Il punto sulla Serie C - Gilardino e la Pro, Manconi e la Giana, il caos di Avellino ... (di Nicolò Schira)

13.02.2020 11:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Nicolò Schira
Nicolò Schira

Tanto rumore per nulla, verrebbe da dire. Nei giorni scorsi era circolata la voce - in realtà destituita di ogni fondamento - che la panchina di Alberto Gilardino fosse traballante. Scenario assurdo visto il buon lavoro fatto finora dal Campione del Mondo, che con un organico tra i più giovani della categoria sta pilotando la compagine piemontese verso una tranquilla salvezza con vista sui playoff. La brillante vittoria contro la seconda della classe Pontedera ha scacciato definitivamente le nubi maligne messe in giro ad arte da qualcuno che, evidentemente, ambisce a sedersi sulla panchina del Piola. Difficile dare altre spiegazioni dato che nell'anno in cui il patron Massimo Secondo ha deciso di ridimensionare drasticamente il budget, dopo anni di grandi investimenti, l'obiettivo dichiarato era la permanenza in categoria. Missione che Gila sta centrando, agevolmente, anche grazie al lavoro poco reclamizzato ma tremendamente efficace del diesse Massimo Varini. La bontà lavoro sul mercato estivo dell'esperto dirigente merita - a nostro avviso - una sottolineatura di merito. Varini è stato abile, infatti, a tagliare gli ingaggi più pesanti mantenendo competitiva la squadra, che - è bene ricordarlo - non ha mai occupato finora una delle ultime quattro posizioni e non è stata minimamente invischiata nelle lotta per non retrocedere. Alcune operazioni come il lancio del giovane Quagliata poi venduto a gennaio in Eredivisie sono state da applausi. Così come il ritorno a casa del figliol prodigo Rolando (2 gol in 2 partite) per sistemare l'attacco. Una sinergia quella Varini-Gilardino nata un giovedì di fine giugno a Milano all'Hotel Nyx, quando dopo un summit di oltre 3 ore scoccò la scintilla. Proprio Varini ebbe l'intuizione, poi avallata e sposata in toto da Secondo, di affidare la conduzione tecnica delle Bianche Casacche al giovane allenatore. Uno che ha scelto il pane duro della gavetta, partendo dalla D a Rezzato al posto di facili scorciatoie come accaduto a molti suoi colleghi dall'illustre passato. Ecco perché le gufate sulla sua posizione gli hanno fatto solo il solletico...

Restiamo nel girone A per porre l'accento sulla regina di queste prime giornate del girone di ritorno: la Giana Erminio. I lombardi hanno rivoluzionato l'organico nella finestra invernale di riparazione e i risultati si vedono. Particolarmente azzeccato l'acquisto in attacco di Jacopo Manconi, autore di 5 gol in 3 gare. Impatto da urlo per l'ex gioiellino del Novara. Il passato da enfant prodige è alle spalle, ma il numero 9 biancazzurro può ancora arrivare in alto. D'altronde quest'anno compirà appena 26 e ha tutta una carriera davanti per tornare almeno in B e magari provare a conquistare quella Serie A tanto sognata e più volte sfiorata. Nel 2014 il Novara sparò alto per il gioiellino cresciuto a Villanterio: 4 milioni di euro che scoraggiarono le pretendenti. A partire dalla Juve che l'aveva seguito a lungo, passando per Samp, Grasshoppers fino all'Udinese. Proprio i friulani furono i più vicini a prenderlo con l'offerta da 2 milioni cestinata da De Salvo. Forse da quella delusione Manconi non si è più ripreso come testimoniano le successive esperienze altalenanti tra Lecce, Trapani, Pavia, Carpi, Reggiana, Novara (in più fasi) e Gubbio. Un giro d'Italia giunto ora alla sua tappa più importante: da Gorzongola Manconi ha preso la rincorsa per tornare grande. 

