IL PUNTO del 02.06.2023 di Luca Bargellini - Catastrofe a Brescia ! Dopo 41 anni è di nuovo retrocessione in Serie C. Cellino, il caos in panchina e le ipotesi di mercato che rivoluzioneranno la nostra estate

02.06.2023 09:30 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Luca Bargellini
Luca Bargellini

Quando il 10 agosto 2017 Massimo Cellino divenne il proprietario del Brescia dall'allora patron Marco Bonometti il suo obiettivo era chiaro: riproporre, almeno in parte, in terra lombarda quanto ottenuto a Cagliari nei 22 anni della sua gestione.

ERANO SOGNI, SONO DIVENTATI INCUBI

Certo, immaginare di raggiungere una semifinale europea e due di Coppa Italia, oltre a 17 partecipazioni al campionato di Serie A nel calcio di oggi così come accaduto in Sardegna a cavallo degli anni 2000 è sicuramente più complesso, ma le ambizioni erano chiare.

Quasi sei anni dopo quel passaggio di mano, il Brescia anziché trovarsi a conquistarsi la ribalta della Serie A è costretto a confrontarsi con un altra prospettiva: la retrocessione in Serie C.

Neanche lo spareggio contro il Cosenza è servito alle Rondinelle ad evitare di scivolare in terza serie a 41 anni dall'ultima volta. Per dare l'idea di quanto tempo sia passato l'Italia di Enzo Bearzot non si era ancora laureata campione del Mondo in Spagna.

E oggi come allora probabilmente questo fallimento porterà alla fine di un'era. Nel 1982 toccò a Franco Baribbi risollevare le sorti del club dopo la gestione di Mario Cervati. Adesso chissà. Cellino in ogni caso è giunto al suo capolinea a Brescia. E nel peggiore dei modi.

TUTTO NASCE DAL CAOS IN PANCHINA

Clotet, Aglietti, di nuovo Clotet, Possanzini e, infine, Gastaldello. È stata questa la cronistoria della panchina del Brescia, ovvero la culla ove si è sviluppata la debacle della società di Massimo Cellino (assieme ai problemi giudiziari di quest'ultimo che hanno tolto molta della serenità necessaria).

Il paradosso vero di tutta questa situazione è che l'avvio del campionato con Pep Clotet in panchina era stato tutt'altro che negativo, con 5 vittorie nelle prime sei giornate. Poi, però, dal 6-2 incassato in quel di Bari qualcosa si è evidentemente rotto, tanto che nei successivi sei mesi di vittorie, a prescindere dal tecnico ne è arrivata una sola, con 10 pareggi e 13 sconfitte.

Il Clotet-bis è stato, infatti, un palese tentativo figlio più per il malcontento per le due settimane della gestione Aglietti che per reale convinzione. Possanzini, invece, è stato l'azzardo figlio di una situazione chiaramente disperata.

Daniele Gastaldello, invece, è riuscito, grazie anche ad una maggiore conoscenza dell'universo della prima squadra bresciana, a cambiare, almeno parzialmente, rotta. Tanto che nelle sue 13 gare da primo allenatore sono arrivati undici risultati utili a riprova che il materiale tecnico per fare una stagione differente c'era.

LA RIVOLUZIONE DEL MERCATO

Analizzati i motivi primari di questa catastrofe sportiva, adesso occorre guardare anche al futuro. Al mercato. È difficile, infatti immaginare che molti dei giocatori oggi in rosa decidano di rimanere.

Andrea Cistana, Florian Ayé, Andrea Papetti, Massimo Bertangoli, Alexander Jallow, Tom van de Looi, Emanuele Ndoj sono solo alcuni dei nomi destinati ad animare le settimane estive circa il loro futuro.

Un loro addio depaupererebbe la rosa delle Rondinelle di gran parte del tasso qualitativo attualmente in essere, ma le cifre in entrata dalla cessione dei rispettivi cartellini permetterebbe, d'altro canto, alla società d'investire in maniera importante nella costruzione di un roster adeguato alla Serie C.

Tutti sotto esame, tutti cedibili. Probabilmente tranne uno. Il capitano. Il rapporto fra Dimitri Bisoli e Brescia esula dal mero legame calcistico. E chissà che il centrocampista non decida di essere il centro di gravità permanente del nuovo corso che dovrà avere come unico obiettivo il ritorno della città e della sua squadra nei palcoscenici più importanti.

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