Club dei 100 - Raffaele Rubino, Novara e il record. L'eterno capitano azzurro

13.05.2020 09:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Raffaele Rubino
Raffaele Rubino

"Fu una scommessa del club nei miei confronti. E una scommessa da parte mia nel dover fare di tutto per dimostrare il mio valore". 

Il 2001 è l'anno in cui inizia la lunga storia tra Raffaele Rubino e il Novara. Una storia fatta di successi e record, di pagine di storia del club scritte insieme. Già da quel primo approccio. "Una società che non aveva ambizioni particolari ma solo voglia di far le cose per bene. Arrivammo ai playoff e perdemmo con la Pro Patria lo spareggio per approdare in C1". 

I ben 17 gol in C2 lanciano Rubino nel calcio che conta. Con il Siena conquista la promozione in Serie A ma, dopo un breve passaggio a Torino, ecco il ritorno in azzurro nel 2004 perché i bianconeri non trovano l'accordo proprio col Novara. Rubino non fa mancare l'ormai consueto impegno condito a suon di gol, ma il vai e vieni dal Piemonte prosegue. Prima la Salernitana, poi il Perugia. "Ai biancorossi andai perché con il presidente di allora ebbi qualche screzio". Poi però il ritorno con la nuova proprietà targata De Salvo nel 2007. "Il Novara ha dato a me tanto, quanto penso di aver dato io al Novara, come immagine e senso di appartenenza". 

È in quell'estate che Rubino capisce definitivamente di avere col Novara un rapporto speciale. Fare tante volte avanti e indietro può farti risultare poco simpatico alla piazza. Ma a volte il destino è imprevedibile. "Ci eravamo ritrovati in ritiro e il direttore Sergio Borgo mi avvicinò dicendomi: 'Dai vai a parlare tu con i ragazzi che ci dobbiamo trovare in sala riunioni'. 'Direttore, perché devo andare io?', chiesi. 'Perché da oggi sei il capitano del Novara', rispose. Quell'anno lì feci 18 gol e iniziò la mia esperienza vera, di vita, nel Novara calcio". 

Un percorso storico, ricordato di recente da Rubino assieme agli ex compagni con i quali conquista prima la B e poi la A, successo del quale l'anno prossimo ricorrerà il decimo anniversario. "Abbiamo scritto pagine importanti del calcio a Novara. Quel che a me ha dato il Novara ho provato a restituirlo col senso di dedizione. I record che ho ottenuto con questa maglia e i risultati non arrivano senza una certa attitudine al lavoro e coerenza". 

Dalla Serie C alla Serie A. E quel pomeriggio storico contro il Parma. "Segnai il gol che mi permise di ottenere il record di reti realizzate con una maglia in tutte le categorie professionistiche e che portò una vittoria importante. Il sogno nel cassetto di un bambino che si realizza". Una delle tante, oltre novanta segnate in azzurro. Difficile sceglierne uno più bello o più importante. "Ricordo uno in mezza acrobazia con la Cremonese o quello a Bergamo con l'Atalanta. Ma anche il primimissimo segnato contro la Valenzana in trasferta o il primo in casa col Castelnuovo". Anche se si parla di quasi vent'anni fa restano ricordi indelebili.

Purtroppo però anche le grandi avventure a volte finiscono. "Non so dire cosa sia successo, sono andato in scadenza di contratto e la società ha fatto altre scelte". È il 2014 e l'avventura di Rubino a Novara si chiude definitivamente e nel peggiore dei modi, con quella che risulta il più brutto capitolo della storia che lo lega al club azzurro, la retrocessione in Serie C nel playout col Varese. 

"Tornare in B non fece così male, ci avevamo provato, avevamo coronato il sogno di una città intera, giocandocela con divertimento, passione, entusiasmo. Invece la retrocessione in C è stata pesante. Dispiace avere chiuso così perché sono il secondo storico marcatore del club, a pochi dal primo, mi sarebbe anche piaciuto continuare sia a livello personale ma anche per provare a cancellare quel brutto passaggio". Cosa che riesce al Novara perché torna subito in Serie B. 

Una storia, quella di Raffaele Rubino e del Novara, nella quale non possono non essere ricordati alcuni compagni di squadra, con i quali ha convissuto i successi più recenti, come Rigoni, Centurioni o Marianini, per citarne alcuni. Ma anche con chi ha condiviso l'inizio di un percorso di crescita. "Ad esempio Brizzi, Colombini, Palombo. Giocatori di grande sensibilità e umiltà, per come sono fatto io l'aspetto umano conta molto". E tra gli allenatori Rubino ovviamente non può non citare Attilio Tesser. "Abbiamo vinto insieme e con lui ci sono sempre state stima e affetto". 

L'avventura di Raffaele Rubino a Novara si è chiusa anni fa. Per sempre o prima o poi verrà scritto un nuovo capitolo insieme ? "Nel calcio ormai può succedere di tutto, la speranza c'è sempre. Non nego che sarebbe una cosa bella". 

Dario Lo Cascio

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