibili titolari oggi di nuovo assenti sulla distinta. A Novara i giocatori di movimento nella distinta erano cinque: dopo questi, tra i tesserati sani ci sarebbero l'addetto stampa e qualche magazziniere. E allora l'auspicio è quello di recuperare, fin dalla gara di Olbia, alcune pedine, perché le prestazioni di cuore come quella messa in campo al "Piola" non possono finire sempre con il lieto fine. Una prestazione di cuore ma anche di gamba: al netto di una situazione difficile in casa Novara, è una "Celeste" che ha dimostrato di avere fiato anche sul finale di gara, con Petrungaro, Galeandro, Gusu e lo stesso Manconi (encomiabile il suo lavoro per tenere alta la squadra nella ripresa) ancora in grado di spingere alle prime luci della sera. E allora diciamo così: quella piccola ferita di Lucca, frutto di un gesto autolesionista (una "sciocchezza" - verrebbe elegantemente definita di questi tempi) è già cicatrice. ONTA GIA' LAVATA

Francesco Moscatelli

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