In ricordo di Roberto Passarin (e ... con le parole di Beppe Vaccarone)

Nel 2015 Tuttonovara ricorda, nel giorno anniversario della loro nascita, tutti i calciatori, gli allenatori, i dirigenti e i membri degli staff tecnici del Novara Calcio 1908 che ora sono nell'Azzurro del cielo (aggiornato al 27 gennaio 2014)
07.07.2015 13:30 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: it.wikipedia.org
Roberto Passarin
Roberto Passarin

Il 7 luglio 1934 nacque a Novara, in Piemonte, Roberto Passarin, che morì il 5 aprile 1982 a Torino, all'età di 48 anni.

Passarin giocò a calcio come centrocampista dal 1951 al 1965. 

Tuttonovara gli rivolge un caro ricordo.

 

Cenni biografici

Roberto Passarin è morto a Torino il 5 aprile 1982, giorno del compleanno di sua madre, Aurora Iustulin, lasciando la moglie Inna Studneva e la figlia di un anno e mezzo, Olga.

 

Carriera

Roberto Passarin esordì in Serie A con la maglia del Novara il 15 giugno 1952 in Novara-Pro Patria (3-0).

Giocò nella massima serie anche con le maglie di Inter, Triestina, Palermo e Alessandria.

Chiuse la carriera in Canada con il Toronto Italia.

 

Ecco in sintesi la carriera di Roberto Passarin. Nell'ordine sono indicate la/e stagione/i, la squadra di club (con → sono segnati i prestiti), il numero di presenze in campionato e, tra parentesi, il numero di gol segnati:

Giocatore

Squadre di club

1951-54 - Novara - 27 (2)
1954-55 - Inter - 13 (2)
1955-56 → Triestina - 27 (3)
1956-57 → Palermo - 16 (1)
1957-58 - Lecco - 13 (4)
1958-59 - Alessandria - 4 (0)
1959-60 - Novara - 26 (0)
1960-63 - Casale - 68 (1)
1964-65 - Toronto Italia - 44 (0)

Nazionale

1954 - Italia B - 2 (0)

 

Pubblichiamo un ricordo di Roberto Passarin a cura di Beppe Vaccarone, grande tifoso Azzurro .

Roberto Passarin detto il Cip

Uno dei personaggi che a Novara ha lasciato maggior rimpianto è, senza dubbio, Roberto Passarin, detto Cip per gli amici.

Giocava mezz'ala ed era un talentuoso che sedusse Shenkey, l'allenatore del Novara, ungherese dai bianchi capelli.
Titolare nel Novara a 18 anni, presenze in nazionale giovanile, ebbe il suo magic moment, quando finì all'Inter.
Per lui il coronamento di una favola, lui interista quasi ultras.

Passarin era un anomalo per i suoi tempi: alle carte e al biliardo preferiva lo studio delle lingue, la lettura dei classici, l’ascolto della musica. Di sovente, tiravamo l'alba al bar Luciano. Tra un Pedrocchino e un altro, i ricordi fluivano precisi e ricchi di dovizie. Ricordo quando raccontava il suo esordio nella sua amata Inter, contro gli odiati cugini rossoneri.

Ma lui era un esteta del calcio. Quando, su una sua azione, Liedholm andò a terra, il nostro Cip invece di proseguire, si fermò, aiutandolo a rialzarsi, ritenendo di aver fatto cadere un monumento della storia calcistica, non un semplice giocatore.

Molto presto abbandonò il calcio per dedicarsi al lavoro di interprete. Conosceva bene il russo, cosa assai apprezzata alla Sant'Andrea, per la quale viaggiò parecchio, portandosi da Mosca anche la moglie. Improvvisamente, non ancora cinquantenne, morì e lasciò un vuoto tra gli amici che lo conoscevano.

Non entrò mai completamente nel cuore dei novaresi per la sua fugace apparizione e la sua carriera in altri club di A. Ma alcuni amici decisero di onorarne la memoria, organizzando a Pasqua, ogni anno, il Torneo "Mainardi e Passarin," dedicato alle categorie giovanili.