Novara Calcio, possibile una soluzione "tesseriana" ?

27.09.2017 17:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: novara.iamcalcio.it
Teti e Corini
Teti e Corini
© foto di novara.iamcalcio.it

Sta diventando purtroppo un'abitudine per la nostra squadra cominciare la stagione col piede sbagliato e trovarsi già alle porte dell'autunno carichi di dubbi e timori per quella che sarà la nostra annata. Cambiato il mister, cambiata l'atmosfera iniziale intorno alla squadra, sono comunque tornati a galla i vecchi fantasmi. Gli azzurri non riescono al momento ad esprimere un buon calcio e, cosa assai più pericolosa, non danno quasi mai la sensazione di essere pericolosi. Problema di uomini o problema tattico ? Forse entrambi, ma qualche modifica pare plausibile per invertire la tendenza.

Ecco una nostra riflessione:

Ripartire dalle certezze e dai recuperi  

Rivedere in campo Casarini e Dickmann è uno dei pensieri fissi nella mente dei sostenitori azzurri, immaginiamo anche in quella di Corini e della società. Federico è l'anima della squadra, l'uomo che con la sua corsa e la sua presenza è in grado di stimolare tutti i compagni a dare il massimo. Lorenzo è oramai una certezza e data la sua corsa, la sua intraprendenza e anche le sue doti nel dribbling, è una risorsa in più anche per gli attacchi, una variabile che allarga il ventaglio delle soluzioni offensive rispetto ad un Golubovic che si è dimostrato affidabile ma piuttosto abbottonato e difensivo.

Un'altra certezza pare la difesa a 4. In molti chiedono un ritorno al vecchio e collaudato 3-5-2, ma - oltre allo sfinimento personale nel vedere lo stesso schema - credo che dovremo cercare la nostra personale strada con un tecnico che gioca in maniera differente, ne va della credibilità del suo lavoro anche all'interno dello stesso spogliatoio, che potrebbe interpretare come una rinuncia ad un progetto di gioco il passaggio alla difesa a tre.

Centrocampo da reinventare 

Chi solitamente mi legge sa che non mi piace e non trovo intelligente dare giudizi netti e definitivi sui calciatori, perché poi il campo racconta sempre le sue insindacabili verità che spesso si divertono a smentire le parole di chi commenta o analizza, in maniera più o meno credibile. Trovo però che Ronaldo sia un giocatore che in Serie B faccia fatica a portare i galloni del titolare. E' abile nei piazzati, ha un piede superiore alla media della categoria ma gioca in una posizione del campo in cui i tempi di gioco sono fondamentali e lui è davvero troppo lento nello sviluppo e nel liberarsi della palla. Oltretutto è il fulcro unico del gioco e ne risente sia la mediana che l'attacco, che girano a tre cilindri. Potrebbe essere un'idea costruire il centrocampo in un altro modo e spostare il fulcro delle manovre più avanti, sulla trequarti. Come ? Seguendo la "via Tesser". Mister Corini è stato un grande centrocampista, un regista in grado di dettare i tempi e di comandare col joystick i propri compagni in campo. Il problema è che questo Novara non ha un Eugenio Corini in squadra. Il punto è che non occorre per forza un regista a tutto tondo per giocare col "4+3+comeviene", lo dimostra il Novara di qualche anno or sono, quello del 4-3-1-2 di Attilio Tesser. In quella squadra capace di regalare tanti sogni alla torcida azzurra, il perno di centrocampo era Porcari. Bravo a lanciare i compagni, ma in primis elemento di rottura a protezione della difesa. Casarini può esserne la controfigura. Regista mascherato e uomo di qualità era Rigoni che giocava come mezzala sinistra, un ruolo che - con caratteristiche diverse - potrebbe essere interpretato da Sciaudone. La mancanza di qualche geometria nel centrocampo potrebbe essere compensata dal lavoro di raccordo di un trequartista dietro le due punte, ruolo magistralmente ricoperto da Simone Motta.

Il reparto d'attacco: un punto fermo e tanta flessibilità  

Flessibilità deve diventare secondo me la parola chiave nell'attacco novarese. Mentre a mio giudizio vanno cementati meccanismi e assetti per quanto riguarda gli altri sette giocatori di movimento, in attacco dobbiamo cambiare molto, e cambiare soprattutto a seconda delle caratteristiche dei giocatori. Scrivevo prima di un 4-3-1-2 di tesseriana memoria anche e soprattutto perché si adatterebbe meglio ai nostri calciatori offensivi. Sansone e Macheda hanno più volte mostrato di soffrire l'attacco coi tre in linea, non riuscendo ad interpretare in maniera convincente né il gioco sull'ala né il ruolo di pivot centrale. Lo stesso, per ragioni diverse, si può proiettare su Chajia e Orlandi. Il trequartista dietro le due punte invece permetterebbe a Sansone e Macheda di riprendere il proprio posto in campo (seconda punta) in una posizione che li metterebbe a proprio agio e inoltre si potrebbe scegliere fra Chajia, lo stesso Sansone e Orlandi per la sua interpretazione. Riccardo Maniero, unico attaccante credibile nel tridente in linea, avrebbe il supporto di una seconda punta da scegliere fra Macheda, Sansone, Da Cruz e Chajia. Con questo non intendo escludere il tridente in linea, che ha però il solo trio Di Mariano-Maniero-Da Cruz come schieramento non forzato. Insomma una possibilità, ma non una regola base. A mio giudizio Corini per trovare un'identità di squadra che non sia difforme dai propri principi tattici deve lavorare tanto ed esclusivamente su queste due soluzioni, applicabili in base a stato di forma e disponibilità dei propri calciatori offensivi.

Stefano Calabrese