Dalla sala stampa dopo NOVARA-PESCARA (05.05)

07.05.2018 09:00 di  Sergio Guerzoni   vedi letture
Dalla sala stampa dopo NOVARA-PESCARA (05.05)
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Clima di rassegnazione in sala stampa per l’ennesima vittoria sfumata. Ci pensa il Presidente Massimo De Salvo a cercare qualche risvolto positivo, pur senza lesinare qualche velata critica.

“Buonissima gara nel primo tempo dove avremmo potuto andare al riposo con uno scarto maggiore: per colpa nostra e, per colpa di “altri”, avremmo potuto avere un uomo in più. Pillon ha dimostrato furbizia ed esperienza nel togliere subito Perrotta appena successo il fatto, sancendo indirettamente che l’espulsione fosse giusta. Nel secondo tempo siamo entrati in campo più spaventati come al solito e il goal preso per due errori non banali ci ha portato a vedere i fantasmi, come capitato in molte altre occasioni. Abbiamo tenuto la partita, ma non abbiamo più creato altre occasioni, anche per aver speso tanto prima. Le tre partite ravvicinate pesano soprattutto a chi deve fare la partita, com’è avvenuto nel primo tempo.
Avessimo trovato altre due reti, nella fattispecie le due occasioni di Sansone e Sciaudone, probabilmente avremmo gestito la partita in un altro modo. Poi non dimentichiamoci del Pescara che, aldilà della sua posizione in classifica, è una squadra di qualità, con ottimi palleggiatori e nel secondo tempo ha saputo gestire meglio il pallone rispetto a noi, favoriti anche dal fatto che il pareggio serviva più a loro.
Come dico da tre partite a questa parte, anche per come vanno gli altri, è fare punti, anche quando non si riesce a vincere. Se fossimo riusciti durante il cammino a portare a casa almeno tre pareggi senza cercare di volerle vincere a tutti costi, oggi avremmo tre/quattro punti in più senza fare cose straordinarie e la situazione sarebbe notevolmente diversa. Il calcio è fatto soprattutto di equilibrio e, in modo particolare in Serie B, si deve sempre cercare di fare punti, a maggior ragione nelle stagioni nelle quali non lotti per vincere alcunché, ma ti devi solo salvare. Che si debba soffrire fino all’ultimo credo che ormai lo abbiamo capito qualche partita fa, così come ad essere in molti nella stessa situazione. Questa è una stagione nella quale bisogna soffrire fino all’ultimo secondo. So che non fa piacere a nessuno, ma questo è: non abbiamo tante alternative, mi sembra di poter dire.
Sono completamente d’accordo con le scelte dell’allenatore, sia di assetto che di uomini, con un centrocampo fisico che ci garantiva copertura, con i due esterni di qualità e con caratteristiche diverse, tant’è che nel primo tempo le scelte siano state azzeccate. I cambi sono stati quasi obbligati per trovare più energie: Sansone, che aveva fatto benissimo, era in difficoltà per la stanchezza; l’entrata di Puscas è stata fatta per avere maggior profondità; ha provato con Ronaldo per gestire il possesso in mezzo al campo, dove stavamo andando in difficoltà con i giocatori muscolari e di corsa che avevano speso molto e avevano difficoltà a far ripartire la squadra. Tutte scelte logiche e sensate.
Andiamo a giocarci una partita difficile a Perugia, contro un avversario forte, sapendo che gara andremo a giocarci, in attesa dell’ultima importantissima sfida, contro un avversario che arriverà altrettanto deciso per riuscire a salvarsi. Mi fa piacere vedere che tutti si stiano giocando le proprie chances, sia per gli obbiettivi in alto che in basso, per cui confidiamo sia così fino alla fine, cercando da parte nostra di fare il nostro.
L’aspetto positivo è che abbiamo a disposizione la rosa al completo, senza la falcidia degli infortuni patita nell’ultima retrocessione. Dobbiamo mantenere compattezza, crederci tutti e mantenere alto il livello mentale: non basta, ma è il preambolo giusto per raggiungere l’obbiettivo salvezza, senza dimenticare quali siano le nostre difficoltà. Ce ne sono, sennò non saremmo lì!
Mi ha sorpreso anche l’atteggiamento del pubblico, dalla parte della squadra fino alla fine. E vi assicuro che un atteggiamento positivo, festoso, incoraggiante, aiuta i ragazzi in campo, il clima generale e anche chi dirige la partita. Forse il numero degli spettatori è sempre troppo scarso, ma speriamo arrivi numeroso per l’ultima sfida determinante.”

