Brescia, Caracciolo a tutto campo «Io e Corvia? Vedrete»

Senza alibi, ma anche senza peli sulla lingua. Dopo la battaglia persa con l'Ascoli e a poche ore dalla sfida da vincere con il Livorno, Andrea Caracciolo racconta una settimana di critiche interne e esterne. E di autocritica. L'ira di Corioni, la «mini crisi» evocata da Maifredi, la risposta meno diplomatica del solito di Calori e le parole, affidate a Internet, della moglie di Stovini. Segnali di malessere? «Quante domande! Andiamo con ordine. Ci assumiamo le nostre responsabilità - la difesa del centravanti del Brescia -. Sappiamo di avere fatto una figuraccia e ci spiace ma, per quanto brutta possa essere stata la sconfitta, era da parecchio che non arrivava. Speriamo sia stata semplicemente una giornata-no. Ma non ci sono giustificazioni».
In questi giorni, oltre che dello stop di lunedì sera, si è parlato anche dello sfogo via Twitter della moglie di Stovini: «Non è stato bello, non doveva succedere. Lorenzo ha chiesto scusa a tutti. Ci ha detto che è stato solo uno sfogo della moglie. Tutte le mogli difendono il marito e per ogni moglie il marito è il numero uno o almeno dovrebbe essere così. Indubbiamente è stato sbagliato il modo, ma questo è un problema di casa Stovini che andrà risolto fra marito e moglie. Importante che Lorenzo ci abbia chiesto subito scusa e ci abbia spiegato di non avercela con nessuno di noi. Scuse che sono state accettate». Intanto i tifosi mugugnano: «In giro non c'è preoccupazione, ma rabbia. Abbiamo dimostrato di essere in grado di fare un buon calcio, soprattutto con le grandi. Dopo avere perso due punti con la Reggina, ad Ascoli ci si presentava l'opportunità di riscatto. L'abbiamo mancata e la rabbia della gente è comprensibile. Ma il Brescia, che fino alla Reggina era una buona squadra, non è diventata di colpo scarsa. E Calori, che era l'allenatore più bravo della serie B, di colpo non è diventato scarso. Dobbiamo fare il salto di qualità e di mentalità per lottare per i play-off. Abbiamo già dimostrato di potercela giocare».
Felipe è sceso in campo sotto di due reti e per la prima volta dopo sei mesi di inattività: a molti è parso un segno di resa anche da parte dell'allenatore: «Calori è convinto che sia quel tipo di giocatore che può risolvere una partita - la spiegazione di Caracciolo -. Magari ora è bruttino da vedere, ma è un fenomeno. Mai visto un giocatore bravo come lui e così tecnico. Ad Ascoli è rimasto intrappolato dal nostro comportando in campo».
Altro rebus del Brescia: Caracciolo-Corvia è una coppia possibile, difficile o impossibile? «Mi aspettavo questa domanda - la premessa -. È vero, le migliori prestazioni sono arrivate quando in campo c'era uno solo di noi due. Ma Corvia è forte e anch'io credo di esserlo. Mi pare di avere segnato qualche gol, soprattutto a Brescia. Stessi parlando come giocatore di un'altra squadra dove sono stato, non direi le stesse cose. Che si fa? Una squadra può contare su due giocatori come Caracciolo e Corvia e non li si fa giocare insieme? Ma se miglioriamo come squadra, restando più corti come vuole Calori, e se io e Corvia riceveremo più rifornimenti, come coppia verremo fuori alla grande. Io insisterei».
Una pausa: «Ma perchè questa intervista? Nessuno la leggerà. Non deve finire il mondo? Magari lo sapremo dal Tg». Tornando alle critiche presidenziali e alla «mini crisi» evocata da Maifredi nel dopo-Ascoli, si iniziano a udire i primi, o non primi, scricchiolii fra Corioni e Calori? «Non è successo niente. Calori continua a fare il suo mestiere e il presidente fa il presidente come ha sempre fatto. Magari un po' più di equilibrio non guasterebbe. Maifredi? Voleva solo farci arrabbiare per cavarci fuori qualcosa di più».