Il punto sulla Serie C - Domani il consiglio federale (di Marco Pieracci)

19.05.2020 11:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Marco Pieracci
Marco Pieracci

Stavolta, ci siamo davvero. La data segnata in rosso sul calendario è quella di domani, mercoledì 20 maggio, quando si saprà finalmente che ne sarà della nostra Serie C. Il Consiglio Federale esaminerà le proposte formulate e votate durante l’ultima assemblea dei club. E, diversamente da quanto qualcuno potrebbe immaginare, l’esito è tutt’altro che scontato. Se la conclusione anticipata del campionato, almeno per quanto riguarda la regular season, non è  in discussione, vista l’oggettiva impossibilità di attuare un protocollo dai costi insostenibili, altrettanto non si può dire per tutto il resto.

E di carne al fuoco ce n’è davvero tanta. Dalla determinazione della quarta promozione attraverso il discusso criterio della media punti, al blocco delle retrocessioni e dei ripescaggi dalla D. In attesa di una riforma strutturale che possa garantire un minimo di stabilità al sistema per i prossimi anni (forse solo una bellissima utopia) bisogna trovare la via di uscita migliore per risolvere l’attuale situazione di stallo, che dura ormai da troppe settimane e non può protrarsi ancora. Basta coi rimpalli di responsabilità. Non ci sono margini per altri rinvii e ripensamenti: una strada deve essere tracciata e seguita. Prendere delle decisioni definitive, condivisibili o meno, è questo l’unico modo per mantenere un briciolo di credibilità.

Chi scrive pensa che arrivati a questo punto, con dodici giornate di Serie A ancora da giocare, sarebbe probabilmente più sensato finirla qui, far calare il sipario sulla stagione e sfruttare l’estate per non pregiudicare anche il regolare svolgimento della prossima ma se si deciderà di spingersi oltre, verso l’ignoto, che lo si faccia rapidamente, in maniera decisa, senza cambiare idea al primo refolo di vento. Sui media nazionali un coro unanime saluta con toni trionfalistici la ripartenza della Bundesliga, celebrando dati di ascolto mai registrati prima per il campionato tedesco. Tutto legittimo, per carità, ma provate a servire una pizza fumante a chi è rimasto a digiuno per due mesi e vedrete che sarebbe divorata più o meno con la stessa voracità. Il calcio non può essere considerato solo un fenomeno televisivo e non dovrebbe essere l’audience a dettarne l’agenda. Serve una riflessione più profonda per capire se sia veramente il caso di ripartire.

La Lega Pro rivendica giustamente di essere stata la prima lega italiana a fermarsi, ha seguito un percorso coerente e adesso attende le disposizioni governative per capire come muoversi. Intanto ha messo a segno un gol salvezza, con l’ottenimento della cassa integrazione in deroga che, unita alla cancellazione del saldo e dell’acconto Irap, garantirà quanto meno un po’ di respiro alle finanze delle società, messe a dura prova dal lungo periodo di inattività. Nonostante le buone intenzioni la proposta di un fondo di garanzia che sostituisca le fideiussioni invece non convince pienamente perché, se non accompagnata da adeguati balzelli, rischia di essere interpretata come una sorta di piomba liberi tutti trasformandosi nel più classico degli autogol.

Marco Pieracci

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