Gli 11 momenti top di questa stagione del Novara Calcio ... l'Editoriale di Simone Balocco dell'11 giugno 2016

Tuttonovara si scusa con l'autore per la pubblicazione tardiva di questo ricchissimo Editoriale, godibilissimo anche a distanza di qualche giorno
20.06.2016 11:00 di  Simone Balocco   vedi letture
Gli 11 momenti top di questa stagione del Novara Calcio ... l'Editoriale di Simone Balocco dell'11 giugno 2016

Una settimana fa, alle ore 22:20 circa, il Novara veniva eliminato dalla corsa play off a seguito della brusca sconfitta per 4 a 2 a Pescara contro i ragazzi di Massimo Oddo. E domani sera, dopo il 2 a 0 al Trapani, gli abruzzesi potrebbero essere promossi in Serie A, salvo un colpaccio interno di Perticone e compagni.

E il Novara ? La squadra di Marco Baroni, da neopromossa, ha compiuto un miracolo: ultima dopo sei giornate, sei vittorie di fila tra novembre e dicembre, terza piazza a dicembre, tre sconfitte in tre partite nel 2016, alcuni passi falsi ma alcune grandi vittorie (a Cagliari e a Pescara), nono posto dopo la penultima giornata contro il Cesena e ottavo posto play off preso all'ultima giornata grazie ad una vittoria pesante contro il Modena (con la contemporanea sconfitta esterna della Virtus Entella a Crotone). Compresa nel prezzo, la vittoria contro il Bari nei supplementari del turno preliminare e la doppia sconfitta contro i pescaresi in semifinale.

Se si potesse dare un voto alla stagione di Evacuo e compagni, il voto sarebbe un 8 pieno. Voto che sarebbe stato più alto se durante la stagione la squadra azzurra non avesse sprecato alcune ghiotte occasioni. Sicuramente qualche punto in più sarebbe arrivato e magari anche la classifica finale sarebbe stata diversa. Ma tant'è: il Novara di Marco Baroni, 67 punti su campo, è il secondo miglior Novara non solo da quando la vittoria vale tre punti, ma anche degli ultimi cinquant'anni. Solo il Novara tesseriano targato 2010/2011 fece meglio con settanta. Insomma, davvero una bella stagione.

E' stata un'annata calcistica molto importante, iniziata contro una squadra abruzzese in Coppa Italia (5 a 0 all'Aquila, secondo turno di Tim Cup) e conclusosi ad un passo dalla Serie A contro un'altra squadra dell'Abruzzo.

A bocce ferma, è possibile tracciare un elenco di undici momenti che hanno caratterizzato questa stagione. Questa “top ten+1” può essere condivisibile o meno, ma una cosa è certa: da metà luglio, inizierà la preparazione per il XXXIII campionato cadetto del Novara Calcio.

 

Il debutto in cadetteria di Dickmann e Schiavi

Dalla stagione 2011/2012 in prima squadra debutta almeno un giocatore proveniente dalla cantera azzurra. Ha iniziato Mattia Maggio nell'ultimo match di campionato in Serie A contro il Milan (con l'attaccante italo-tedesco ad un passo da un clamoroso 2 a 2) e ha finito (per ora) Nicolas Schiavi contro il Brescia, lo scorso 7 novembre.

Nel mentre, Paolo Faragò, Bruno Fernandes, Francesco Vicari, Jacopo Manconi e Lorenzo Dickmann. Il biondo terzino destro e il fantasista di Rafaela sono gli ultimi due canterani a debuttare in prima squadra in Serie B: il numero 24 contro la Pro Vercelli, l'argentino gli otto minuti della dodicesima giornata contro le “rondinelle”. Il terzino classe 1996 ha anche segnato, realizzando la rete del 4 a 1 finale contro il Trapani del 14 dicembre, mentre per el niño solo nove minuti complessivi e l'impossibilità di fare gol. Dickmann ha avuto anche la fortuna di giocare molto grazie (purtroppo) al brutto infortunio patito da Marco Davide Faraoni contro il Perugia del 25 aprile che gli ha compromesso la stagione.