Da un talento parzialmente inespresso a uno in rampa di lancio. Mattia Tirelli sta brucando le tappe per precocità: il classe 2002 della FeralpiSalò ha già collezionato in questa stagione 5 presenze in Lega Pro con tanto di gol alla Reggiana che è valso il pareggio per la truppa di Sottili. Mica male per chi ha soli 17 anni e va ancora a scuola. Un exploit che non è passato inosservato, tanto che parecchi club di categoria superiore lo stanno attenzionando. Al Turina si sono già palesati scout di Atalanta, Verona, Bologna, Sassuolo, Parma, Chievo, Spezia e Cremonese. Il club saloano l'ha blindato, in tempi non sospetti, con un triennale (essendo minorenne non poteva vincolarsi più a lungo). L'ennesimo gioiellino valorizzato dal diesse Gianluca Andrissi, che qualche anno fa a Monza aveva lanciato 16enne un certo Matteo Pessina, oggi titolare in A nel Verona dei miracoli targato Juric. L'anno scorso Tirelli era stato il più giovane debuttante della storia del club gardesano. Nato a Gavardo ma cresciuto a Villa Nuova, Mattia dopo l'anno di prestito agli Allievi Regionali della Vighenzi era tornato alla base nel 2018, imponendosi subito come il goleador di punta prima dell'Under 17 e poi della Berretti di Damiano Zenoni. Talmente micidiale da fare il salto tra i grandi nel marzo 2019, con tanto di maglia numero 10 al fianco del totem Caracciolo che lo riempie di consigli e insegnamenti. 
Una guida in campo e fuori per il giovane talentino bresciano che per caratteristiche tecniche e fisiche Tirelli ricorda il primo Paloschi. Quello lanciato 17enne in A da Carlo Ancelotti in un Milan-Siena deciso proprio dall'acuto dell'attuale centravanti del Cagliari. Scommettiamo che ne sentiremo parlare presto anche in categorie più importanti nel giro di un paio d'anni?

Rotoliamo verso Sud come cantavano i Negrita per scoperchiare ancora una volta il caos regnante ad Avellino. Facciamo un passo indietro, settimana scorsa fotografavamo così la situazione in casa biancoverde: "La pantomina degli ultimi giorni è qualcosa di stucchevole oltre che preoccupante tra veti incrociati e direttori bloccati quando avrebbero dovuto recarsi a Milano per condurre le trattative. Episodi degni di barzellette grottesche, ma c'è poco da ridere e i tifosi sono, giustamente, inferociti. Avellino merita rispetto e progetti chiari. Ci sono o no i soldi? Chi comanda in società? Martone è ancora operativo o è già sull'uscio? Troppa confusione tra Izzo, Circelli e Riccio. Anche perchè il rischio altrimenti è quello di bruschi risvegli. Ben peggiori di quelli di mercato, quando venivano trattati Evacuo e Castaldo e poi sono arrivati - con tutto il rispetto - Ferretti e Pozzebon... VOTO 4". Alcuni degli interrogativi che ponevamo hanno trovato risposta: il dg Nello Martone ha rassegnato le dimissioni dopo il ribaltone societario che ha visto il presidente Luigi Izzo entrare papa lunedì pomeriggio e uscire cardinale qualche ora dopo. Colpa del dietrofront di Nicola Circelli (socio al 50%) che dapprima aveva manifestato l'intenzione di vendere per poi rilanciare e prendersi la maggioranza. Un contropiede che ha portato all'addio di Martone e al ritorno di Salvatore Di Somma al comando dell'area tecnica. Da capire ora la convivenza con il diesse Carlo Musa, che appare complessa. Manca ancora la risposta al quesito principale e più annoso: ci sono i soldi? Manca poco e lo scopriremo. Circelli il pagamento degli stipendi ai tesserati (circa 285Mila euro) entro il 15 febbraio, cioè tra 2 giorni. Ancora qualche ora di passione e poi tutti i nodi verranno al pettine. Da non escludere neppure un ritorno, nel giro di qualche settimana, del tandem Sidigas-De Cesare al comando della società. Uno spiffero che circola con forza nella città irpina. Sarebbe clamoroso. L'ennesimo ribaltone di un'annata di passione per la tifoseria avellinese, che spera di scacciare lo spettro di penalizzazioni e peggio ancora libri in tribunale a fine campionato. 

Nicolò Schira

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