Una chiacchierata amichevole con il "Moschettiere" Mimmo D'Artagnan Toscano

22.10.2014 09:00 di  Sergio Guerzoni   vedi letture
Domenico Toscano
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Domenico Toscano
© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com

Riprendiamo oggi una buona vecchia abitudine: le interviste esclusive di TNO agli uomini-squadra del Novara. E da chi iniziare se non dal condottiero Domenico “Mimmo” Toscano ?

Lo incontriamo, come di consueto, nel salottino della caffetteria di Novarello, alla vigilia della partenza per la trasferta di Venezia.
La prima impressione che ci desta è certamente di simpatia: lontano dai clamori del dopo partita appare più rilassato e fortemente propenso al dialogo.

Quarantatreenne, calabrese DOC, da sempre nel mondo del calcio, giocatore prima, allenatore dal 2006 quando, appese le scarpe al chiodo, si siede sulla panchina della sua ultima squadra, il Rende.

In entrambi i ruoli “maestro di promozioni”, ma si schernisce quando glielo ricordiamo: per lui vincono sempre le squadre, mai i singoli.

Dopo aver ordinato delle bevande (per lui acqua, rigorosamente naturale) iniziamo il fuoco incrociato di domande per approfondirne la biografia e la personalità.

 

- Mister, come ha trovato l'ambiente novarese ?

"Un pochino...., com'è normale che sia, ….deluso. In primis per la retrocessione, poi per il mancato ripescaggio. Nonostante ciò alla presentazione ho visto tanto entusiasmo, grande voglia, anche forse, anzi sicuramente, trasmessa dal Presidente. Questa voglia di riscatto, di ripartire da zero, di rifondare tutto, di ripartire da altre persone (siano esse calciatori o dirigenti), per ritornare ad essere competitivi, per dare il segnale di una squadra e di una dirigenza compatte. Il risultato è figlio di tante variabili, ma, soprattutto, della passione e dalla voglia di lavorare 24 ore su 24.
Anche tutto l'ambiente deve saper azzerare tutto e apprezzare, o criticare, per quello che vede in campo, non guardando solo il risultato o la classifica e dimenticandosi delle aspettative: questa credo sia la ricetta giusta per ricostruire. Se invece si pensa alla classifica, alle aspettative, al blasone, credo sia un errore, perché inconsciamente ti porta ad essere zavorrato e per questo frenato".

- Se posso permettermi quest'anno il tifo e l'attaccamento alla squadra mi ha meravigliato: in passato i giudizi erano molto più tranchant, al primo errore veniva giù lo stadio adesso.....

"E' venuto giù sabato....!".

- Sì, nel primo tempo.....

"No, scherzi a parte è normale che sia venuto fuori un po' di disappunto durante la gara con il Bassano, però non deve succedere se vogliamo veramente aiutare la squadra. Penso comunque sia stata una conseguenza della non bella prestazione di Sassari. Per contro ho visto a Busto Arsizio, come ad Alessandria, l'entusiasmo dei tifosi che ha trascinato la squadra dal primo all'ultimo minuto, aiutandola nei momenti di difficoltà. Secondo me, ripeto, la delusione di sabato è molto legata alla prestazione vista contro la Torres".

- La lunga trasferta e le precarie condizioni del terreno non hanno aiutato......

"Mah, io guardo sempre a 360 gradi la prestazione della mia squadra: sicuramente non abbiamo affrontato nè la settimana nè la partita nel modo giusto. Probabilmente la Torres non ha meritato tantissimo: ha fatto due tiri in porta, un goal ce lo siamo fatti noi e ha vinto una partita in equilibrio. Sicuramente noi non abbiamo fatto una gara all'altezza delle altre giocate fino ad allora".

- Sono perfettamente d'accordo: in tutte le altre partite abbiamo meritato di più di quello che abbimo raccolto.....

"Per questo dico che la reazione del pubblico di sabato era strettamente legata a quanto visto a Sassari".