Inoltre, Dickmann, in gol due volte la scorsa stagione di Lega Pro contro Alessandria e Torres, quest'anno ha subito anche un'espulsione, al minuto 107 del preliminare contro il Bari che gli ha impedito di giocare il match di andata contro il Pescara. Lo scarsissimo minutaggio di Schiavi è dovuto al fatto che il giocatore classe 1995 ha avuto davanti mostri sacri della rosa azzurra, anche se il giocatore non ha mai fatto mancare il suo apporto alla causa. Se la prossima stagione si potrà ripartire da Dickmann (a meno che non venga ceduto in estate), forse non si potrà dire lo stesso di Schiavi, in procinto a lasciare Novarello già lo scorso gennaio. Sempre che non si decida di tenerlo ancora in rosa. E non sarebbe una cosa sbagliata, anche se l'argentino, molto promettente due stagioni fa, avrebbe necessita di giocare molto più spesso.

L'ennesimo debutto di altre due giovani speranze sancisce, ancora una volta, l'ottimo lavoro che sta svolgendo il club azzurro da almeno sei anni con un settore giovanile all'avanguardia e guidato da persone capaci. E chissà il prossimo anno chi saranno i prossimi. Contro il Trapani, anche per una rosa ridotta all'ossa per colpa di squalifiche e infortuni, Baroni ha convocato il capitano della Primavera Davide Derosa e il centrocampista Riccardo Collodel. Ca va sans dire che di questi due giocatori se ne parla un gran bene. Staremo a vedere cosa riserverà il futuro e se sono rose...debutteranno in prima squadra

 

La tripletta di Felice Evacuo al Trapani

Anche gli attaccanti vanno a benzina. Il loro carburante si chiama “gol” e se non segnano, questi sono persi, smarriti, in crisi. Un discorso del genere non può essere fatto per Felice Evacuo. Il capitano azzurro quest'anno ha segnato tredici reti in questa stagione e per la nona volta negli ultimi dieci anni è andato in doppia cifra in classifica marcatori. In carriera ha segnato su calcio di rigore, di destro, di sinistro, di testa, di forza gonfiando la rete 191 volte, di cui trenta da quando veste la maglia azzurra del Novara.

Peccato che del povero “Felicione” in estate si diceva che non fosse all'altezza della cadetteria (categoria disputata dal pompeiano nel lontano 2007/2008 con il Frosinone, segnando tredici reti), troppo vecchio (compirà 34 il prossimo 23 agosto) e senza esperienza in un campionato difficile (e lungo) come quello cadetto. In più ad agosto era arrivato Andrej Galabinov, più giovane di sei anni e con qualche gol in più in Serie B. Evacuo quinta punta e con poche possibilità di essere determinante, lui che lo scorso anno era stato più che determinante. E invece, i fatti gli hanno dato ragione: tredici reti e la curva che se prima lo amava, ora lo idolatra.

Ma il 14 dicembre, Evacuo si è superato: tripletta contro il Trapani nel 4 a 1 finale. Tre reti in dodici minuti, di cui la prima rete segnata dopo appena due minuti dal cambio con Roberto Rodriguez. Primo tris in cadetteria e pallone portato a casa dal numero 32 novarese. Hai capito il vecchio e “inesperto” Evacuo?

 

La tripletta di Pablo Andres Gonzalez al Bari

Anche lo scorso 25 maggio Pablo Gonzalez si è portato a casa il pallone dopo il triplice fischio dell'arbitro. Dopo i quattro gol al Portogruaro nella stagione della promozione in A, un'altra grandissima tripletta nella “partita perfetta” da parte degli azzurri: il 4 a 3 di Bari. Il numero 19 di Tandil ha segnato al 3', al 43' e al 48', indirizzando la partita verso il trionfo azzurro. Un “doppio” Rosina e Pușcaș hanno cercato di mettere paura al Novara, ma Galabinov, quasi al termine dei tempi supplementari e a sei minuti dall'eliminazione, ha messo in ghiacciaia il risultato.

