“Vorrei giocare ancora a calcio”: Novara realizza il sogno della giovane ucraina Galina

La quattordicenne accolta nella squadra femminile della società di Ferranti dopo l’appello su La Stampa
10.05.2022 11:30 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: lastampa.it
Galina Budeuchuk
Galina Budeuchuk
© foto di lastampa.it

Quando Galina aveva scoperto che a Novara esiste una squadra di calcio femminile, di colpo le si erano illuminati gli occhi: «Posso giocare anch’io ?». 

L’appello era stato girato al club azzurro, che lo ha raccolto al volo: la ragazza ucraina di 14 anni ha iniziato ad allenarsi allo stadio Piola con le nuove compagne. «Mi manca casa, però sono molto felice perché ho ripreso a trascorrere del tempo facendo ciò che amo di più - dice -. Ringrazio la società e il gruppo che mi hanno offerto questa opportunità».

Galina Budeuchuk è una dei 2.829 profughi ospiti nel Novarese, la provincia del Piemonte che ha accolto il maggior numero di persone in fuga dalla guerra. La giovane è originaria di Ivano-Farnkivs’k, nella parte occidentale del Paese. Allo scoppio del conflitto era scappata in pullman assieme alla sorella maggiore per raggiungere dopo un viaggio di 40 ore la zia, che vive in città ormai da diversi anni. Il 26 marzo la famiglia si era presentata assieme ad altre decine di connazionali alla redazione de La Stampa per ricevere uno dei contributi da 500 euro in contanti destinati dalla fondazione «Specchio dei tempi» agli ucraini sul territorio. L’incontro era stato anche l’occasione per realizzare un servizio sui sogni dei giovani appena arrivati e sul loro percorso di inserimento nella nuova comunità. Galina aveva spiegato di essersi iscritta alla terza media dell’istituto Achille Boroli. «Mi manca tanto il calcio - aveva risposto a una domanda sulle passioni che avrebbe voluto tornare a coltivare a Novara -. A casa giocavo con le amiche».

Allora le era stato accennato il fatto che il Novara Fc, la società fondata la scorsa estate da Massimo Ferranti e capace otto giorni fa di conquistare la promozione aritmetica dalla Serie D alla C a livello maschile, avesse allestito anche un gruppo di calciatrici. «Davvero ? Mi piacerebbe tanto entrare a farne parte» era sta la sua reazione sorpresa. La palla era passata subito a Federica Oberoffer, direttore operativo del settore giovanile e femminile, e al responsabile Massimo Venturini. I due dirigenti sono riusciti a contattarla tramite la scuola e la zia per proporle di fare un salto al campo.

«Era entusiasta» sorride Oberoffer. Galina ha ricevuto maglia azzurra, pantaloncini e altro materiale tecnico. «Dal primo allenamento - spiega il direttore operativo - non ne ha ancora saltato uno. Il gruppo l’ha accolta subito come una nuova amica, ed è ciò che conta di più. Abbiamo 35 ragazze con una forbice di età molto ampia. Parte di loro, in maggioranza le più grandi, venivano convocate per le partite del campionato di Eccellenza appena concluso. Però l’attività settimanale era naturalmente aperta a tutte e proseguirà questo mese. Lei non parla inglese e per forza di cose fa ancora fatica con l’italiano, ma lo sport è un linguaggio universale». Peraltro Galina vive vicino al Piola, all’allenamento va in bici. «Ma se ha bisogno le compagne si offrono di passarla a prenderle o accompagnarla - racconta Oberoffer -. Si è creato un bel legame in poco tempo. Siamo contenti di avere realizzato questa iniziativa nata per caso, un’esperienza formativa per l’intero gruppo».

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