IL PUNTO del 30.01.2023 di Ivan Cardia - Arriva anche il terzo candidato: elezioni in Lega Pro, in ballo c'è il futuro del calcio italiano. Lo strano finale di mercato: tra Roma e Milano servirà il dono dell'ubiquità

31.01.2023 15:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Ivan Cardia
Ivan Cardia

Un candidato c'è. Come aveva ampiamente anticipato, comprese le parole nell'intervista rilasciata su queste colonne, Marcel Vulpis ha ufficialmente depositato la propria candidatura, affiancato da Zicchieri e De Nigro. Gli altri arrivano presto e per l'attuale vicepresidente vicario saranno belle scalate. A una decina di giorni dalle elezioni in Lega Pro, si va definendo il quadro. Il primo sfidante, ormai certificato anche dai tanti incontri con i club - il più recente con il drappello delle società pugliesi - sarà Matteo Marani, che le cronache raccontano aver sciolto ogni riserva, forte anche del carisma di Zola e delle competenze di Bedin. Ma, soprattutto, dell'appoggio del presidente federale Gravina. Ne abbiamo già scritto, a scanso di equivoci ci torneremo.

Il terzo candidato è in arrivo, tra lunedì e martedì. A meno di colpi di scena che in questa corsa al vertice non mancheranno di certo, anche dopo il deposito di tutte le candidature. A esprimerlo, sarà sostanzialmente la politica. Cioè, l'area in qualche modo riconducibile all'attuale ministro dello Sport, Andrea Abodi, e al senatore di Forza Italia, nonché presidente della Lazio, Claudio Lotito. Nel primo caso, l'asse con Gravina pare venuto meno su un nome - quello di Marani appunto - giudicato troppo "di sinistra" da chi deve comunque rispondere a un governo fortemente orientato in direzione opposta e contraria. Nel secondo caso, soltanto gli ingenui (e confessiamo di esserci cascati anche noi all'inizio) potevano credere che l'uomo più potente del calcio italiano trascurasse una poltrona così centrale. L'identikit è sostanzialmente tracciato: cognome di peso e, come già detto, maggior affinità con l'attuale maggioranza parlamentare. In più, non verrà dal mondo del calcio, come del resto accaduto di recente in Lega Serie A con Lorenzo Casini.

Il favorito ? Non ci lanciamo in pronostici. Tanto più che, se le candidature saranno tutte e tre presentate, nulla vieterà accordi a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale. È sempre successo, qualche volta anche con qualche coltellata alle spalle in progresso di tempo, non vediamo perché non possa accadere adesso. Di sicuro, ogni candidato può avere le sue buone ragioni per sperarci. Prima di entrarci, precisiamo di non entrare nelle qualità personali, sulle quali non ci si permette in questa sede di argomentare. Vulpis, ripetiamo a dieci giorni dalle elezioni, è l'unico ad aver presentato un programma - che per la verità non ha entusiasmato tutti i club - ma soprattutto può spendere la continuità nella rottura, o viceversa, con il mandato di Ghirelli, che prima di incaponirsi sulla riforma (a torto o a ragione) nessuno si sarebbe mai sognato di mettere in discussione. Marani, se si candiderà, ha la moral suasion della FIGC: con il controllo (più o meno) sull'assemblea, Gravina può promettere ai club che lo voteranno di avere una qualche voce in capitolo nella tanto agognata riforma. Mr X, se si candiderà, ha dalla sua l'ancor più suadente forza dell'esecutivo e poi Lotito, che con il "salvacalcio" ha ottenuto ulteriore popolarità tra i presidenti del nostro pallone, a tutti i livelli.

Colpisce, semmai, che su tre nessuno sia un dirigente calcistico in senso stretto. Considerato pure che i programmi avranno un ruolo del tutto marginale e le due candidature in arrivo piovono dall'alto un po' per caso, non certo per passione di lunga data, si può dire che le elezioni in Lega Pro sono diventate ufficialmente una corsa al potere. Era prevedibile che accadesse, curioso che chi il pallone lo mastica da anni in via diretta se ne tenga bellamente alla larga. È una fotografia, a suo modo, dello stato di salute del calcio italiano. Che da queste elezioni sarà in qualche modo deciso, comunque andranno a finire: se vincerà Vulpis, sarà un messaggio di autonomia. Se vincerà Gravina, non avrà più ostacoli per arrivare davvero alla riforma di cui parla da tanto. Se vincerà Lotito, la strada sarà spianata per le prossime elezioni federali. Le finanze dissestate delle società - argomento trattato dall'unico programma fin qui disponibile ai club: non lo diciamo per partigianeria, è un dato di fatto - sono un drammatico dato sullo sfondo di cui non tutti si curano.

A proposito di soldi, quanto costa fare andata e ritorno Milano-Roma tre o quattro volte al giorno ? È quello a cui si dovrebbe sottoporre un dirigente che volesse partecipare a entrambe le chiusure del calciomercato invernale: servirà il dono dell'ubiquità, per seguire i lavori sia della classica sede milanese (Adise-Aiacs) sia della novità romana (Adicosp-Iafa). Non è una critica all'ultima arrivata: aver pensato qualcosa di nuovo è un gran merito dell'Adicosp, mentre la storica associazione dei direttori sportivi resta troppo legata ai retaggi del passato e alla ondivaga tutela dei propri assistiti. Organizzare entrambe le chiusure a Milano, però, avrebbe consentito a tutti gli operatori di partecipare a entrambe. Quanto all'opposizione tra associazioni, la storia dei guelfi e dei ghibellini è quella d'Italia. Sarebbe carino, questo sì, se piuttosto di preoccuparsi delle organizzazioni della "concorrenza", ci si preoccupasse di quello che succede in giro. Società in mano ai procuratori, responsabili dell'area tecnica come se piovesse, tanto per dirne due.

Ivan Cardia

-