Con la tripletta del “san Nicola”, Gonzalez ha segnato complessivamente 79 reti con la maglia azzurra in 233 presenze in sei stagioni. Ora, in campionato, si trova a quattordici reti dal terzo posto nella classifica storica dei bomber azzurri, occupata da Silvio Piola. Quattordici reti sono tante e da undici giorni il “cartero” ha compiuto 31 anni. Il giocatore è nel pieno della forma fisica, vede la porta e ispira anche i compagni (48 assist da quando veste la maglia azzurra). Non è sempre continuo, ma i tifosi azzurri sono contenti così. Gonzalez e Novara, un amore nato per caso ma rinforzato di anno in anno.

 

La convocazione di Krisztián Adorján per uno stage con la Nazionale ungherese

Il sogno di ogni calciatore è quello di essere convocato in Nazionale, sentire l'inno in campo e magari segnare il gol decisivo. In casa Novara purtroppo negli ultimi anni, visti anche gli scarsi risultati ottenuti tra il 1976 e il 2009, nessun giocatore azzurro ha ottenuto convocazioni in Nazionale. Qualcosa è cambiato con la stagione 2012/2013, quando l'allora portiere azzurro Francesco Bardi, seppur in prestito dall'Inter, era stato convocato in Under 21 per giocarsi qualificazioni ed Europeo di categoria in Israele, perdendo in finale contro una super Spagna. Da allora, altri giocatori azzurri sono stati convocati nelle selezioni giovanili nazionali, con i top di Vicari lo scorso anno capitano della Under 20 e Faragò medaglia d'oro nelle scorse Universiadi di Gwangju, in Corea del Sud. Ma mai nessuno giocatore azzurro, dai tempi di Silvio Piola, era stato convocato in una Selezione maggiore. L'onore è accaduto a Krisztián Adorján. Trequartista di Budapest classe 1993, Adorján è arrivato lo scorso campionato in Lega Pro niente meno che dal Liverpool. Una serie di infortuni gli fecero giocare la scorsa stagione solo due partite per diciannove minuti complessivi e anche quest'anno (almeno fino alla fine del girone di andata), il numero 30 non aveva mai giocato un solo minuto di partita. Si parlava di una sua cessione in prestito in terza serie giusto per dargli minutaggio. E invece dal 13 al 16 dicembre scorso Adorján ha partecipato ad uno stage organizzato dal CT Bernd Storck in vista dell'Europeo che inizierà fra due giorni. Partecipare a uno stage con la propria Nazionale maggiore senza aver giocato ancora un minuto in stagione, mica male. Eppure  Adorján da allora ha giocato sette partite (per un totale di 89 minuti) facendo vedere anche delle giocate pregevoli. Adorján gli Europei li guarderà dal divano di casa sua, ma per il Novara questo dovrà essere, senza se e senza ma, un motivo di orgoglioso per aver puntato su un giocatore importante e di caratura (a questo punto) internazionale. Chapeau come sempre, Domenico Teti

 

Il ritiro di Carlalberto Ludi e le lacrime di Daniele Buzzegoli

La partita contro il Modena del 20 maggio  ha visto entrare in campo, anche se per gli ultimi minuti di gioco, per l'ultima volta, da capitano, Carlalberto Ludi. Classe 1982, era arrivato a Novara nel luglio 2006 con il Novara in C1 che si radunava nella lontana Cantalupo Ligure. Da allora, 195 presenze e capitano in Serie B e primo capitano in massima serie del Novara dopo 55 anni. Un brutto infortunio lo ha tenuto ai box le ultime quattro partite della sciagurata stagione 2013/2014 (rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro dopo appena due minuti di gioco a Modena) e tutta la scorsa stagione per intero. Quest'anno per Ludi cento minuti in tre partite (una sola da titolare, la prima contro il Latina) e ora per il ragazzo di Viadana la possibilità o di allenare o di fare il dirigente.

Con il ritiro di Ludi finisce l'epopea del mitico Novara capace della doppia promozione tesseriana (l'unico rimasto ora è Gonzalez). Una pagina di storia recente della storia azzurra che molti tifosi non dimenticheranno facilmente.

