Volley femminile - Tutto fermo in Italia fino al 1° marzo, Serie A1 in ginocchio, rischio accorciamento dei playoff
La pallavolo in Italia è ferma. Almeno fino a domenica 1° marzo. L’allarme coronavirus è ormai divampato nel Nord del Paese con 4 morti e oltre 200 contagi, la Federvolley ha dunque deciso di sospendere tutta l’attività e questo condizionerà inevitabilmente i campionati di riferimento.
La Serie A1 femminile è letteralmente in ginocchio: ieri non si sono giocate cinque partite (Novara-Caserta, Busto Arsizio-Bergamo, Chieri-Filottrano, Brescia-Perugia, Conegliano-Cuneo), saltano completamente anche la 21ma giornata (infrasettimanale di mercoledì 26 febbraio) e la 22ma giornata (weekend del 29 febbraio – 1° marzo).
Quando si recupereranno tutti questi incontri ? La situazione è estremamente complicata perché il calendario è fittissimo.
Novara, Conegliano, Scandicci non possono giocare negli infrasettimanali del 3-5 e 10-12 marzo perché impegnate nei quarti di finale della Champions League e la conclusione della regular season è prevista per sabato 28 marzo. Materialmente sembra non esserci il tempo per concludere la stagione regolare entro la fine del mese di marzo.
Quali soluzioni ci sarebbero ? Mauro Fabris, Presidente della Lega Volley Femminile, ha anticipato quanto detto durante il CdA in un’intervista rilasciata alla Provincia di Cremona:
“Mi sembra scontata l’ipotesi di un campionato che terminerà con una formula diversa rispetto a quella originariamente prevista. Per quanto riguarda la A1 le ipotesi, ancora tutte da vagliare con le società, possono essere quelle o di una cristalizzazione della classifica o dell’eliminazione di alcuni turni playoff“.
Fare saltare gli ottavi di finale riservati alle squadre piazzate tra quinto e dodicesimo posto potrebbe essere una soluzione, passando così al tradizionale tabellone riservato alle migliori 8 della classifica: si potrebbero recuperare dei giorni utili per recuperare i turni cancellati.
Cristalizzare la classifica non appare sportivamente corretto ma è chiaro che in queste circostanze si fa di necessità virtù.
Stefano Villa
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