Il rebus delle squadre B e la consapevolezza che scendere dalla B alla C mette a rischio il futuro

Ivan Cardia nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga: laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca, tutto nel cassetto, per scrivere di calcio
23.05.2018 12:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Ivan Cardia
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Ricapitoliamo. Gravina propone le squadre B, qualcuno dice bravo ma il progetto resta nel cassetto. Il commissario Fabbricini le realizza, senza chiedere mezzo parere a nessuno. Scontentando tutti, tranne quelle 4-5 società già pronte, sulle tempistiche. Gravina dice che le vorrebbe dalla stagione successiva, ma fatti due conti si può fare un grosso sospiro e pazienza. A patto di rispettare le regole. Balata invece tuona: la Serie B non vuole le seconde squadre. Costacurta vede Balata: non si erano capiti. Ora possono andare d’amore e d’accordo. Poi Balata ribadisce che non vuole le seconde squadre promosse in B. E Costacurta chiarisce che le suddette non sono in classifica in C.

Non ci abbiamo capito niente. Le regole per le  squadre B ci sono. Ma ci sono anche quelle per impedire che, all’atto pratico, possano davvero giocare (lo stadio, questo sconosciuto). La B non le vuole promosse, ma in C non sono fuori classifica. Speriamo che la Juventus B arrivi undicesima, altrimenti saranno guai seri. Direte voi: nel meraviglioso Paese in cui la Salernitana non vorrà mai correre per la Serie A, che problema c’è ?

In sintesi, poi passiamo ad altro: squadre B sì o no, domani o dopodomani, ma decidetevi. E fateci capire. Nel frattempo, altre novità che tali non sono, dal Paese delle meraviglie: chi retrocede dalla Serie B non vuole andare in Serie C. Secondo annuncia di voler cedere la Pro Vercelli. De Salvo riflette sul suo futuro alla guida del Novara. Il salto all’indietro spaventa, eccome. Anche chi, come in questi casi, ha i bilanci in regola. Non è solo questione di soldi, ma è soprattutto questione di soldi. Chi retrocede dalla Serie A si frega le mani e stappa lo champagne: meno costi, arriva il paracadute, nel giochino su e giù ci si può anche guadagnare. Chi retrocede dalla B si dispera. Si passa dal paracadute milionario a pochi spiccioli. Dai 600 ai 900 mila euro per attutire il colpo di un fatturato da dividere all’improvviso per tre: da 10-15 milioni a 2-3. Ciaone, disse quello. Più paracaduti per tutti ? No, ma rendiamoci conto delle difficoltà che vive la base. O almeno non raccontiamo la storia del campionato degli italiani e dell’Italia dalle mille belle realtà. Ci stanno antipatiche, queste mille belle realtà del nostro territorio: diciamolo una volta per tutte.

Attenzione al ritorno dei playoff: possibili ribaltoni all’orizzonte. Chi scrive sbaglia due pronostici su uno, quindi le interessate possono dormire sonni tranquilli, o forse no. Chi ha vinto all’andata, comunque, non può adagiarsi sugli allori. Forse solo l’Alessandria. Il Trapani, per esempio, ha ottime possibilità di superare il Cosenza: ha lottato quasi alla pari con Lecce e Catania, c’è da aspettarsi qualcosa in più. Stesso discorso per la Reggiana, mentre la Sambenedettese è scheggia impazzita. Anche perché, senza Capuano, è una squadra tutta da scoprire. La partita spettacolo, con buone probabilità, andrà in scena all’Arena Garibaldi: il Pisa teme la Viterbese, ma ha le carte in regola per sovvertire il risultato dell’andata.

Ivan Cardia