IL PUNTO del 06.11.2023 di Marcel Vulpis - Il punto nave sul progetto tv della Lega Pro dopo le prime 12 giornate di campionato

Già Vicepresidente Vicario di Lega Pro, oggi tornato a scrivere di economia e politica dello sport
06.11.2023 10:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Marcel Vulpis
Marcel Vulpis
© foto di tuttoc.com

Dopo 12 giornate di campionato è tempo di fare un primo “punto nave” sul progetto televisivo messo in campo dalla nuova governance di Lega, il tutto formalizzato ad inizio stagione con il passaggio per certi versi storico da Eleven Sports (poi confluita in Dazn) a Sky.

Ma vorrei partire da Catania-Avellino trasmessa in diretta su Rai2 la scorsa domenica 29 ottobre (alle ore 16). Mi ha colpito che Sky abbia accettato di fare questo “regalo” (visto che era comunque visibile, a pagamento, sul loro bouquet) alla tv di Stato, ma nell’etere, da tempo, si vedono tante cose che non sempre rispondono al comune buon senso (ricordo che RAI, da molti anni, infatti accetta la promozione degli spot di Sky sulle proprie reti). 
Brava la RAI a strappare il top match di quel turno, un po' meno Sky ad accettare questo “strappo”. Ma al netto di tutto questo, la RAI ha fatto la RAI e si è portata a casa la gara più interessante, almeno per blasone (non certamente per classifica) guadagnandoci in share/audience e anche a livello pubblicitario. 

La Lega Pro, invece, per ragioni di pura visibilità/immagine del brand (seppure assolutamente importanti) non ha fatto quello scatto di coraggio e di nuova narrazione tv promesse all'inizio del nuovo mandato. Ma andiamo per gradi. Intanto il gruppo di lavoro dei commentatori tv messi in campo da Sky sono nettamente inferiori (come numero) rispetto a quelli di Eleven Sports (nel precedente campionato). Secondo: prima c’era una tv interamente dedicata al prodotto (con tanto di database di 60/70 mila utenti andati purtroppo persi), oggi quel prodotto è in un bouquet del broadcaster di Rogoredo insieme a tanti altri diritti sportivi. Ma ripeto in caso contrario la Lega Pro sarebbe finita su DAZN dove c'è l'intera Serie A.

Brava, in questo caso, Sky a riempire, con oltre 1.140 partite, la propria offerta complessiva (ma ricordiamo che Sky non nasce per prendere la Serie C, semmai, la Serie A, di cui ormai, da anni, ha solo 3 match). Terzo: dai 40-50 commentatori a marchio Eleven (tutti sempre inviati sui campi di gioco) siamo scesi forse a  20/25 e l’80% di questo nuovo nucleo proviene dal gruppo ex Eleven Sports. 

Ma c’è una cosa che stride più di tutte: ad oggi tutte le partite che vanno su Sky vengono fatte “via tubo”. Tradotto in italiano: vengono commentate dai giornalisti nei box di Cologno (presso una sede di una società terza) o presso Rogoredo (Sky), ma non sui campi dove si vive l'azione di gioco in presa diretta. 

Precedentemente, nella gestione Ghirelli (coadiuvato dal sottoscritto), c’era invece un piano editoriale condiviso, dove era la Lega, seppure con non poche difficoltà, che decideva molte delle strategie, perché la cura del prodotto spetta da sempre alla Lega non al broadcaster (SKY), che, infatti, oggi è molto più attento a fare i cosiddetti “Meet & Greet” (letteralmente "incontrarsi e salutarsi") nelle piazze dei 60 club, che a commentare sui campi. Durante questi incontri sul territorio c’è un generico momento di fan engagement con i beniamini locali, ma l’obiettivo primario è provare a fare abbonamenti per coprire quota parte dei costi di acquisizione dei diritti della Serie C. Quindi è un tema commerciale/marketing non certamente contenutistico. 
Non vedo proprio questa rivoluzione copernicana nella “narrazione”. Se tutto è fatto nel silenzio del box, a diversi km di distanza dal campo, qual è concretamente la narrazione emozionale o la passione da far vivere al tifoso seduto in poltrona come il suo stesso commentatore ? Noi avevano creato, per ogni turno, il “Match of the Week” con commentatore tv dallo stadio e bordocampisti, che, prima, durante e dopo, raccontavano la partita on site. 

Ultima annotazione su Catania-Avellino (fermo restando che anche nel passato c'è sempre stata forte attenzione ai top club e alla sfide dirette, ma anche qui è mancato "coraggio"). Sono infatti due club di altissimo livello, come anni fa lo erano Palermo e Bari, e difficilmente, resteranno per molti anni in Lega Pro. Ma certamente non saranno mai l’essenza del prodotto calcistico della Serie C, che, invece, deve spingere e promuovere i "giovani talenti". 

Nel campionato in corso avrei fatto vedere, in RAI, il "miracolo" Torres (fino a pochi anni fa in D), il boom del Mantova o il ritorno della Juve Stabia, e, invece, si è andato sul match sicuro (Catania-Avellino), che non è l’essenza della Serie C. 

Bisogna promuovere chi fa il calcio migliore, in un determinato momento, e/o chi sta dimostrando di avere amalgamato un bel gruppo di giovani “corsari” capaci di superare anche "corazzate" (sulla carta) come Avellino, Catania, Padova, Vicenza, ecc.
Penso ad esempio al Gubbio dell’ultimo campionato (sapientemente costruito dal DG Giuseppe Pannacci), dove era bellissimo ammirare le reti di Alessandro Arena, giovane talento di Marina di Ragusa, poi ceduto, non a caso, quest’estate, al Pisa nel 2023/24. Questo deve fare la Lega non il contrario. 

Mi dispiace, ma al termine di quasi 1/3 del campionato, non vedo in questo progetto l’ampio respiro di cui si parlò lo scorso 9 febbraio. Per adesso il giudizio non è positivo e in molti settori dell’attuale Lega, aleggia ancora quello spirito innovatore di Francesco Ghirelli, con cui lanciammo, ad esempio, proprio l’idea del “Match of The Week” (un momento tv, tra l’altro, in cui davamo spazio anche ai dirigenti nel pre e post gara, non solo ai calciatori). Tutto questo, purtroppo, è già svanito dopo appena 12 giornate di campionato. 

Ci auguriamo però che ci possa essere un cambiamento nelle restanti 26 e che l'attenzione di alcuni club non sia solo al ritorno pubblicitario collegato sicuramente alla visione dei match su SKY.

-

Marcel Vulpis

-