Ma Ludi è stato un qualcosa di più: chioccia, punto di riferimento, senatore, esempio. E uno spaccato di cosa ha rappresentato Ludi non solo tra i i tifosi ma tra gli stessi compagni lo ha manifestato nella più umana delle emozioni Daniele Buzzegoli. Il numero 10 azzurro, autore del gol del momentaneo 2 a 2 all'”Adriatico-Cornacchia” e di una stagione nel complesso positiva, intervistato in mix zone dalla radio ufficiale del Novara, incalzato dall'intervistatore sulla figura di Ludi, “Buba” dopo poche parole è scoppiato a piangere nel pensare che dopo quella partita non lo avrebbe avuto più come compagno e come capitano. Se un uomo tutto d'un pezzo e sempre sul pezzo come Buzzegoli si commuove nel parlare di un compagno, significa che Ludi è stato un grande. E Ludi è stato davvero un Grande.

 

La vittoria sul Modena all'ultima giornata

Novara e Modena, un match mai banale. Da sempre. In due occasioni il Novara ha fatto zero-su-zero contro i “canarini” e ha fatto i play off, mentre un'altra volta ha vinto all'andata e perso al ritorno ed è retrocesso ai play out. Quest'anno il “sortilegio” si è spezzato: sconfitta larga in Emilia, vittoria larga al “Piola”.

Il Novara però non vince a Modena dal 1958 e anche questa stagione il trend si è confermato. Dopo il 27 dicembre, sono poi giunte altre tre sconfitte pesanti che hanno fatto retrocedere in classifica. E gli ultimi 90' di Novara-Modena sono stati fratricidi: Novara ai play off solo se vinceva e se l'Entella non vinceva a Crotone, mentre il Modena sarebbe retrocesso in  Lega Pro direttamente se non avesse sconfitto Novara. Capitan Evacuo, un “doppio” Galabinov e Gonzalez hanno portatoil Novara nei play off e spedito in terza serie i ragazzi di mister Bergodi.

 

i Tifosi in trasferta

Se in questa stagione il “Piola” in sole due occasioni ha superato i 6000 spettatori (contro il Cesena e contro il Modena nella regular season, contro il Pescara nella semifinale play off di andata nonostante il diluvio), i tifosi del Novara in trasferta non hanno mai fatto mancare il loro apporto alla causa: dai mille di Vercelli ai tredici di Cagliari, agli oltre duecento di Chiavari, Como e Brescia ai trentuno di Bari per il turno preliminare in un giorno lavorativo. Il tifo azzurro è stato da esempio, per tutti. Molti hanno sacrificato ferie e permessi (per un buon motivo, si aggiunga), soldi e ore di sonno nei viaggi di ritorno, eppure tutti sono tornati a casa con il sorriso sulle labbra e senza voce per aver portato in giro per l'Italia i cori, le sciarpe, le “coreo” e le “pezze” dei vari gruppi.

Si spera che anche la prossima stagione ci sia lo stesso seguito, magari con qualche presenza in più. Anche se tutti vorrebbero che l'impianto di viale Kennedy tornasse ai fasti del passato.

Sarebbe cosa buona e giusta se i novaresi andassero più spesso al “Piola” giusto per vedere, e tifare, la squadra della loro città che da qualche anno si sta affermando come una delle più realtà del panorama calcistico nazionale. Dicesi “senso di appartenenza”.

 

La definitiva consacrazione di Paolo Faragò

Ne ha fatta di strada quel ragazzo di 19 anni che debuttò al “Piola” la sera del 13 ottobre 2012 contro il Brescia e, dopo pochi secondi, partecipò all'azione che portò al gol del 4 a 2 di Baclet. L'attaccante francese ora è scomparso dei radar, mentre quel ragazzino, che ora di anni ne ha ventitre, è un caposaldo del Novara Calcio.

Il giocatore in questione si chiama Paolo Faragò e quest'anno è definitivamente esploso e con sette reti ha disputato la sua migliore stagione da professionista. Faragò è sempre stato uno dei migliori giocatori e la scorsa estate ha partecipato alla spedizione azzurra (nazionale) in Corea del Sud nelle Universiadi. Faragò un predestinato, uno nato con la palla per i piedi, amato e benvoluto da tutti.

