Conosciamo Venezia e l'Unione Venezia

16.10.2014 09:00 di  Sergio Guerzoni   vedi letture
Conosciamo Venezia e l'Unione Venezia
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© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com

Cercare di condensare in poche righe informazioni sulla città più famosa del mondo per bellezza, unicità, arte è impresa assai ardua: ci vorrebbero pagine e pagine di una scrittura fitta, fitta, anche solo per elencarne le prerogative.
Anche sintetizzarne la storia è un compito estremamente difficile, pur se la città vera e propria com'è oggi conosciuta, è relativamente recente.

Risale infatti al IX° secolo quando, con una tecnica che ha dell'incredibile, venne "palafittizzata" la laguna delle oltre cento isole per creare questa meraviglia invidiata da tutti.
L'opera aveva lo scopo di riunire tutte le genti che la abitavano in un'unica popolazione.
Questo avvenne attorno al primo agglomerato urbano di una certa rilevanza sorto quattro secoli prima, nella zona del Rivo Alto, che oggi è uno dei quartieri cittadini, divenuto per contrazione linguistica Rialto.

Anche il toponimo risulta frutto di una contrazione, questa volta geografica. Nell'antichità e fino alla sua definitiva configurazione, infatti, per Venezia (Venédia, Venétia, Venésia, Venéxia, Vinegia, le principali varianti del passato) si intendeva buona parte dei territori del Veneto, del Friuli (il cui nome per esteso mantiene l'appellativo di Venezia Giulia), del Trentino e dell'Istria come li conosciamo oggi e che ancora vengono chiamati globalmente e genericamente le Venezie.

Come è testimoniato da reperti paleontologici la zona era abitata fin dalla preistoria grazie alla sua natura di palude fluviale, ricca di risorse alimentari, ittiche e terrestri, trasformatasi in laguna otto/nove secoli prima di Cristo.
Con il progredire della civiltà iniziarono anche le attività mercantili, favoriti dalla posizione strategica all'apice dell'Adriatico che ne fecero la porta privilegiata verso gli altri paesi europei.

Con l'avvento dei romani queste prerogative si rafforzarono grazie alla costruzione di porti (Chioggia è uno dei più antichi) e la bonifica dell'entroterra, così "Venetia et Histria" divennero la "X Regio" del territorio di Roma.
Con la caduta dell'Impero le isole della laguna conobbero un forte incremento demografico. A causa delle invasioni barbariche nelle regioni dell'entroterra molti vi cercarono rifugio grazie all'invulnerabilità del territorio, costituita da un difficile attacco sia via terra che via mare. Questo le consentì di restare nell'orbita latina divenendo Ducato dipendente dall'Esarcato di Ravenna alla fine del VII°secolo.

Nell'anno 810 inizia convenzionalmente la storia di Venezia che diverrà nel giro di pochi anni Repubblica Marinara: la Serenissima, con il Leone di San Marco come simbolo che ancora oggi campeggia nelle insegne della Marina Italiana con le altre tre sorelle, Genova, Pisa e Amalfi.

Governata dai Dogi divenne progressivamente una potenza militare e mercantile, con i suoi domini che si estendevano in tutto l'Adriatico, comprese molte isole egee, Creta, Cipro, Corfù e primeggiando negli scambi commerciali con il Medio Oriente.
La decadenza cominciò dopo la scoperta dell'America che spostò molti interessi verso il nuovo mondo, ma bisognerà aspettare l'era napoleonica perché il Doge Ludovico Manin abdicasse per favorire la nascita della Municipalità.

Tornò per un breve periodo ad essere Repubblica (di San Marco) dopo i moti rivoluzionari del '48 guidata da Daniele Manin, ma dopo solo un anno dovette arrendersi ai nuovi dominatori: gli Austriaci.

L'annessione al Regno d'Italia avvenne dopo un plebiscito con poco meno del 100% dei voti favorevoli.
Alla fine del XIX° secolo venne annesso al Comune il Lido (fino ad allora Comune di Malamocco) e, durante la prima Guerra Mondiale, entrarono sotto la sua giurisdizione anche la zona di Bottenigo, dove sorsero le attuali strutture portuali di Porto Marghera. Successivamente, negli anni venti, vennero accorpate altre aree (Murano, Burano, Torcello, Mestre, ecc) che completarono l'attuale territorio urbano.

