Il punto sulla Serie C - Dieci giorni ancora e torneremo a parlare di calcio giocato (di Tommaso Maschio)

18.06.2020 11:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Tommaso Maschio
Tommaso Maschio

Ancora dieci giorni e la Serie C tornerà in campo dopo un lunghissimo stop. La fine di un’astinenza e chissà se anche di tante polemiche che hanno caratterizzato – assieme a lutti e dolori – questi ultimi tre mesi della nostra esistenza e probabilmente caratterizzerà, visti i numerosi ricorsi presentati, anche i prossimi mesi. Ricorsi che difficilmente troveranno accoglimento, viste le mosse della FIGC atte a evitare code processuali che andrebbero a incidere anche sulla prossima stagione già segnata dai ritardi di quella attuale.

Si tornerà in campo con la finalissima di Coppa Italia fra Ternana e Juventus Under 23 che si giocherà per la prima volta in gara unica e che servirà non solo ad assegnare il titolo, ma anche a delineare la griglia dei play off promozione dove si sono registrare ben sei defezioni – segno che i problemi c’erano e non erano solo un’impuntatura di certi presidenti – e che chiuderanno una stagione unica, particolare e probabilmente irripetibile.

Si tornerà in campo anche con le gare d’andata dei play out dove 12 squadre si giocheranno in 180 minuti una stagione e il futuro nel professionismo. Saranno gare ad altissima tensione perché tornare in campo dopo oltre tre mesi, con poche settimane di allenamento vero nelle gambe, per giocarsi tutto è qualcosa di cui molti avrebbero fatto a meno. Una decisione difficile da digerire soprattutto per chi era sicuro, dall’altro del vantaggio accumulato nei primi due terzi di stagione, di poter giocare ancora un altro anno almeno in Serie C. Le decisioni del Consiglio Federale hanno però ribaltato tutto: prima bocciando il blocco delle retrocessioni, poi decidendo di far concludere la stagione solo attraverso play off e play out vista l’impossibilità di chiudere la stagione in maniera regolare.

Dieci giorni ancora e torneremo a parlare di calcio giocato, oltre che dell’inevitabile mercato già attivo seppur la data reale d’inizio è stata spostata a settembre, e forse riusciremo a metterci alle spalle un periodo che nessuno di noi avrebbe mai pensato di vivere sulla propria pelle. Un ritorno alla normalità che però non deve far dimenticare quello che sono stati gli ultimi tre mesi, le storture del sistema calcio che sono emerse, le troppo ampie differenze fra le categorie, fra i giocatori – per non parlare delle giocatrici dei campionati femminili costrette a comportarsi da professioniste, ma per status ancora dilettanti -, gli interessi di bottega messi di traverso all’interesse comune e l’incapacità ancora una volta di fare davvero sistema per superare le difficoltà e rilanciare un mondo che dietro una bella copertina mostra tante, e troppe, crepe ancora. Nella speranza che le riforme da tanti annunciate e agognate possano risistemare fin dalle fondamenta questo nostro amato, e a volte odiato, calcio.

Tommaso Maschio

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