Il nuovo ruolo assegnatogli da Baroni lo ha fatto mettere a suo agio e lui ha ripagato la fiducia disputando una stagione da protagonista. Tanta corsa, tanta tecnica ed un fisico diventato più muscoloso rispetto a quando debuttò in cadetteria a Reggio Calabria il sabato prima del suo assist per Baclet.

Ne ha fatta di strada “Paolino”, prima capitano degli Allievi e poi della Primavera. Su di lui ora si sono informate molte squadre, tra cui (si dice) anche la Juventus. Per il centrocampista azzurro comunque sembra essere giunto il momento per il grande salto, anche solo come esperienza. Anche se tutti vorrebbero che Faragò in massima serie ci andasse con il Novara. Magari da capitano.

 

I gol di Nicolas Viola contro Pro Vercelli e Ascoli

Il gol non è solo il “carburante” dell'attaccante, ma anche del centrocampista e del difensore. Anche se è più cool il gol dell'attaccante. Le reti del Novara in questa stagione sono state così ripartite: tre da parte della difesa, dieci dal centrocampo e quarantaquattro dall'attacco, per un totale di cinquantasette (escluso l'autogol di Meccariello in Novara-Ternana) mentre nei play off l'attacco ha segnato quattro  reti e il centrocampo due. Gli autogol sono stati due, entrambi “messi a segno” da Faraoni nei minuti finali di Novara-Como e Bari-Novara.

Difficile stabilire quale sia stato il gol più bello della stagione per estetica o importanza perché è sempre difficile stilare classifiche.

Chi ha fatto due bei gol giocando in un ruolo per nulla propenso alla realizzazione è stato Nicolas Viola. Le  reti in questione sono state quella che ha permesso al Novara di espugnare il “Piola” di Vercelli il 10 ottobre con una grande punizione all'incrocio dei pali e la “serpentina” nello spazio ristretto nella difesa dell'Ascoli per il gol del definitivo 1 a 3. Viola si era presentato allo stesso modo in Coppa Italia, il 9 agosto, contro l'Aquila con un grande gol su punizione a giro dopo pochissimi minuti da suo ingresso in campo. In stagione il centrocampista di Oppido Mamertina aveva segnata la sua terza rete contro il Vicenza.

Fare gol su punizione non è da tutti, ma Viola in carriera ne ha segnati molti. Ad maiora, Nicolas.

 

Il gol di Evacuo contro il Vicenza, il gol di Galabinov a Lanciano, il gol di Gonzalez al Modena

Tre gol con tre attaccanti diversi in tre partite altrettanto diverse, con un unico fille rouge: tre attaccanti in doppia cifra per il secondo anno di fila nella regular season.

Per la seconda volta nella sua ultracentenaria storia, il Novara ha piazzata tre attaccanti con almeno dieci reti in stagione (Evacuo tredici, Galabinov dodici, Gonzalez dieci). La scorsa stagione ci riuscirono Evacuo e Gonzalez con l'aggiunta di Simone Corazza. Quest'anno, l'attaccante di Latisana, il giocatore con più presenze, ha segnato solo cinque reti (tra cui quella dell'1 a 1 nel derby di ritorno), ma il suo “posto” è stato preso da Galabinov, per la terza volta in carriera in doppia cifra in cadetteria. Evacuo per la decima stagione in carriera è andato in doppia cifra mentre per il “cartero” le stagioni con almeno dieci reti in carriera sono cinque, di cui quattro con la maglia novarese.

Bastava essere più precisi sotto porta e in doppia cifra magari ci sarebbero andati almeno altri due compagni di squadra.

I record sono fatti per essere eguagliati e/o superati, quindi si spera ancora in altri (almeno) trenta gol con tre attaccanti diversi anche la prossima stagione.

