De Salvo: "ll Novara è parte della mia vita ... "

08.01.2018 09:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: novaracalcio.com
Massimo De Salvo
Massimo De Salvo
© foto di foto novaracalcio.com

Dall’importanza di un calcio sostenibile alla valorizzazione dei giovani, passando per il calciomercato, la classifica e l’attaccamento al club: questa mattina sulle colonne de ‘La Stampa’ l’intervista esclusiva al nostro Presidente, Massimo De Salvo: di seguito le sue dichiarazioni.

- Se lo chiedono in molti: dopo 11 anni di gestione, oggi il Novara cosa rappresenta per Massimo De Salvo ? Per il presidente è arrivato il momento di fare un punto della sua passione azzurra. Con quale esito ?

«Lo stesso del primo giorno e di ieri. Il Novara è parte della mia vita, una realtà per cui ho lavorato sodo e con cui c’ è ancora molto da fare. Bisognava creare un progetto che desse continuità al club: lo abbiamo fatto e sono stati raccolti i primi frutti. Non tutti ancora».

- Parte della tifoseria percepiva un certo distacco. Smentisce ?

«Assolutamente sì. Se qualche volta sono mancato allo stadio, non significa che ho perso l’ entusiasmo. Non credo ai poteri magici dei presidenti, per cui basta esserci e la squadra vince. Gli impegni all’ estero mi impediscono di seguire al Piola tutte le partite, ma posso contare su validi dirigenti. Quindi non è cambiato nulla e mi spiace che ogni tanto venga messo in dubbio».

- La città le chiede impegno ed entusiasmo. Lei cosa chiede ?

«Non ho mai fatto appelli, non mi piacciono. Ovvio, sarebbe bello rivedere lo stadio pieno per creare un ambiente positivo e dare più forza alla squadra. Però capisco che nella vita non ci sia solo il calcio. Non ho mai fatto troppo caso ai numeri delle presenze, ma alla qualità del tifo. C’ è uno zoccolo duro che ha a cuore il Novara e questo mi basta. Poi contano i risultati: le vittorie in casa genero un trasporto diverso e favoriscono partecipazione. La squadra deve esserne consapevole».

- Come immagina il Novara del futuro ?

«Per pensare di tornare grandi, serve il giusto mix tra giovani di talento ed esperti con leadership e motivazione. E’ un progetto a lungo termine: i ragazzi di prospettiva crescono e permettono di abbassare il monte ingaggi, così che si possa investire su qualche certezza senior della categoria. Sarebbe bello partire a mille, ma serve pazienza».

- Altri club non badano a spese: che ne pensa ?

«Che ognuno ha la sua filosofia. Chi è retrocesso può permettersi investimenti per noi fuori portata e anche chi sale dalla C, se ha contenuto i costi l’ anno precedente, può farlo. Non è solo una questione di volontà della presidenza, anzi: ci sono vincoli di sistema, ad esempio sul salary cap, che fissano limiti di spesa. Noi siamo per continuità e per la sostenibilità».

- A quanto il pareggio di bilancio ?

«Contiamo di arrivarci nel 2019. Sarebbe un risultato grandioso».

- Si possono combinare i risultati economici e di campo ?

«E’ il nostro obiettivo. In questi anni ci siamo riusciti e giocare il quarto campionato consecutivo in B sarebbe l’ ulteriore prova».

- La sua permanenza al Novara dipende dalla salvezza ?

«Ma no, non scherziamo. Non è che me ne vado se si retrocede. Però la B è la nostra dimensione e dobbiamo lottare con tutte le forze per restarci».

- Capitolo allenatore: perché Corini è ancora l’ uomo giusto ?

«Perché è molto bravo. Non significa che all’ andata sia filato tutto liscio: lui e il suo staff possono fare di più, devono capire che la B non è la A e che la concretezza conta più della ricerca del bel gioco. Siamo convinti che abbiano capacità per portare i risultati sperati con la risposta di qualche calciatore che finora non è andato forte. La rosa è di buona qualità».

- Cosa manca ?

«Un po’ di esperienza, mentalità e carattere. I giovani hanno fatto bene, mentre qualche volta abbiamo pagato un pizzico di paura e di tensione eccessiva. Serve più fame e penso che tre o quattro rinforzi possano essere un obiettivo ragionevole sul mercato».