Venezia si trova a far fronte ad un problema che è sempre esistito: l'acqua alta. Esso è diventato via, via, un motivo di preoccupazione per l'esistenza stessa della città. Questo fenomeno, con la complicità dell'inquinamento, causa principale della corrosione dei pali di fondazione e acuito dei lavori di dragaggio di alcune zone della laguna per favorire gli insediamenti industriali, è diventato una consuetudine sempre più frequente. Per cercare di arginare le masse d'acqua invasive si sta realizzando il famoso progetto MOSE (Modulo Sperimentale Elettromeccanico) il quale, dopo le note vicende giudiziarie, dovrebbe, il condizionale è d'obbligo, essere completata nel 2017 e a cui tutto il mondo ripone le speranze di salvataggio della città considerata Patrimonio dell'Umanità dall' UNESCO.

 

Il 14 dicembre 1907 ai tavoli della Trattoria dell'Orso è riunito un manipolo di appassionati di calcio, appartenenti a due antiche società sportive cittadine: Walter Aemissiger, Guido Battisti, Antonio Borella, Gerardo Bortoletti, Davide Fano, Aldo Federici, detto "Baciccia, Pietro Golzio, detto "Pioppa", Silvio Lorenzetti, Pietro Piccoli, Primo Pitteri, Alessandro Santi, Marcello Santi, Luigi Vianello, Pietro Visintin e Mario Vivante. Grazie a loro nasce Il Venezia Foot Ball Club.

Dopo un inizio altalenante disputa, a partire dal 1910/11 e fino alla sospensione a causa della guerra, le fasi a girone della Prima Categoria (la Serie A di allora) giungendo alla finale nazionale l'anno successivo, subendo la doppia sconfitta con goleada (0 a 6 e 7 a 0) dalla Pro Vercelli e non andando oltre le semifinali del 1914/15.
Dopo il conflitto partecipa a due campionati, disputando un'altra semifinale
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Il 1921 è l'anno della scissione dei tornei e il Venezia appoggia il Progetto Pozzo che, bocciato dalla Federazione, genera il campionato parallello del C.C.I. L'anno successivo il Compromesso Colombo riunifica le due Federazioni, ma la squadra retrocede nella neonata Seconda divisione, restandovi per quattro anni consecutivi.
Ritrova la massima serie nel 1926/27 e la manterrà per i tre anni successivi, al termine dei quali retrocede nella nuova Serie B.


Nel 1929 cambia denominazione in Società Sportiva Serenissima con la quale disputa cinque tornei nella serie cadetta. Alla fine di questo ciclo non retrocede  grazie ad un ripescaggio e diventa Associazione fascista Calcio Venezia.
La Serie C arriva l'anno successivo, ma sarà solo una parentesi: il ritorno in Serie B arriva subito.

Dopo essersi salvato agli spareggi retrocessione del 1936/37, ottiene la promozione in Serie A alla fine del torneo 1938/39.
Nel 1940/41, nonostante il 12° posto in campionato, vince a sorpresa la Coppa Italia, battendo in finale la Roma. Nelle sue file militava un astro nascente del calcio nazionale: Valentino Mazzola, autore di una rete nella sopracitata finale.
Il suo rapporto Coppa Italia/Campionato si ripete nei due anni successivi: 3° in Serie A nel 1941/42, non va oltre le semifinali in coppa; 14° l'anno successivo e finale di coppa, persa contro il Grande Torino. Questa volta Valentino Mazzola segnò nella porta della sua ex squadra, fissando il risultato sul 4 a 0.

La seconda sospensione per cause belliche incombe e, dopo essersi laureata campione veneto 1943/44 ed essere giunto 3° nel girone finale interzonale, deve attendere la fine della guerra per riprendere le ostilità sportive, immensamente più onorevoli di quelle armate.

