Rassegna stampa - LA STAMPA: "Pavanati non risponde al gip e per la difesa “l’arresto è ingiustificato”"

L’ex presidente del vecchio Novara calcio da giovedì è in carcere a Monza
02.08.2022 12:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: lastampa.it
Leonardo Pavanati
Leonardo Pavanati

Si è avvalso della facoltà di non rispondere, all’interrogatorio di garanzia in carcere a Monza, Leonardo Pavanati, l’imprenditore immobiliare domiciliato nel Comasco arrestato giovedì scorso dal nucleo della Finanza di Novara nell’ambito dell’inchiesta della procura sulla gestione del vecchio Novara Calcio. Dovrebbe comparire invece davanti al gip, probabilmente domani, il socio Marco Bonanno, ai domiciliari nella sua abitazione di Napoli.

Il «silenzio» di Pavanati è stato più che altro una scelta processuale: «Non abbiamo ancora visto gli atti di indagine - fa presente il suo legale, l’avvocato Massimo Bissi - e quindi preferiamo fornire delle risposte quando avremo studiato le contestazioni. Possiamo solo dire che questo provvedimento per noi è ingiustificato e quindi nei prossimi giorni presenteremo istanza di revoca al tribunale del Riesame».

Respinge gli addebiti su tutta la linea il socio Bonanno, che pare intenzionato a fornire una propria versione per ribadire l’estraneità ai fatti: «Non abbiamo commesso alcuna delle condotte contenute nel capo di imputazione - sottolinea l’avvocato Francesco Paone, che lo difende assieme al collega Giorgio Pace -. Il mio assistito non era nemmeno il legale rappresentante del Novara Calcio: mi chiedo coma abbia potuto gestire delle illecite compensazioni. E lo stesso vale per le distrazioni patrimoniali».

I provvedimenti firmati giovedì mattina dal gip Andrea Guerrerio, su richiesta del pm Nicola Serianni, sembrano delineare le prime responsabilità dei dirigenti azzurri dello scorso anno. Con Pavanati e Bonanno, fra l’altro, risultano indagati anche l’ex presidente Massimo De Salvo e il vecchio proprietario Maurizio Rullo. Se quest’ultimo è uscito poi completamente di scena, De Salvo ha mantenuto sempre il 20 per cento della società. I reati ipotizzati riguardano le indebite compensazioni e una serie di violazioni della legge fallimentare e della normativa fiscale, con presunte distrazioni di denaro per un ammontare di circa 1,5 milioni di euro. E si parla anche di falso in bilancio per il periodo precedente mentre all’orizzonte c’è anche la possibilità che venga contestata la bancarotta, ma solo dopo il fallimento chiesto sia dalla Procura che da alcuni creditori: l’udienza davanti al tribunale civile è fissata per il 20 settembre.

Documenti sequestrati

Nel frattempo la Guardia di finanza sta analizzando i documenti sequestrati il 14 luglio fra le abitazioni degli indagati, Novarello a Granozzo, le cliniche della famiglia De Salvo a Novara e Monza. Ed è stata anche affidata a un commercialista una consulenza tecnica per ricostruire il presunto giro illecito di denaro. 

Marco Benvenuti

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