Lega Pro, Girone A - I gol di Ganz jr per il Como: «Non posso farne a meno»

L'attaccante figlio d'arte continua nel suo momento positivo
29.10.2014 17:30 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: gazzetta.it
Simone Andrea Ganz
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Simone Andrea Ganz
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Il paragone con papà non gli dà problemi. «Anzi, sono orgoglioso di portare questo nome», dice.

Ma Simone Andrea Ganz ora è più felice. Perché quel paragone che non pesa «comunque mi rincorre sempre». E adesso sì, si può cominciare a dire che segna sempre lui. Nel Como questa settimana gli è capitato due volte. In Coppa Italia contro il Novara, e domenica in campionato contro il Renate. Un gol lampo, dopo 60 secondi dall'inizio.

«Il gol aiuta tanto, un attaccante non può stare senza segnare. Ma questa volta ci metto anche la prestazione, visto che ho fatto anche un assist, la palla per il secondo gol di Rolando». Il tutto condito da un impegno e una determinazione che domenica lo hanno consacrato migliore in campo. «Ci tengo tanto, per me è un anno importante e io voglio dimostrare di essere un giocatore da Como».

Lontano da casa, da Como e anche di più, perché Simone Andrea due settimane fa è stato anche l'autore del gol della Nazionale Under 20 di Lega Pro a Praga, una rete che è valsa il successo azzurro e la conquista delle semifinali dell'International Challenge Trophy. E ora, sarà difficile togliergli il posto. Un posto che si sta conquistando pur essendo lui partito dalla panchina nelle gare di inizio stagione.

«Il turnover stimola a dare sempre il massimo». Papà quando può lo segue di persona allo stadio, ma celebra passo dopo passo su Facebook le imprese del suo «Dea», orgoglioso come tutti i padri e in tema di gol uno che decisamente ne sa di più. Felice anche di averlo a casa, a Milano, dopo un anno in cui, lasciato il settore giovanile del Milan, squadra per cui fa il tifo, Ganz junior aveva affrontato la prima esperienza professionistica prima nel Lumezzane e poi nel Barletta.

Un anno senza gol, «e per un attaccante è dura, anche se è stata un'esperienza importante. Soprattutto a Barletta, dove ho conosciuto anche il calcio del Sud in un ambiente nuovo, la prima volta lontano da casa». Poi, la scelta di staccarsi definitivamente dal Milan. Non gli piaceva l'idea di essere un giocatore in prestito, voleva una maglia tutta sua in una realtà adatta a lui. E non ha sbagliato.

Cavatorta Lilliana