Tra il 1945, anno in cui si ricostituisce come Associazione Calcio Venezia, e il 1952 gioca tre tornei nella massima serie e quattro fra i cadetti. Alla fine del campionato 1951/52 sprofonda in Serie C.
Il purgatorio durerà quattro anni, poi la risalita in Serie B culminata alla fine della stagione 1960/61 con la vittoria e la promozione in Serie A, che perderà dopo tre anni per ritrovarla nel 1966/67, anno in cui cambia regione sociale e diventa Calcio Venezia S.p.a.

Questa apparizione nella massima serie coinciderà con la doppia retrocessione in Serie C appena due anni dopo.
Nel 1976/77 arriva anche l'onta della Serie D: la promozione arriva solo due anni dopo nella neonata Serie C2 e cambia nuovamente assetto societario trasformandosi in Calcio Venezia S.r.l..

Nel 1987 si fonde con l'Associazione Calcio Mestre S.p.A. e diventa Calcio Venezia-Mestre S.r.l. In questa occasione aggiunge alla storica divisa nero-verde l'arancione, il colore dei nuovi associati, i quali cedono anche il loro titolo sportivo al Palermo reduce dal fallimento.
L'operazione risulta positiva, tanto che arriva subito la promozione in C1.

Nel 1990 cambia per l'ennesima volta denominazione assumendo quella di A.C. Venezia 1907 S.r.l. e, alla fine del campionato 1990/91 ritrova l'agognata Serie B, dopo aver vinto lo spareggio con il Como.
Al settimo anno di Serie B arriva la conquista di una nuova promozione (1997/98) che la proietta ancora una volta ai vertici del calcio.
Retrocede nuovamente alla fine del torneo 1999/00 per risalire l'anno successivo per una sola stagione.

Dopo essersi salvata ai play-out contro il Bari nel 2003/04 retrocede direttamente sul campo l'anno dopo, ma le disgrazie non sono finite: nel campionato 2004/05 viene accusata di illecito sportivo nell'ambito del caso Genoa. La controversia riguardava un'offerta in denaro da parte del Torino per stimolare il Venezia (peraltro già retrocesso matematicamente) a cercare la vittoria a qualsisi costo contro i liguri, con il Presidente Preziosi che, saputolo, si adoperò invece per ottenere il risultato contrario. Il Genoa, nonostante il primo posto finale, venne retrocesso in C1 con tre punti di penalizzazione, mentre per il Venezia si ebbe un "non luogo a procedere" in quanto la società era nel frattempo fallita.

Nel 2005 Nasce la Società Sportiva Calcio Venezia S.p.a la quale, grazie al Lodo Petrucci, può ripartire dalla serie C2 che vincerà immediatamente e gli consentirà la promozione.

Alla fine del torneo 2008/09, nonostante la salvezza ottenuta ai play-out, viene escluso dal campionato successivo per gravi irregolarità nel bilancio. Deve di nuovo rifondarsi, nasce l'attuale Foot Ball Club Unione Venezia S.r.l. e ripartire dalla Serie D.

Dovrà aspettare tre anni per tornare in Lega Pro Seconda Divisione: è il 2011/12, quando vince anche il Campionato Dilettanti. Gli basta una sola stagione per conquistare la promozione, avvenuta a spese del Monza sconfitto nella finale Play-off del 2012/13.
Il 10° posto finale nel girone A di Lega Pro Prima Divisione dell'anno scorso gli da' il diritto di iscriversi al nuovo Campionato di Lega Pro.

Nella rosa attuale dell'Unione Venezia registriamo un ex giocatore del Novara: Elia Legati, giunto all'ombra della cupola nel mercato di gennaio 2009 provenienza Monaco e rimasto fino alla fine della stagione collezionando 13 presenze.
Sulla sponda azzurra nessun giocatore ha mai vestito la maglia dei veneti.

Nel campionato in corso l'Unione Venezia si trova appaiata in classifica al Novara con 10 punti, ottenuti grazie a tre vittorie (Renate e Feralpisalò allo stadio Pier Luigi Penzo; Mantova in trasferta) e un pareggio fuori casa con il Pordenone.

Difficile fare pronostici per un Novara formato trasferta che finora non ha raccolto molto: da inguaribile tifoso mi auguro che i problemi siano alle spalle e poi.....c'è sempre una prima volta !!! FORZA NOVARA !!!!!