- Anche per i ragazzi, secondo me, il primo tempo era figlio della prestazione in Sardegna....

"Anche, certo. Però quando dico che le aspettative e la voglia di emergere non sono affrontate nel modo giusto, creano queste reazioni di partita in partita. Credo fortemente si debba lavorare con serenità, con voglia, con passione, con l'obbiettivo di tornare ad essere una squadra competitiva, che se la può giocare con chiunque. Con il Bassano lo abbiamo dimostrato che possiamo farlo e credo che avremmo potuto vincere con chiunque. Solo con la Torres abbiamo giocato sotto tono. Dobbiamo lavorare sui nostri pregi e sui nostri difetti: insistere sui pregi e migliorare sui difetti, questo è. Non dimentichiamo che è una squadra nuova, che è ripartita da zero, ci sono giocatori che per 4-5 undicesimi sono arrivati nell'ultimo giorno di mercato, quindi è un mese, praticamente, che lavorano assieme. I vari Martinelli, Freddi, Garofalo, i giovani come Mustapha (Beye n.d.r.)....."

- Ha citato comunque giocatori tra i più positivi.....

"Certamente. Ma è anche per questo che a volte ci possano essere cali di tensione dovuti al fatto che il fealing con il resto del gruppo deve ancora essere perfezionato. Una cosa è fare il ritiro, dove sei a contatto 24 ore su 24 e crei rapporti consolidati; altra cosa è vederti due ore al giorno e ancora non aver stretto questi rapporti. Questa non vuole essere una giustificazione, intendiamoci. Giovani come Beye sono stati un'autentica sorpresa: credo lo stia dimostrando ampiamente. Bisogna però mettere in preventivo anche gli errori che si possono verificare a causa della gioventù. La spensieratezza e la forza fisica può starci che conviva con qualche ingenuità. Faragò, anche se ha fatto il Campionato di Serie B, è comunque un ragazzo del '93 e questa categoria non l'ha mai fatta. Non è detto che se hai giocato in una categoria superiore la Lega Pro la fai fumandoti una sigaretta !!!! La devi conoscere, è completamente diversa rispetto alla B: ci vuole tanto fuoco agonistico, tanta motivazione, poi, assieme alle qualità che possiedi e all'organizzazione, riesci a venirne fuori, sempre che lo si voglia. Vorrei comunque chiarire una cosa: le aspettative, da parte dei tifosi, devono essere un motivo di orgoglio per i ragazzi, perché significa che sei considerato importante: deve essere uno stimolo, non deve essere un peso. Per questo quando ho dichiarato che non si deve vincere a tutti i costi e qualcuno dalla tribuna stampa ha mugugnato, lo dicevo per far capire che le aspettative devono essere una stimolo, non una pressione. E poi intendevo dire che le partite che non si possono vincere, non si devono nemmeno perdere. Noi giochiamo sempre per vincere e lo abbiamo dimostrato. Se avessimo giocato per non vincere forse qualche punto in più, vedi Monza e addirittura Sassari, lo avremmo portato a casa".

- Mister, sono convinto che se a Monza usciva un risultato più sincero sarebbe cambiata tutta la storia del campionato.....

"Sì, ma è stata una settimana particolare, con la storia del ripescaggio i ragazzi avevano la testa fra le nuvole: per quanto riesci ad estraniarti dall'argomento bene o male ci pensi sempre".

- Lei ha fatto intuire che ci possono essere problemi di amalgama, specialmente fra i nuovi....

"No, non di amalgama. Riguarda qualche ragazzo che è arrivato all'ultimo e non ha fatto la preparazione, come ad esempio Freddi e Martinelli, mentre Miglietta non l'ha fatta con noi ma con la Spal. Sono situazioni che alla lunga si possono pagare. Ma questo è un gruppo straordinario: affiatato, lavora seriamente e non mi ha dato mai da pensare che potesse avere qualche problema. Forse troppo bravi ragazzi, magari un po' più di cattiveria bisogna che ce la mettano".

