La cronaca e i commenti del tifoso alla partita di sabato 05.05 (NOVARA-PESCARA)

06.05.2018 09:00 di  Sergio Guerzoni   vedi letture
La cronaca e i commenti del tifoso alla partita di sabato 05.05 (NOVARA-PESCARA)
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Commovente cerimonia nel pre-partita di Novara Pescara: alla presenza del Sindaco e di Paolino Morganti, in rappresentanza della Società, la vedova del compianto Beppe Vaccarone scopre la targa che battezza la tribuna stampa a nome del collega recentemente scomparso.

Come spesso accaduto in questa stagione gli azzurri scendono in campo determinati come mai, passano meritatamente in vantaggio, non sfruttano le occasioni per l’allungo e chiudono il primo tempo avanti con il minimo scarto. Alla ripresa dopo l’intervallo le due squadre sono completamente trasformate: il Novara sembra essere rimasto negli spogliatoi, mentre gli abruzzesi, sensibilmente alla corda nella prima frazione, operano la trasformazione opposta. Pareggiano in apertura e controllano per il resto della gara, rallentando il gioco e affidandosi alle ripartenze che, in almeno due occasioni, potrebbero essere letali.
Sicuramente il punto preso al Piola serve molto di più agli ospiti, che allungano portandosi cinque punti sopra la zona play-aut; per gli azzurri, in attesa del posticipo di Cesena, impegnato domani con il Parma, il piccolo passo avanti li mantiene al limite della zona rossa.
Diventano sette le partite senza vittoria: l’ultima proprio contro il Cesena che, in virtù anche del pareggio nell’andata, resta dietro nella classifica avulsa.
A causa delle tre gare in otto giorni, Domenico Di Carlo ripercorre la strada del turn over, lasciando a riposo Puscas, Orlandi, Golubovic e Calderoni. Lo starting eleven è composto dai seguenti uomini: Montipò; Dickmann, Troest, Del Fabro, Chiosa; Moscati, Sciaudone, Casarini, Di Mariano; Maniero, Sansone. Lo schema di gioco è il classico 4-4-2.
Giuseppe Pillon, terzo allenatore a sedersi quest’anno sulla panchina dei Delfini, si affida al 4-3-3. Fra i pali c’è Fiorillo; Fiamozzi, Gravillon, Perrotta e l’ex Crescenzi compongono la linea arretrata; Machin e Valzania agiscono da interni, mentre la costruzione del gioco è affidata al talentuoso Brugman; Pettinari è la punta centrale, mentre nel ruolo di esterni ci sono Mancuso e Capone.
L’arbitro dell’incontro è il forlivese Marco Piccinini.

Subito avanti il Novara, che guadagna un calcio d’angolo per merito di Sansone al 2°, che costringe al recupero in scivolata Gravillon. Dalla bandierina Moscati si affida ad uno schema, toccando rasoterra e arretrato per Di Mariano: conclusione al volo, alta.
Cambio di fronte offensivo un minuto dopo e Capone calcia dal limite debole e impreciso.
Sansone contende palla a Gravillon al limite, vince il contrasto, entra in area e batte Fiorillo, ma è tutto inutile: il signor Piccinini concede fallo in attacco (8°).
Al 9° Sansone si incarica della battuta di un piazzato concesso per fallo di Gravillon su Maniero: la sfera esce di pochissimo alla sinistra del portiere.
Casarini prova il tiro dalla distanza, ma Machin fa scudo deviando in angolo. Dalla parte sinistra è Sansone ad andare alla battuta e adotta lo stesso schema del precedente, servendo Casarini, il cui destro di infrange su Crescenzi (11°).
Valzania riceve in area da Pettinari partito in posizione di sospetto fuorigioco, non rilevato dal guardalinee, e cerca la porta, ma Casarini lo anticipa mettendo in corner (14°).
Ci prova Machin dalla distanza al 16° e ancora Casarini legge bene l’intenzione deviando il tiro, con Montipò che si tuffa ed evita anche il calcio d’angolo.
Al 22° grande girata al volo di Sansone sul calcio d’angolo battuto da Moscati: anche in questo caso la palla lambisce il palo e si perde sul fondo.
Il primo cartellino giallo lo prende Perrotta, per fallo su Moscati al 24°.
Ancora un grande lavoro di Sansone al 27°: semina il panico in area avversaria, guadagna il fondo e serve con un tocco all’indietro Sciaudone, che si divora la rete del vantaggio allargando troppo la mira da ottima posizione.
Dopo un tentativo di pallonetto troppo alto di Di Mariano al 28°, servito al limite da Casarini, arriva il vantaggio. Il merito è ancora di Sansone che sfugge a Perrotta sovrastandolo in velocità e centrando basso da sinistra: dopo una respinta di Fiorillo la palla arriva a Moscati all’altezza del dischetto che la butta dentro di prima intenzione. E’ il 31°.
Sansone è veramente imprendibile e Perrotta è costretto all’intervento duro per fermare il fantasista azzurro al 40°. Il fallo sarebbe da ammonizione, ma l’arbitro non se la sente, perché sarebbe il secondo giallo e conseguente espulsione. Ci pensa Pillon: lo richiama precauzionalmente in panchina sostituendolo con Coda.
Un tiro inutile da distanza siderale di Di Mariano al 44°, prelude all’esposizione del tempo di recupero: saranno tre minuti, durante i quali ancora un’occasione per il Novara con Sansone, che questa volta ci prova in prima persona. Fiorillo deve distendersi alla sua sinistra per togliere la palla dall’angolino. Sugli sviluppi dell’azione Dickmann controlla male, servendo inavvertitamente Capone ed è costretto al fallo per impedirgli la ripartenza in campo aperto: questa volta il giallo arriva ed è per Dickmann.
Il doppio fischio del signor Piccinini manda le squadre negli spogliatoi.

