Federico Carraro & co, le stelline frenate dal sistema calcio italiano

09.07.2014 13:50 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: violanews.com
Federico Carraro
Federico Carraro
© foto di Giacomo Morini

La Gazzetta dello Sport fa uno spaccato del calcio italiano e delle difficoltà palesata negli ultimi anni a coltivarsi talenti. Vi proponiamo alcuni passaggi dell’articolo in cui si cita tra gli esempi anche Federico Carraro, ex “stellina” della Primavera viola, classe ’92, di cui la Fiorentina ha lasciato l’intero cartellino al Pavia, squadra di Lega Pro.

"Tanti bravi giovani restano fuori dal giro, le nostre squadre sono piene di stranieri: alcuni bravi ma altri no. E poi in Lega Pro generazioni di giocatori sono state spazzate via. Un ‘91 bravo, per esempio, non gioca: vogliono il ‘94 o il ‘95 per i contributi». Con un sistema che comprenda le squadre di sviluppo, insomma, magari uno come Paonessa sarebbe sbocciato: «Se fosse esistito un Bologna B, forse sarebbe andata meglio. Sono sempre stato nelle loro giovanili e in tutte le nazionali da capitano fin quando avevo 19 anni, ho rifiutato Manchester United e Arsenal perché dicevano che sarei stato un punto fermo del futuro. A essere sbattuto a destra e a sinistra per l’Italia dopo un po’ ti stufi, perdi motivazioni. Non riguarda solo me, ma tanti altri ragazzi». (…) Paonessa l’ha frenato la sfortuna: Mihajlovic lo voleva titolare, il giorno dopo si ruppe un crociato. Capita.

Ma nel nostro calcio sono tante le promesse che faticano a trovare sbocco. Magari non perse, ma di sicuro rallentate nell’evoluzione ad alto livello. Esempi: chi si ricorda di Camilleri ? Il Chelsea andò a prenderlo quindicenne a Reggio Calabria, è tornato rimbalzando tra Juve, Salò, Cagliari e Barletta, ora di anni ne ha 22 e cerca posto in B. O di Daud ? Nel 2009 dominava il Viareggio con la Juve insieme a Immobile, è all’Honved in Ungheria. La Fiorentina aveva Carraro, ‘92, che al Mondiale U.17 nel 2009 era titolare davanti a El Shaarawy: viene da un buon anno a Pavia. Tuia a 15 anni giocava già titolare con la Primavera della Lazio: «Un predestinato», si diceva, «il nuovo Nesta». Viene da un’ottima stagione alla Salernitana in Lega Pro, unica categoria dove si è cimentato una volta lasciato le giovanili: dopo i rientri dal prestito di Monza, Foligno e Salerno non ha mai avuto una chance tra i grandi. «È già pronto per la A», diceva Bruno Conti nel 2008 di Brosco: ci arriverà, probabilmente, ma fin qui a 23 anni ha disputato 5 buone stagioni di B. Con meccanismi e strutture diverse magari non sarebbe successo.