- Degli uomini che ha già avuto in passato cosa ne pensa ?

"C'è solo Miglietta. Volevo portare qualcun altro, ma non ci siamo riusciti".

- Mister, abbandoniamo per un momento il presente e torniamo a bomba nel passato: facciamo un po di gossip...!!! Noi cerchiamo sempre in queste interviste di delineare anche il profilo umano delle nostre “vittime” !!! Lei è nato a Reggio Calabria...

"Sì e vivo a Cosenza".

- Dove ha anche giocato fra l'altro....

"Sia a Reggio Calabria che a Cosenza e anche a Catanzaro: la Calabria calcistica l'ho fatta tutta".

- Tra l'altro mi risulta che quando ha segnato alla Reggina mentre militava nel Cosenza non ha esultato.....

"Ma io sono cresciuto nelle giovanili della Reggina, ci ho fatto vent'anni, mi sembrava un po'.....irrispettoso".

- Parlando della sua carriera di calciatore, in particolare nella Reggina: aveva come compagno di squadra Alfredo Aglietti. Che ricordo ha di Alfredo ?

"Era un gran rompiscatole !!!! A parte che se non faceva goal andava su tutte le furie e per noi “portatori d'acqua” che dovevamo rifornire l'attaccante...... Era molto esigente.....da attaccante vero. Quell'anno ha fatto 20 goal in Lega Pro e 24 l'anno successivo in Serie B. A Reggio ha lasciato il segno, là ha iniziato la sua carriera, poi è andato a Napoli, Verona, Chievo. Però un rompiscatole in campo mica da ridere !!!!".

- Invece, sempre nella Reggina, insieme a lei giocava un futuro campione del mondo, vero ?

"Simone Perrotta. E' arrivato e....mi ha rubato il posto !!! Gli anni in cui giocavo io lui era un ragazzino, proveniva dalle giovanili. Poi ha dimostrato di essere un giocatore importante. Giocavamo nello stesso ruolo: centrocmpista esterno. Forse io avevo meno qualità, ero un “portatore d'acqua”, mentre in lui si intravvedevano già le doti di un grande campione".

- Nella Nocerina invece ha avuto come compagno di squadra Emiliano Bicica, ex giocatore del Novara, ex allenatore delle giovanili azzurre e cognato di Raffaele Rubino. Che ricordi ha di lui ?

"Per me Emiliano è come un fratello. Noi in verità ci siamo conosciuti a Potenza dove abbiamo giocato insieme. Lui è cresciuto nella Primavera del Bari ed è venuto in prestito a Potenza e lì ci incontrammo. Eravamo compagni di stanza ed è nata un'amicizia, una fratellanza, anche con le rispettive famiglie, che dura ancora oggi. Ci sentiamo spesso, almeno due volte la settimana".

- Quindi adesso vi vedete anche.....

"Adesso lui è a Empoli, ad allenare le giovanili e sono contento che sia tornato in pista".

- E' proprio piccolo il mondo. Secondo me, visto che lo abbiamo nominato, Rubino le manca quest'anno.....Cosa ne pensa ?

"Raffaele ha fatto la storia di questa squadra come calciatore: non lo scopro io. L'ho conosciuto e posso dire che è un ragazzo straordinario. Nel calcio, purtroppo, non si può stare a vita nella stessa squadra. Anch'io avrei voluto stare vent'anni a Cosenza, oppure a Terni da allenatore o restare dieci anni qui a Novara. Il calcio è fatto così: oggi ci sei, domani devi cambiare aria".

- Noi glielo auguriamo.......di restare dieci anni.....

"Se avviene vuol dire che è andato tutto bene !!!!".

- Poi l'ultima squadra nella quale ha giocato è stato il Rende, dove poi è diventato allenatore.....

