Il punto sulla Serie C (di Tommaso Maschio)

02.09.2020 11:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Tommaso Maschio
Tommaso Maschio

Nella giornata appena conclusa si è aperta una anomala finestra di mercato. Di solito di questi tempi eravamo abituati a stilare griglie di partenza, pagelle, promossi e bocciati. Mentre oggi, causa la pandemia che ha allungato la scorsa stagione e fatto slittare questa, ci troviamo quasi al palo con davanti un mese di trattative più o meno frenetiche.

Quasi al palo perché di movimenti ce ne sono già stati parecchi con alcune squadre particolarmente attive – dalla Sambenedettese argentina passando per Gubbio, Mantova e Lecco per finire col Padova e il Piacenza (ma anche un Picerno che al momento non sarebbe al via per le note vicende) – e altre pressoché ferme come per esempio le big Bari, Perugia e Livorno, ma anche Pro Vercelli, Carpi o Ternana. Chi perché fresco di retrocessione, chi perché alle prese con una cambio di allenatore che è andato più lungo del previsto, chi perché ancora non ha la certezza di chi sarà il nuovo proprietario che dovrà esporsi economicamente per rinforzare o costruire pressoché da capo la squadra per la prossima stagione.

Al momento le tanto discusse liste a 22 non sembrano aver frenato più di tanto le squadre, ma probabilmente fra qualche settimana qualche problema su questo fronte potrebbe sorgere anche se le regole sono chiare già da tempo, e non sono cambiate nel mentre, per cui i direttori sportivi o gli uomini mercato si saranno già fatti i conti in casa per non sforare o rischiare di ritrovarsi senza spazi per nuovi acquisti in quei ruoli che ne necessitano.

Sarà un lungo autunno anche lontano dai saloni degli hotel milanesi perché c’è ancora da completare l’organico della Serie C. E questo onestamente era un qualcosa di cui non se ne sentiva il bisogno al termine di un’annata difficilissima dove tutto sommato la Serie C è riuscita a tenere ed evitare quel bagno di sangue che in tanti, compreso colui che scrive, temeva. Sono solo tre su 60 le squadre che non si sono iscritte, mentre altre due rischiano di saltare per motivi che nulla centrano con il Coronavirus e la pandemia. Pandemia che speriamo non condizioni troppo anche la stagione entrante, che partirà quasi certamente senza tifosi sugli spalti (o nella migliore delle ipotesi con una presenza ridottissima) e con un protocollo che se non sarà rivisto rischia di pesare davvero troppo sulle casse delle società.

Tommaso Maschio

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