Massimo Ferranti: “Il mio Novara, tutta un’altra storia”

01.08.2022 14:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: lastampa.it
Massimo Ferranti (al centro)
Massimo Ferranti (al centro)
© foto di lastampa.it

Proteggere l’immagine del nuovo Novara. La notizia degli arresti di due figure di spicco del vecchio club, cioè il proprietario Leonardo Pavanati e il suo socio Marco Bonanno, rischia di confondere le idee non troppo lontano da qui. I due fermati erano vertici del Novara calcio, tutt’altra storia rispetto alla società fondata la scorsa estate dall’ingegnere Massimo Ferranti: da queste parti lo si dà per scontato, ma appena fuori conviene un ripasso. Non è una banalità: tra un mese il Novara fc inizierà la sua avventura in Serie C girando gli stadi di tutto il Nord, dove è un attimo mescolare passato e presente se non si è prestata attenzione alla cronaca.

«Viviamo nell’epoca della superficialità - riflette Ferranti - e purtroppo si fa presto a mischiare le cose quando non si conoscono. Io non ho mai commentato le vicende del club precedente, né intendo farlo ora. Però sono d’accordo che occorrerà insistere sulla trasparenza e la chiarezza di informazioni per evitare spiacevoli equivoci. Noi non abbiamo niente a che fare con il passato».

In questo senso una mossa concreta è stata già presa. Il Novara di Ferranti ha deciso che non trasferirà la sua sede operativa dagli uffici di baluardo Partigiani a Novarello.

«Confermo» dice il presidente. Una scelta dettata da ragioni di opportunità e immagine dopo che in un paio di locali del complesso di Granozzo - peraltro non quelli appena affittati al club - sono stati posti i sigilli. Al Villaggio azzurro si svolgeranno invece gli allenamenti. Sullo sfondo c’è anche la questione del marchio storico. In caso di fallimento del Novara calcio, la società di Ferranti può avviare le pratiche per recuperare la vecchia denominazione e il logo. Numerosi sono gli esempi recenti di club che hanno intrapreso questa strada, pur con obiettivi e sviluppi diversi. Tra gli ultimi casi, un paio di anni fa è stato protagonista il Como: il vecchio marchio con lo stemma della città lombarda venne acquistato all’asta per 8 mila euro dall’attuale proprietà indonesiana, che però ha preferito non sfoggiarlo più sulle maglie.

«Riprendere, se ne avremo la possibilità, nome e simbolo precedente è un’eventualità su cui chiederei un parere ai tifosi - anticipa Ferranti -. A me l’idea non entusiasma. Credo che l’importante sia vedere la città protagonista e rappresentata in pieno, sia nel nome che nei colori (l’attuale logo è stato disegnato da Alberto Piccolini, ndr). Novara lo è senza dubbio. Allo stesso tempo noi siamo artefici di un progetto nuovo. E lo diciamo chiaro».

Filippo Massara

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