"Sì, dopo la Nocerina ho voluto tornare a casa perché ho capito di non poter più dare un contributo determinante.....i giovani cominciano a correre più di te....allora mi hanno chiamato a Rende per fare gli ultimi anni. Abbiamo vinto il campionato siamo saliti in Seconda Divisione e dopo un altro anno di contratto ho lasciato per cominciare la mia carriera di allenatore".

- La voglia di fare l'allenatore quando è nata ?

"Gli ultimi anni nei quali ho giocato. Mi piaceva sempre di più capire le dinamiche dell'allenatore, gli allenatori mi avvicinavano per chiedermi come funzionava lo spogliatoio, come la pensavo. Quando vedi questi segnali ti rendi conto che qualcosa dentro di te esiste prima degli altri e più degli altri e le puoi dare anche dalla panchina, allora ho deciso di mettere a frutto queste prerogative".

- Andando a spulciare nelle statistiche, lei è uno specialista delle promozioni, sia da calciatore che da allenatore: con la Reggina è stato promosso in Serie B, con il Cosenza non solo è stato promosso ma ha segnato la rete decisiva all'autima giornata contro il Casarano; mentre da allenatore l'avventura con la Ternana è storia recente, ma non si può fare a meno di ricordare la doppia promozione alla guida del Cosenza, dai dilettanti alla Prima Divisione. Cosa ha portato in panchina degli allenatori che ha avuto, Orrico alla Lucchese e tutti gli altri ? E quale ricorda maggiormente ?

"Non ho avuto allenatori che poi hanno fatto delle carriere straordinarie. Ne ho avuti tanti che dal punto di vista della gestione, dal punto di vista umano e dal punto di vista della cultura del lavoro, mi hanno dato tutti tanto. Dal punto di vista tattico ho preso, man mano che ho continuato a fare l'allenatore, le mie convinzioni: posso dire che mi sono fatto da solo, le mie idee le ho costruite dentro di me. Da quando ho smesso di giocare e ho iniziato questa nuova carriera ho iniziato a capire cosa avrei voluto dalle mie squadre. Devo dire comunque che tutti mi hanno dato qualcosa, soprattutto per le dinamiche dello spogliatoio e della cultura del lavoro".

- Invece da allenatore, quale o quali giocatori l'hanno soddifatta in pieno per come la seguivano sul campo ?

"Dal punto di vista tecnico il giocatore più importante, che mi ha dato tanto e che ha dimostrato quando l'ho allenato il suo grande valore, è stato Stefano Fiore, quando a fine carriera è tornato a Cosenza, dove era cresciuto calcisticamente, per fare gli ultimi anni. Un ragazzo straordinario, dal punto di vista tecnico. Con la categoria non c'entrava niente, però un esempio di professionalità e di “campione”, in campo e fuori, che mi ha dato grosse soddisfazioni".

- Cosa è cambiato nel calcio da quando giocava ad ora che allena ?

"C'è molta più tattica e si è evoluto anche sotto l'aspetto fisico. I giocatori sono preparati meglio fisicamente; sono monitorati continuamente; fanno palestra ogni giorno; viene curata l'alimentazione. Una volta la preparazione fisica si faceva solo correndo per ore, oggi è tutto rapportato alle situazioni di gioco, è completamente diverso".

- C'è un'altra persona, novarese ed ex del Novara, del quale lei avrà sicuramente sentito parlare, visto che ha giocato anche nel Rende: Giorgio Nasuelli. Se lo ricorda ?

"E come no ? Ha giocato nel Rende e anche nella Reggina. Un ragazzo strordinario. Nasuelli, Olivotto, Re, Snidaro, Arcoleo.......Pianca, Bordotto....ecc. Grande squadra".

- Una domanda cattiva: come mai giocano poco Vicari e Manconi ?

