Hockey Pista - Mi ricordo i Mondiali 1988

18.11.2020 08:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
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Hockey Pista - Mi ricordo i Mondiali 1988
© foto di hockeyhistory.eu

Per l'Hockey Pista internazionale il 1988 non è solo l'anno della delusione novarese nella Coppa dei Campioni, ma è anche quello che vede il trionfo della Nazionale italiana in Spagna, ancora terra di conquista per gli Azzurri, dopo il Mondiale di calcio del 1982.

A La Coruña è il dolce settembre galiziano e gli spagnoli si aspettano tanto dalle furie rosse di Carlos Trullols che può schierare una formazione spettacolare: Huelves tra i pali, Alabart, Josep Enrique Torner, Pauls e Ayats, con alle spalle, scalpitanti, Llonch, Jan Torner, Rovira, Pujalte e Zabalia.

Anche l'Argentina è una delle candidate al titolo, conosce benissimo l'hockey europeo con Martinazzo e Roldàn che militano nel Liceo, dal quale è appena partito Mario Rubio destinato a Lodi, con Pablo Cairo (Novara), Luz (Vercelli), Josè Luis 'Nero' Paez (Monza) Allende e Rodriguez (Porto). 

Il Portogallo è una mina vagante: perde in fase di preparazione Paulo Almeida, ma può contare su un portiere come Franklin, in difesa ci sono Antonio Alves e Realista, Vitor Hugo è la stella offensiva, al suo fianco ruotano Pauklo Alves e Vitor Fortunato, completano la rosa due elementi che arriveranno in Italia, Pedro Trinidade e Joao Pedro.

L'Italia, detentrice del titolo, è guidata da Gianni Massari che è costretto a lasciare a casa Girardelli (ritiratosi della Nazionale) e Colamaria (che verrà richiamato in futuro), Rigo (troppo giovane), i portieri Parasuco (non senza strascichi polemici) e il reggiano Aguzzoli. Gli Azzurri sono nel pieno della maturità sportiva con un portiere, Cupisti, che sta diventando una leggenda, Enrico Mariotti e Crudeli, immensi difensori, Dal Lago nel ruolo di centro (purtroppo alla sua ultima impresa), Milani e Bernardini ali irresistibili, Marzella, Massimo Mariotti e Amato grandi attaccanti.

Siamo a La Coruna, impianto che ospita le gare del “Liceo La Coruna“, formazione vincitrice delle ultime due edizioni (1987 ed ’88) della Coppa dei Campioni, nell’ultimo caso superando nel doppio confronto (1-2 e 4-1) proprio il Novara, come abbiamo appena visto.

Con sempre 10 formazioni iscritte e consueta formula a girone unico, a far compagnia alle “tre sorelle” si presentano Germania Ovest ed Olanda per l’Europa, mentre l’Africa aggiunge il Mozambico all’Angola a danno del Cile, con Argentina, Brasile e Stati Uniti a far sempre parte del lotto.

Il torneo ha uno svolgimento quanto mai lineare, visto che l’Argentina è sconfitta sia da Portogallo (0-2) che da Italia (0-1) e Spagna (0-3) per poi imporsi sulle altre sei partecipanti, così da consolidare il quarto posto finale, e la rassegna assume i contorni di un mini-torneo tra le tre favorite, con il calendario a prevedere il 13 settembre 1988 la sfida tra Portogallo e Italia, cui segue all’indomani il confronto tra Italia e Spagna ed il 15, a concludere, il derby iberico.

La sfida con il Portogallo si conclude in parità (1-1) e così la Spagna, vittoriosa per 4-1 sul Brasile, sale a quota 14 punti, con un punto di vantaggio sulla coppia formata da Italia e Portogallo.

Il 14 settembre 1988 sono circa in 8mila a darsi appuntamento per incitare le “Furie Rosse” al “Pazo dos Deportes de Riazor” e coronare un sogno inseguito da tutta una città, considerata altresì la forza della formazione allenata da quel Carles Trullols che, nel suo palmarès da tecnico degli spagnoli, può già vantare quattro titoli mondiali ed altrettanti continentali, potendo stavolta contare sulla forza di Huelves nelle vesti di estremo difensore ed Alabert, Josep Enrique Torner, Pauls ed Ayats quali componenti il quintetto base, cui si uniscono Llonch, Juan Torner, Rovina, Pujalte e Zabalia.

I padroni di casa attaccano a testa bassa, ma trovano di fronte a loro un muro insormontabile costituito da un Cupisti in una serata di grazia come poche altre volte gli è capitato durante la sua prestigiosa carriera, ma alla fine è costretto a cedere di fronte ad una radente conclusione di Josep Enrique Torner che, coperto, non vede neanche partire.

Il palazzetto diviene un’autentica bolgia, mantenere i nervi saldi è un’autentica impresa e, difatti, ne fa le spese Milani che, ad inizio ripresa, si fa espellere per aver – tanto per capire il clima – rotto il naso all’autore della rete, circostanza che, se priva la Spagna del suo miglior uomo, lascia solo tre giocatori azzurri – Crudeli, Massimo Mariotti e Marzella – a difesa di un eroico Cupisti.

La Spagna non sfrutta la superiorità numerica per chiudere l’incontro, così che gli azzurri pervengono al pareggio, prima che la tensione stavolta giochi un brutto scherzo ad Alabert, il quale viene espulso allorché mancano appena 19” alla fine.

Con un uomo in più  e con in pista, oltre a Cupisti, Bernardini, Marzella ed i fratelli Enrico e Massimo Mariotti, è proprio il più giovane dei due – Enrico, appena 19enne, giocatore del Vercelli così come Massimo – a servire in profondità Marzella il quale gioca la carta della disperazione, impattando la sfera al volo da posizione angolata per una conclusione che sorprende Huelves che non si aspettava una giocata del genere, per il punto del definitivo 2-1 che dà all’Italia la certezza quanto meno dell’argento.

I ragazzi di Massari sono in tribuna ad assistere alla sfida conclusiva costituita dal derby iberico dopo aver disposto per 7-1 della Germania Ovest e pertanto concluso il torneo con 17 punti (8 vittorie ed un pari) ed una differenza reti di +30 (39-9), ma se il Portogallo, attualmente secondo a quota 15, ed una differenza reti di +39 (48-9), dovesse sconfiggere la Spagna, farebbe suo il titolo.

Solo che la Spagna, oramai tagliata fuori per la medaglia d’oro, deve quantomeno salvare l’onore, compito che porta felicemente a termine grazie al successo per 2-1 sugli eterni rivali che le garantisce il secondo posto, con il Portogallo a completare il podio e gli azzurri a festeggiare il secondo titolo iridato consecutivo.

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fonte:   50' minuti di gloria (P.Virdi)-it.wikipedia.org

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