IL PUNTO del 23.01.2023 di Ivan Cardia e del 25.01.2023 di Tommaso Maschio

Le manovre sulle prossime elezioni e il rischio di un incidente istituzionale. Se in Lega Pro decide la FIGC… / In un mercato stagnante l'Avellino tenta la rivoluzione. Il primo posto è irraggiungibile, ma coi play off si può sognare in grande
25.01.2023 18:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
IL PUNTO del 23.01.2023 di Ivan Cardia e del 25.01.2023 di Tommaso Maschio

Alla fine, le elezioni federali entrano nel vivo e si inizia a manovrare per davvero, aspettando che sul palco irrompano tutti i protagonisti. 

Prima premessa: ho ovviamente grandissima ammirazione per una persona e un professionista come Matteo Marani, che a un "giovane" come il sottoscritto può soltanto insegnare.

Seconda premessa: ho tanta stima del presidente Gravina, e anche in questo caso è quantomeno dovuta. Penso che abbia fatto ottime cose, allo stesso tempo credo che da presidente di un movimento che ha clamorosamente fallito l'accesso ai mondiali avrebbe potuto rimettere il suo mandato come segnale, ma anche che tante volte lotti contro i mulini a vento.

Detto questo, penso anche che, se fossero confermate le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, la manovra del numero uno della FIGC (per chi non avesse seguito, autorevoli colleghi hanno ipotizzato questo scenario) sulle prossime elezioni in Lega Pro rasenterebbe i confini dell’incidente istituzionale.

Intendiamoci: che il presidente federale abbia una qualche voce in capitolo e faccia uso della sua moral suasion - come del resto già accaduto di recente, in occasione della bocciatura del format proposto dal presidente Ghirelli - è comprensibile, persino nella natura delle cose.

Non condivido, per esempio, quanto detto sui social dall'attuale vicepresidente vicario Marcel Vulpis, a oggi l’unico candidato uscito allo scoperto, quando ipotizza problemi di regolarità delle prossime elezioni.

Accordi e pressioni esistono da sempre, se diventano di pubblico dominio non cambia poi molto e non ne farei una questione formale. Certo, se a portarli avanti fosse davvero il presidente federale non sarebbe proprio il massimo.

Quanto alla candidatura in sé, decideranno i club e in un processo democratico qualsiasi esito è da consentirsi non solo lecito ma soprattutto positivo. Da un punto di vista generale, c’è da considerare il momento che vive la federazione: più che con la FIGC, alla Lega Pro converrebbe semmai trovare una sintonia col massimo campionato.

Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma senza quei venti presidenti lì nessuna riforma ha speranze di futuro.

Sul nome di Marani, se sarà confermato: ho scritto di Vulpis che avere un “uomo nuovo” potrebbe essere una buona cosa e resto dello stesso avviso anche per un altro candidato con le stesse prerogative.

Discorso un po' diverso se il nome "federale" fosse quello dell'ex ministro Luca Lotti: la candidatura sarebbe autorevole, questo è sicuro, ma la provenienza dal mondo della politica lascerebbe più di un dubbio. Semmai, in qualsiasi caso ci sarebbe da chiedersi quanto, nelle speranze di vittoria, inciderebbero nome e carriera, in tutti i casi di altissimo livello, e quanto il “cappello” federale.

In altri termini: se Tizio vince perché ha un programma e convince i club, va tutto bene. Se vince perché la sua candidatura è calata dall'altro, molto meno. Non sarebbe un bel segnale di autonomia. In seconda battuta, e non è un aspetto irrilevante specie per le altre emittenti, nel caso specifico di Marani qualcuno potrebbe sollevare il tema del potenziale conflitto d’interessi di un presidente legato a uno dei broadcaster del campionato.

Ai club - e a chi si candiderà - l’ardua sentenza.

Ivan Cardia

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Nonostante il primo posto in classifica sia ormai irraggiungibile visti i 34 punti di distacco dalla capolista Catanzaro che ha ormai fatto il vuoto dietro di sé (il Crotone secondo è a -8, il Pescara terzo addirittura a -21) l’Avellino non vuole lasciare nulla di intentato per conquistare un posto nei play off e poi giocarsela a viso aperto contro ogni avversaria per l’ultimo posto valido per la promozione. In un mercato piuttosto dormiente infatti la società irpina si è mossa moltissimo sia in entrata, con quattro innesti, sia in uscita, con ben sei cessioni.

E non è finita qui.

Dopo aver rinforzato la difesa con l’arrivo di Simone Bendetti e il centrocampo con il ritorno di Sonny D’Angelo e l’acquisto di Davide Mazzocco il direttore sportivo De Vito concentra i suoi sforzi sull’attacco.

Oltre a Mamadou Tounkara infatti si cerca un altro colpo che possa alzare il livello sia tecnico sia d’esperienza. Il nome caldo in queste ore è quello di Michele Marconi, reduce da una stagione e mezza poco brillante in Serie B con le maglie di Alessandria e SudTirol e pronto a rilanciarsi in quella Serie C che lo ha visto spesso dominatore. L’accordo fra le parti sarebbe a un passo, con solo gli ultimi dettagli da limare, ma nonostante questo il club tiene accesi i riflettori anche su altri tre calciatori che rappresentano ottime alternative: dal solito Federico Melchiorri del Perugia, accostato a più riprese ai Lupi irpini, passando per Alessandro Gabrielloni del Como e Mattia Bortolussi del Novara. Quest’ultimo sarebbe l’alternativa più concreta, ma il tecnico Rastelli ha messo l’ex Pisa in cima alla lista dei desideri e il patron D’Angelo è disposto a fare un ulteriore sacrificio economico per accontentarlo con la speranza che possa aiutare a risalire la china in questi sei mesi conclusivi.

Servirà però nel contempo sfoltire un reparto piuttosto affollato, dove al momento figurano ben otto calciatori, con due giocatori in particolare a un passo dall’addio: l’esterno destro Micovschi e il centravanti Murano a cui non mancano le richieste da altri club del Girone C di Serie C. I due hanno le valigie in mano e dovranno solo decidere quale offerta accettare per giocare con quella continuità che ad Avellino gli è ormai preclusa dalle scelte di mister Rastelli e dagli arrivi di peso dal mercato.

Una semi rivoluzione che l’Avellino spera possa servire per invertire la rotta, ritrovare la via della vittoria che manca da un mese (anche se in mezzo c’è stata la pausa natalizia) e trovare una propria dimensione in zona play off per poi giocarsi il tutto per tutto nella fase finale della stagione che spesso e volentieri ha visto squadre che non partivano fra le favorite stupire e ribaltare i pronostici.

Tommaso Maschio

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