"Allora: il fatto della Nazionale li penalizza. Ad esempio la settimana scorsa sono rientrati sabato e non hanno potuto allenarsi con la squadra. Riguardo a Manconi è in un momento di crescita: se capisce cos'è il calcio, sacrificio, lavoro e ci mette le sue qualità tecniche, che sono tantissime, può diventare un giocatore importante, solo questo. Vicari, e vale anche per Manconi, arrivando dalla Nazionale, stanchi, sono un po' penalizzati, anche se poi Vicari è venuto in panchina. Sono comunque due giocatori che stimo tantissimo. Ma non sono solo loro: il Novara ha dei giovani interessanti che io in poche squadre ho visto. Un altro importante è Dickmann: è un '96 e ha già giocato due spezzoni di partita. E ancora Schiavi, che adesso è infortunato, ma è un ottimo elemento. Ce ne sono tanti altri, segno che nel settore giovanile hanno lavorato e lavorano molto bene".

- Cosa ci dice invece dei superstiti della passata stagione ?

"Faragò sta facendo bene, ha fatto una buona gara anche sabato con il Bassano. Per ciò che riguarda Pesce, ma anche Gonzalez, è una condizione soprattutto mentale: si sentono addosso la responsabilità della retrocessione e non deve essere così. Non devono strafare, ma pensare di fare il loro compito e bene. Quando capiranno questo vedrete che torneranno ad essere determinanti".

- La mia idea, se posso permettermi, è che la mossa di far entrare Gonzalez a partita in corso sia vincente: può sfruttare meglio la sua arma vincente, la velocità, in modo ancora più devastante quando gli avversari sono stanchi.....

"Bisogna dare il giusto merito a chi subentra. Prendete la Nazionale: è entrato Giovinco e ha cambiato la partita. Un giocatore non si deve sentire una seconda linea, può essere importante sia che gioca 5 minuti, mezz'ora o tutta la partita. Poi è sempre stata l'alchimia del Novara, vi ricordate ? Entrava una volta Gonzalez, una volta Bertani, una volta Motta, l'altra Ventola: quando si crea questa alchimia si vince facile. Ci vuole la gamba, ma anche la testa e se la testa non c'è le gambe non spingono".

- Si accenderà presto la fiammella, visto che sulla carta l'organico è competitivo?

"Io spero che si accenda, ma la “carta” non c'entra niente ! I campionati non si vincono con le figurine !!! Conta la squadra. Prendete il Venezia: è una squadra con otto undicesimi di elementi che hanno fatto per 10 anni la Serie B. Legati, Bellazzini, Esposito, Greco, Sales.....hanno giocato in B per anni, eppure trovano difficoltà: Con l'almanacco non si vincono i campionati. Quando apri gli occhi e c'è la fiamma allora si che li vinci".

- Anche noi ne abbiamo di nomi: oltre a quelli che ha citato lei (Pesce, Gonzalez, Faragò) io ci metterei anche Evacuo, che secondo me merita una categoria superiore...

"Potrebbe anche non essere vero, se ha sempre giocato in Lega Pro. E' un ragazzo straordinario, intendiamoci, solare, generoso, ma se siamo qui entrambi in Lega Pro, è questa la categoria che meritiamo: io pure ho allenato in B, ma se oggi sono qui è perché devo ancora dimostrare qualcosa. Se vincerò ancora un campionato vado in B. Oggi devo concentrarmi sulla Lega Pro. So cosa vuol dire costruirsi qualcosa, non ho un nome importante, come calciatore non sono arrivato ad alti livelli, non ho un curriculum come ad esempio la Nazionale, quello che ho costruito e ho guadagnato l'ho ottenuto con le mie gambe e continuerò a farlo così, perché sono convinto che se arriverò in Serie A lo farò senza che nessuno mi regali niente: e sarà infinitimente più bello.
Mi ricordo quando ho cominciato ad allenare: c'era un campo di terra battuta, dove c'era a metà campo una fogna. Io allenavo i ragazzi della Berretti del Rende: bisogna ricordarsi sempre da dove si viene. Questa è la mia forza: adesso sono qui e la Serie B devo guadagnala con le mie mani e con i miei piedi e così dovrebbero pensarla tutti i calciatori".

