Scopriamo la Primavera - Nicolò Carrara

24.01.2018 13:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: novaracalcio.com
Nicolò Carrara
Nicolò Carrara
© foto di novaracalcio.com

Determinazione. Questa è la prima caratteristica che traspare quando incominci a parlare con Nicolò Carrara. Classe 1999, la sua zona di competenza è da sempre la fascia sinistra, posizione che non ha quasi mai abbandonato da quando ha iniziato la carriera.

“Ho mosso i primi passi nel calcio intorno ai 5 anni, quando entrai nella scuola calcio in Accademia Inter – racconta Nicolò – . Arrivato alla categoria Giovanissimi, passai al Pavia e un anno più tardi all’Alcione. Infine eccomi arrivare a Novara dove ho giocato negli Allievi Regionali, negli Allievi Nazionali e ora sono al secondo anno in Primavera”.

- Come giudichi la tua esperienza in azzurro ?

“Qui sono contento. A Novara si è seguiti molto bene, c’è un centro sportivo enorme e si lavora con personale molto qualificato. C’è l’opportunità di migliorare e raggiungere l’obbiettivo che ogni ragazzo si prefigge, ossia quello di far diventare il calcio il nostro lavoro. Trasformando così un sogno in una professione”.

- In questi 4 anni in Piemonte, c’è stato un momento maggiormente significativo per te ?

“Negli Allievi Nazionali di mister Terni, sino alla seconda parte del ritorno, trovavo poco spazio. Da lì in avanti, ho giocato con maggiore regolarità e ho ricevuto la conferma per entrare a far parte della Primavera. A dire il vero non me l’aspettavo, visto il minutaggio non elevatissimo raccolto. E’ stata una grande soddisfazione, tutti i miei sacrifici, la voglia e la determinazione, sono stati ripagati da questa “promozione” in Primavera. Ecco, quello è stato uno dei momenti più belli di quest’esperienza che spero possa durare ancora a lungo”.

- Secondo anno in Primavera. Inevitabile un commento sulla nuova riforma e sulle differenze che hai trovato rispetto alle altre categorie giovanili ?

“Sicuramente in Primavera c’è una velocità superiore nel gioco e diversa è anche la forma fisica che si deve avere per affrontare le gare. E’ una sorta di campionato dei grandi e si inizia ad avere già un’età che si può considerare adulta. E’ un trampolino di lancio che ti prepara, sul piano tecnico e fisico, ad entrare in un mondo sconosciuto, quale quello del calcio di prima squadra. Per quanto riguarda la riforma, da un lato la vedo come una sorta di divisione non molto equa. Molte società di B, possono certamente competere con club più blasonati. Questo lo abbiamo dimostrato l’anno scorso, quando contro le grandi abbiamo dato il meglio, basti vedere la vittoria interna contro la Roma. D’altra parte, la riforma è comunque positiva. Come nel calcio dei grandi, ci sono ora campionati con promozioni e retrocessioni e questo rende tutto più competitivo. Da parte nostra c’è la volontà di fare bene, proseguendo il cammino dell’andata. L’obbiettivo è quello di vincere e salire in Primavera 1”.

- Che tipo di giocatore sei ? Hai qualche calciatore che prendi come esempio ?

“Sono un terzino e con mister Gattuso mi disimpegno anche come esterno a centrocampo. Questo cambio, avviene in fase di possesso e non possesso palla. Ho buona corsa e tecnica, una delle mie principali qualità è quella di crossare dal fondo. Sono comunque più difensivo, visto che ho sempre fatto il terzino e, in casi estremi, il difensore centrale. Calcisticamente il mio idolo e punto di riferimento è sempre stato Javier Zanetti. Sono interista e oltre che come calciatore, Zanetti mi piace molto come persona anche fuori dal campo; è sempre stato dedito al lavoro, rispettoso e non ha mai fatto un gesto fuori dal coro. Anche se ha smesso, il mio esempio resta lui”.

- Tu vivi a Lainate, quindi fai una vita da pendolare con diversi sacrifici.

“Frequento il quinto anno del Liceo Scientifico ad indirizzo sportivo “Marco Pantani” a Busto Arsizio. Conciliare studio e sport è molto importante. Allenandoci alle 16, arrivo a casa verso le 20.30 e quindi devo studiare di sera, una cosa abbastanza impegnativa visto che sono all’ultimo anno. Sono sacrifici comunque da fare. Vorrei vivere facendo il calciatore, ma non posso trascurare l’istruzione e non avere un piano B da sviluppare. Quando non ho allenamento o impegni scolastici, dedico il tempo ai miei cari: la fidanzata, la famiglia e gli amici. Tutte persone che stanno al mio fianco facendo sacrifici, in primis i miei genitori che mi seguono nel mondo del calcio sin da quando ero piccolo”.

- Sogni per il futuro ?

“Diventare un calciatore e coronare questo sogno che coltivo fin da bambino. Se ancora adesso sono in pista, vuol dire che le capacità le ho e quindi spero possa diventare realtà. Tutto questo impegnandosi sempre al massimo”.

Intervista realizzata da Simone Cerri per ‘Il Fedelissimo’