L’impressione alla ripresa del gioco è che gli abruzzesi non ci stiano a perdere e partono subito alzando il loro baricentro, mentre il Novara arretra pericolosamente.
Al 2° minuto una mischia in area azzurra è risolta provvidenzialmente da Chiosa che riesce a mettere oltre la linea di fondo anticipando in spaccata Pettinari. Nell’occasione prende una botta che costringe l’ingresso in campo dello staff medico, ma il difensore fa segno che può continuare.
L’avvisaglia del pericolo si materializza nel pareggio al 7°. Valzania scambia con Pettinari che chiude il triangolo, lanciandolo in area: la difesa resta inspiegabilmente ferma, concedendo tutto il concedibile. Per l’interno ospite è un gioco da ragazzi colpire indisturbato verso la porta, con la palla che entra in rete dopo aver colpito il palo.
Passano appena due minuti e Montipò compie un miracolo, deviando sul palo, che questa volta è amico del portiere, la conclusione ravvicinata di Pettinari, trovato in area da Capone.
Gli uomini di Pillon, consapevoli del risultato a loro positivo, cominciano ad abbassare i ritmi, mentre gli azzurri cominciano a farsi prendere dal panico e riescono a costruire ben poco.
Sansone, sicuramente il migliore in campo, tenta la fuga in posizione centrale al 22°, Coda lo stende inesorabilmente e viene ammonito. Nel frangente Di Carlo manda in campo Puscas per Maniero, in una sorta di staffetta al contrario rispetto al recente passato.
Al 24° tocca a Troest finire sul taccuino dell’arbitro per un fallo su Valzania.
Un cambio per parte nel giro di cinque minuti: al 28° Baez rileva Capone nelle file pescaresi, mentre al 33° Ronaldo prende il posto di Sciaudone.
Dopo una conclusione alta di Ronaldo da oltre trenta metri al 37°, Di Carlo gioca la sua ultima carta: Sansone, visibilmente affaticato, viene sostituito da Lukanovic .
Ronaldo subisce fallo da Brugman poco oltre la linea di centrocampo. Lo stesso Ronaldo calcia verso l’area dove Del Fabro colpisce di testa, ma dal basso verso l’alto, alzando la traiettoria ben oltre la traversa.
Al 42° viene allontanato dalla panchina il massaggiatore De Mani, probabilmente per proteste, dopo che Baez calcia la palla in tribuna ritardando la rimessa laterale in favore degli azzurri. Anche in questo caso nessuna sanzione per il pescarese.
Al 44° una ripartenza veloce di Mancuso, favorita da un fallo di Pettinari su Chiosa non rilevato dall’arbitro, si conclude con un diagonale che esce di pochissimo dopo una lunga cavalcata dell’esterno d’attacco ed è l’ultimo brivido di una partita dai due volti diametralmente opposti. Pillon ne approfitta per l’ultimo cambio: esce Pettinari, entra Bunino.
I quattro minuti di recupero trascorrono con un goffo tentativo di rovesciata volante da parte di Di Mariano, un fallo di Baez su Lukanovic non sanzionato e con gli ospiti che tengono alto il raggio d’azione usufruendo di due calci d’angolo consecutivi, fortunatamente senza esito.

Una vittoria avrebbe messo una seria ipoteca sulla salvezza, anche se non per la matematica. L’ostica materia per molti studenti prolunga invece l’agonia: nulla è ancora perduto, ma ci sarà da soffrire fino all’ultimo minuto dell’ultima partita. D’altronde si sapeva che si sarebbe dovuto lottare fino alla fine, rimpiangendo l’infinità di punti lasciati per strada per demeriti o, in molti altri casi, per errori arbitrali (anche oggi qualcosa ci sarebbe da recriminare, nell’uno e nell’altro senso!).
Testa bassa per gli ultimi due appuntamenti: a Perugia, con gli umbri quasi certi di disputare i play-off e, dulcis in fundo, l’ennesimo scontro diretto, l’ultimo, contro l’Entella.
Non serve fare calcoli, serve bensì affrontare le ultime gare con quella rabbia che spesso è mancata, come nel secondo tempo di oggi. Regalateci quest’ultima soddisfazione: FORZA NOVARA !!!