- Grande filosofia......

"E' questa, perché non è che siccome il Novara ha fatto la Serie A io voglio la Serie A. Ce la dobbiamo guadagnare tutti: dall'ambiente ai giornalisti, dai giocatori alla dirigenza. La merita perché l'ha fatta o ha vinto lo scudetto ? No. Perché c'è Novarello ? Nemmeno".

- Avere Novarello aiuta, ma non basta....!!!

"Come no ? !!! E' un mezzo: è un impianto che non hanno in molti e devi sfruttarlo. Ma non perché ce l'hai, o perché mi chiamo Toscano: abbiamo preso Toscano e vinciamo sicuramente !!! O perché Evacuo fa venti goal: dove è scritto ? E' il campo l'unico giudice, non ce ne sono altri. Le chiacchere le porta via il vento. Io sono realista, obbiettivo, non prendo in giro la gente e dico quello che penso. Io sono fatto così: se devo dire qualcosa a qualcuno la dico nuda e cruda com'è, può piacere o non piacere, ma le cose le dico in faccia, non le mando a dire".

- Sarà anche per questo che in tutti i posti dove è stato la ricordano con piacere: parlare dietro non paga mai...

"Sono stato fortunato ? Sono stato bravo ? Non lo so. So che dovunque sono stato ho lasciato un segno. Ma non dal punto di vista delle vittorie, o perché giocavo con il 3-4-3 o con il 3-5-2, bensì perché non ho preso in giro la gente. Ho solo lavorato sodo, con i miei pregi e i miei difetti, rispettando le opinioni di tutti, anche di chi mi ha criticato. Se ho lasciato un segno è per correttezza e per onestà. Oggi potrei dire per stemperare un po' le tensioni: state tranquilli che vinciamo il campionato. No. Si deve vincere sul campo, non con le chiacchere, non perché abbiamo Evacuo o abbiamo Toscano".

- La sua passione è encomiabile. Lei vive qui a Novarello ?

"Sì, ho deciso di vivere qui perché qui è il mio lavoro, ho il mio ufficio, quindi mi sono convinto fosse meglio rimanere".

- Lei ama molto il suo lavoro, anche se la costringe a stare lontano da casa e dagli affetti ?

"Sì, mi piace, anche se a volte mi chiedo: “Ma che c...o sto facendo !!!?” Comunque è un mestiere che ti da' molte soddisfazioni, che non sono quelle economiche. Sono di rapporti: quando li instauri con un gruppo sportivo, con un presidente, con un tifoso, con un calciatore che ti ricorderà per sempre. Queste sono le cose più belle. Poi penso alla mia famiglia, a mia figlia che ha otto anni: io sono otto anni che faccio l'allenatore, la vedo ogni 15 giorni. Ma a me questo tempo chi me lo ridà indietro ? Spesso la gente guarda solo alle cose superficiali, come il denaro, io cerco di guardare alle cose più in profondità".

- Non ha pensato di portare qui la famiglia ?

"Non è possibile. Primo perché mia moglie ha un'attività sua, di famiglia; poi perché non me la sento di strappare mia figlia alla sua scuola, ai suoi amici, alla sua vita. Poi il nostro lavoro lo sapete com'è fatto: oggi ci sei, domani ti esonerano e devi di nuovo fare i bagagli. Lo stesso vale per i calciatori, che un anno sono in una squadra, l'anno dopo possono approdare altrove. E' dura".

- Anche se i calciatori non li esonerano......!!!!

"Sì, ma un conto è avere la certezza che resti per cinque anni: in questo caso porti la famiglia con te. Un altro è non sapere mai cosa ti riserva il futuro".

- Come gestisce il suo rapporto con i ragazzi ?