 

La prima volta di Marco Baroni nei play off

Last but don't least, un punto dedicato a Marco Baroni. Il tecnico fiorentino questa stagione è finalmente riuscito a disputare, per la prima volta in carriera, i play off. Al terzo tentativo, dopo le esperienze fallimentari con Virtus Lanciano e Pescara: con gli abruzzesi biancoblu è stato esonerato la scorsa stagione alla penultima giornata della regular season dopo lo “scoppola” del Pescara contro il Varese già retrocesso. Se il torneo scorso fosse finito al penultimo turno, i biancoblu sarebbero stati fuori dalla griglia play off, ma invece il Delfino ha avuto ancora un turno a disposizione e il suo sostituto, Massimo Oddo, vinse in casa contro il Livorno e strappò il pass per i play off. Play off che per il Delfino si interruppero in finale contro il Bologna dopo aver battuto il Perugia nel turno preliminare ed il Vicenza in semifinale. E questa sera il tecnico di Città Sant'Angelo potrebbe portare il Pescara in massima serie dopo tre stagioni.

Lo scorso 22 giugno in casa Novara ci fu una piccola “scossa”: esonerato Domenico Toscano nonostante la vittoria del torneo di Lega Pro e il ritorno in Lega B. Si vociferava di un arrivo di Gennaro Gattuso ma alla fine, il giorno dopo, si puntò su Marco Baroni. Molti storsero il naso.

L'obiettivo della stagione era uno solo: salvezza anticipata. Eppure qualcosa nel Novara non funzionava all'inizio: dopo sei giornate Gonzalez e compagni erano ultimi con tre  punti (al netto dei due punti di penalizzazione). La doppia sconfitta contro Ternana e Como aveva fatto protestare i tifosi e si chiedeva la testa del tecnico ex Juve Primavera. Sotto accusa era il modulo, il 4-3-3, poco congeniale al Novara. La partita contro la Pro Vercelli, alla settima, invece fu importante perché non solo arrivò dopo tre giornate ma perché il modulo vide alcune modifiche: difesa a quattro con due mediani davanti, tre “falsi” trequartisti ed un'unica punta. Con il 4-2-3-1 il Novara ha battuto la corazzata Cagliari in casa, ha vinto sei partite consecutive di cui tre per 4 a 1, arrivando al 27 dicembre con il terzo posto in tasca. Qualcosa non funzionò con il mese di gennaio: tre sconfitte consecutive e una campagna invernale di rafforzamento...finita con l'indebolimento, vista anche la cessione di un pezzo da novanta come Fabrizio Poli.

Tutta la primavera il Novara ha faticato moltissimo a ingranare (nonostante la vittoria esterna contro Cagliari e Pescara), nonostante durante la sosta di gennaio il mister aveva fatto cambiare la preparazione.

Il Novara dopo il triplice fischio di Cesena era nono, out dai play off e tifosi che ancora volevano la testa del tecnico. E il mister che avrà pensato: “oh no, ancora una sconfitta all'ultima giornata! Oh no ancora niente play off !”. E invece il 20 maggio Baroni ha avuto la certezza di disputare i play off promozione. Un traguardo giusto per un allenatore che ha dimostrato di meritare la categoria, nonostante molti tifosi non lo ritengano adatto alla medesima.

A Bari poteva esserci la catastrofe della (possibile) eliminazione dopo aver condotto il match sullo 0 a 3. Ma il “cuore” Novara, ma soprattutto il “cuore” Baroni, hanno prevalso.

La ruota questa volta è stata sfortunata e in finale ci è andato il Pescara, con Baroni che ha dovuto inventarsi due formazioni diverse in due partite ravvicinate.

Ora società e tecnico sono in una sorta di “pausa di riflessione”: far scadere il contratto di un anno o prolungarlo? I supporter sono divisi in “baroniani” e “anti-baroniani”, ma alla fine decideranno “MdS” e Teti , con buona pace di tutti.

Comunque andrà a finire, Baroni potrà dire che con i colori del Novara ha giocato per la prima volta i play off promozione per la Serie A. E si spera che nel proseguo della sua carriera, o con il Novara o meno, possa disputarli ancora.

Simone Balocco