E’ il turno di Mister Di Carlo: difende le sue scelte, ma soprattutto i giocatori più criticati, sottolineando l’importanza del lavoro oscuro svolto da alcuni di essi.

“Vorrei partire dal primo tempo, con l’innesto come annunciato di tre/quattro giocatori, tutti bravi: finire uno a zero è l’unico rammarico. Per le occasioni create e per quanto espresso meritavamo almeno il doppio vantaggio. Tutti hanno fatto una prestazione di una squadra che si deve salvare, ma con tanta qualità. Sansone e Maniero hanno lavorato molto bene, mettendo in difficoltà la difesa avversaria, facendoli ammonire, tirando in porta almeno cinque/sei volte. Nel secondo tempo succede che entri in campo e per i primi dieci minuti non aggredisci più e dai campo agli altri. Questo è l’atteggiamento che dobbiamo cambiare: togliere dalla testa questa negatività. Dopo aver preso goal in passato queste partite le abbiamo perse, invece oggi devo dire che i ragazzi sono stati in partita lottando fino all’ultimo e portando a casa un punto. Non c’è stato, rispetto al passato, il harakiri che ci ha fatto prendere ripartenze su ripartenze e perdere le partite. Quello che è mancato nella ripresa è la pericolosità dimostrata nel primo tempo e le occasioni per provare a vincerla. E’ calata l’intensità a livello fisico, ma, ripeto, siamo stati dentro la partita.
Guardiamo comunque al bilancio complessivo: loro al primo tiro in porta hanno segnato; noi nel primo tempo abbiamo tirato almeno sei volte senza riuscire a chiudere la partita. Pensare di mantenere un ritmo così forsennato per novantacinque minuti è impensabile. E’ chiaro che nel secondo tempo dovevamo essere bravi a ripartire subito e non aspettare gli avversari. Se lo fai, prima o poi il goal lo prendi, e infatti è successo. Nel primo tempo meritavamo di vincere, nel secondo tempo meritavamo di pareggiare. Lasciare esprimere una squadra dall’ottimo livello tecnico come il Pescara ci è costato molto.
Mi rendo conto che tutti si aspettano da Maniero tre goal a partita, ma oggi ha lavorato molto per la squadra, rendendosi molto utile. Le differenze di caratteristiche rispetto a Puscas sono notevoli: quest’ultimo è un finalizzatore, mentre Maniero lavora più per la squadra. Sansone l’ho sostituito perché aveva speso molto, era affaticato e ho messo un’altra punta più fresca, nella speranza che in occasione di un cross trovasse una giocata in collaborazione con Puscas. Non è avvenuto, ma non è colpa di Lukanovic e nemmeno degli altri, quanto di come si è messa la partita.
Devo fare un applauso ai nostri tifosi che ci hanno incitato fino all’ultimo. Questo è molto positivo, sapendo che abbiamo due partite nelle quali ci giochiamo la nostra salvezza. Manteniamo i nervi saldi, affrontando sempre le partite come nel primo tempo di oggi e, se necessario, non dobbiamo vergognarci di buttare la palla in tribuna, se serve a portare a casa il risultato.”

Il più soddisfatto per il punto preso è sicuramente Giuseppe Pillon: un altro piccolo passo verso la salvezza.

“L’approccio alla gara non è stato dei migliori da parte nostra, ma il Novara è sceso in campo più vigoroso, più determinato e lo abbiamo sofferto: inutile negare l’evidenza. Nella seconda parte si è visto il Pescara che io conosco, sul piano del gioco, della determinazione, sulla voglia di riprendere la partita e poi di cercare a vincerla. Questo è quello che dobbiamo fare, non cincischiare troppo come nel primo tempo, giocando in punta di piedi e perdendo molte palle in uscita che ci sono costate care. Per ciò che riguarda la sostituzione di Perrotta volevo aspettare la fine del tempo, ma l’ho visto in difficoltà e avevo paura potesse arrivare la seconda ammonizione, così ho anticipato.
Adesso i miei pensieri sono rivolti alla prossima partita con l’Ascoli e mi limito a quella, perché non faccio mai calcoli e penso ad una partita alla volta.”

P.S. A proposito di restare in partita fino al novantacinquesimo: chi condivideva i punti in classifica con gli azzurri, il Cesena, è riuscito a pareggiare lo svantaggio iniziale subito con il Parma (che con la vittoria sarebbe stato secondo in classifica) e di ribaltare il risultato proprio al 95° in inferiorità numerica per l’espulsione di Kupisz, nel posticipo di domenica. Adesso il Novara è solo soletto al sestultimo posto, a un punto dai play-aut e due dalla retrocessione diretta. Un brivido freddo mi corre nella schiena…….!!!!