"Io credo di avere sempre avuto un rapporto straordinario con i miei giocatori, a volte forse anche troppo, nel senso che divento padre, fratello, cerco di dare qualche consiglio e non sempre va bene, dovrei essere più.....sergente. O essere più severo come padre: quando c'è da bastonare....".

- Come allenatore, anche negli anni scorsi a Terni, lei ha sempre puntato molto sugli esterni. Qui a Novara che problemi ci sono a sviluppare questo gioco ?

"Mah, ad esempio con il Bassano abbiamo fatto una partita importante sugli esterni: credo sia Garufo che Garofalo, viste le statistiche, abbiano fatto almeno una ventina di cross a testa. Secondo me è stata la prima partita dove il gioco sugli esterni sia stato determinante".

- Questo è dovuto al passaggio a 5 a centrocampo o è proprio un'evoluzione dei ragazzi ?

"Sì, ma anche un crescendo di condizione. Garofalo stava crescendo settimana dopo settimana e anche Garufo sta crescendo, pur avendo avuto un problema in allenamento. Tenete presente che Garufo è uno di quelli che non hanno fatto la preparazione: non l'ha fatta ne' con noi e nemmeno con il Trapani. Su questo si deve pagare dazio, ma speriamo che andando avanti si possa trovare continuità di gioco come ho visto nell'ultima gara soprattutto nel secondo tempo".

- Hobby ? Quando non lavora cosa fa ? Quali altri sport le piacciono oltre al calcio ?

"Gli sport mi piacciono quasi tutti: dal tennis alla pallacanestro. Mi piacerebbe andare a vedere le partite della pallavolo femminile del Novara e appena avrò l'occasione devo andarci. Hobby....mi piace leggere, soprattutto libri inerenti alla psicologia degli allenatori, non solo di calcio".

- Qual'è il suo libro preferito, visto che cerchiamo sempre una citazione che la rappresenti ? Anche se per lei la citazione potrebbe essere il “cannibale” come la chiamano.....

"Noooo, quello è un soprannome che non mi piace !!!! Me l'ha affibbiato un giornalista del Corriere della Sera dopo che ho vinto il mio secondo campionato, in un articolo dove citava gli allenatori più giovani e più vincenti. Io ero uno di questi: avevo vinto la C2 e poi la C1. Diceva così: “ Il cannibale, che nei primi tre anni della sua carriera, ha ottenuto solo vittorie”".

Beh, le hanno dato il nomignolo di un altro grande dello sport: Eddy Merckx......

"Tutt'altro che cannibale sono....!!!".

- Allora diventa indispensabile sapere il titolo del libro preferito per trovare la citazione giusta per lei....oppure un film...scelga lei...

"Il libro potrebbe essere “Come ottenere il meglio da sé e dagli altri ”, di Anthony Robbins: un po' troppo farraginoso, ma insegna molte cose".

- Se non le piace “il cannibale” come potremmo chiamarla ?

"D'Artagnan ! Ho anche il pizzetto da Moschettiere !!!".

Così sia: per noi mister Toscano, da oggi, è il nostro moschettiere e non solo per il pizzetto e la simpatia che ispira a chi ha la fortuna di trascorrere qualche ora con lui: dei moschettieri descritti da Dumas ha anche l'onestà intellettuale, la lealtà e la fede nella causa.

Nel ringraziarlo per la pazienza dimostrata nei nostri confronti, gli lasciamo una citazione del suo autore preferito, nella speranza che queste poche parole servano ai suoi ragazzi, alla dirigenza, a noi giornalisti e a tutti quelli che possono contribuire al successo del Novara, anche solo per una quota di percentuale infinitesimale indispensabile per raggiungere l'obiettivo.

 

“Il segreto del successo è imparare a usare il piacere e il dolore, invece che lasciarsi usare dal piacere e dal dolore. Se ci riuscirete, avrete raggiunto il controllo della vostra vita. Altrimenti, sarà la vita a controllare voi.” (Anthony Robbins).