IL PUNTO del 15.01.2024 di Marcel Vulpis - Idea SuperLega: rischi potenziali per tutte le massime serie nazionali. E per il resto del plotone ?

15.01.2024 10:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
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Marcel Vulpis
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Idea SuperLega: rischi potenziali per tutte le massime serie nazionali. E per il resto del plotone?

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Nelle settimane scorse ha tenuto banco, per molti giorni, il dibattito sugli effetti della sentenza della Corte Europea, che, di fatto, “apre” (nel futuro) alla possibilità che altri organismi (privati), diversi da Uefa e Fifa, possano organizzare nuovi format calcistici (al di fuori del perimetro dei due organismi di governo del calcio internazionale). La società spagnola “A22 Sports Management” (con sede a Madrid) ha subito parlato di sentenza rivoluzionaria, di fronte alla conferma di un vero e proprio “monopolio” da parte dei suddetti organi. Ma l’aspetto più interessante è quello che riguarda il futuro, in caso di nascita della cosiddetta SuperLega, perchè se ciò dovesse avvenire (anche se soprattutto l’Uefa continua ad opporsi con grande forza al progetto) anche il valore dei campionati nazionali ne uscirebbe inevitabilmente ridimensionato. 

Ora, ripeto, Uefa/FIFA e anche alcune importanti leghe (vedi LaLiga e la Lega Serie A) continuano a mostrarsi “tranquille” rispetto alle reali possibilità che ciò si concretizzi a breve, ma A22 Sports Management ha parlato di investimenti minimi, su base stagionale, pari a 5 miliardi di euro. Un “tesoretto” che potrebbe interessare più di un top club europeo, portandolo, nel tempo, anche a rinunciare a iscriversi al campionato nazionale di riferimento. E se questo fenomeno dovesse allargarsi sarebbe poi difficile, per chi oggi detta le regole, continuare a tenere una posizione rigida al riguardo. Tra l’altro, poi, ancora non sono scesi in campo i fondi sovrani nazionali arabi, che potrebbero concretamente dare il colpo di grazia e far pendere la bilancia (definitivamente) a supporto del progetto faraonico della SuperLega. 

Ma la domanda che al momento non si è posto alcun giornalista (ma la cosa non mi stupisce ad essere sincero) è anche un’altra: fatta salvo, in caso di partenza del progetto, l’idea di una inevitabile diminuzione del valore della massima serie (in Italia la Serie A), quale sarebbe, nel concreto, il peso, il ruolo o la mission futura (nella filiera del calcio nazionale) ad esempio di una “cadetteria” e soprattutto di una Lega Pro (con un campionato a 60 squadre). 

La bravura di una governance non è attendere che arrivi l’eventuale tsunami, ma prevedere uno scenario (futuro) in vista di un cambiamento radicale, perché se arriviamo a parlare (potenzialmente) di una Serie A “depauperata”, in cosa potrebbe trasformarsi la Serie C italiana (il campionato professionistico al mondo con il maggior numero di club), dopo, appunto, la nascita della SuperLega? Oggi è il momento di iniziare il dibattito, perchè una volta partito il tiutto, di risorse sul terreno, credetemi, ne resteranno molto poche (soprattutto per chi è rimasto fuori da questo ricco business). A livelli più alti poi forse è arrivato il tempo di rimettere mani al Decreto Melandri e al sistema della mutualità.

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