Il punto sulla Serie C (di Nicolò Schira)

03.12.2020 11:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Nicolò Schira
Nicolò Schira

Alla faccia dell’esonero inaspettato. Lo sapevano tutti tranne il diretto interessato: Carmine Gautieri. Per il tecnico napoletano qualunque risultato ottenuto domenica pomeriggio sul campo del Carpi sarebbe stato inutile. La Triestina, infatti, da giorni aveva deciso di esautorarlo per puntare su Bepi Pillon. Tanto che sabato sera l’allenatore di Preganziol ha declinato le avance di un club di Serie B come il Pescara per non disattendere l’impegno preso con Mauro Milanese qualche giorno prima come raccontatovi in prima persona via social e riportato da vari organi di informazione (LEGGI QUI). Addirittura dall’Abruzzo, forse per mitigare il no incassato, filtrava come Pillon avesse già firmato un pre-contratto con gli Alabardati. Ci sembrerebbe strano e oltretutto poco rispettoso nei confronti di chi poche ore dopo sarebbe sceso in campo per affrontare il Carpi. Meglio pensare a un flirt in corso. Con un destino comunque già segnato. Forse neppure una vittoria avrebbe procrastinato l’avvicendamento al timone dei biancorossi. Eppure Gautieri - nonostante le tante assenze (7 casi di Covid-19) - era comunque a -5 dalla vetta. Un po’ come l’Inter in Serie A le aspettative erano superiori all’attuale resa della squadra, ma il tempo per recuperare ci poteva essere. A patto di una fiducia, che evidentemente da parte della sua società era venuta meno. Anche perché nell’ultimo triennio si sono specializzati a Trieste nei cambi di guida tecnica. Per maggiori informazioni chiedere a Sannino e Pavanel. E fin qui tutto normale, classico scenario di allenatore cambiato. Forse le tempistiche sarebbero dovute essere diverse. Perché aspettare l’esito di una gara, se una scelta era già stata fatta? Ah saperlo. Probabilmente ci diranno che una decisione è stata maturata soltanto nella notte tra domenica e lunedì e quindi successivamente al 2-2 della Triestina al Cabassi. Mah, sarà. Facciamo finta di crederci. Anche perché l’ombra di Pillon aleggiava sul Rocco da settimane. Di top secret era rimasto ben poco. E il suo no al Pescara non poteva essere motivato da una semplice speranza di andare a Trieste. Il rischio di restare col cerino in mano non lo avrebbe corso nessuno. E infatti alla fine ogni pezzo del puzzle è andato, automaticamente, al suo posto: Breda domenica pomeriggio si è collocato a Pescara dopo il no di Pillon che puntualmente è stato annunciato dalla Triestina. Tutto secondo copione. Peccato solo per il povero Gautieri che a Carpi credeva, legittimamente, di poter essere ancora artefice del proprio destino. E invece tutto era già stato deciso.

Anche quest’anno il Como si avvia verso un’altra incompiuta dopo l’anonima scorsa stagione. In riva al Lago rischiano di abituarsi, mestamente, a lottare per posizioni di metà classifica, quando gli obiettivi della proprietà erano ben altri (Serie B). D’altronde chi è causa del suo mal, pianga se stesso. Scomodiamo i celebri versi dell’Inferno dantesco per fotografare la crisi lariana, iniziata in estate con la conferma di Marco Banchini al timone della formazione biancoblù. Il tecnico vigevanese già nel campionato scorso aveva dimostrato poca dimestichezza nel pilotare una fuoriserie e alla prime curve è andato fuori strada, steccando diverse gare abbordabili (Giana, Pergolettese e Olbia). Inevitabile l’esonero dopo lo scialbo 0-0 in casa contro il Piacenza. Un pareggino che sarebbe potuto diventare sconfitta senza le decisive parate di Facchin. Troppo poco vista la differenza di budget tra le due squadre. Una brutta figura, oltretutto arrivata nel Monday Night targato Rai. Non esattamente lo spot migliore per il nuovo corso inglese. La classica goccia che ha fatto traboccare un vaso già ammaccato e malandato. D’altronde il diesse Charlie Ludi non era convinto di tenere Banchini al termine della scorsa stagione, tanto da aver portato al Sinigaglia un vice ingombrante come Jack Gattuso, suo uomo di fiducia dai tempi di Novara. Il segnale di come - alle prime difficoltà - ci sarebbe stato il ribaltone in panchina. Scenario che vi avevamo già profetizzato in tempi non sospetti lo scorso 25 giugno con tanto di titolo “Banchini-Gattuso, una poltrona per due” (LEGGI QUI). Nonostante le perplessità di parte della dirigenza e della tifoseria, Gandler però ha preferito proseguire con Banchini. Una scelta fotocopia di quella operata all’indomani dell’addio di Ninni Corda nell’estate 2019. In entrambi i casi i fatti hanno dato torto al manager inglese. E ora cosa accadrà? Gli impegni ravvicinati giocheranno un ruolo decisivo per Gattuso, che in passato ha sempre preferito allenare la Berretti e il ruolo di collaboratore tecnico a quello di tecnico in Prima Squadra. La piazza comasca intanto sogna il ritorno di Fabio Gallo, che ha avuto contatti indiretti nei giorni scorsi col ds Ludi. Un filotto di successi potrebbe assegnare la panchina a Gattuso, levandolo la scomoda etichetta di traghettatore che l’ha accompagna da martedì pomeriggio. L’ultima parola, come sempre, spetterà a Michael Gandler e al suo consulente di fiducia, l’ex mediano del Chelsea Dennis Wise. Uno che il calcio italiano e, soprattutto quello di Lega Pro, lo conosce ben poco...

Continua l’odissea del Livorno. Neanche il tempo di godersi la buona notizia degli stipendi (seppur in ritardo...) saldati, in attesa della prossima scadenza del 16 dicembre, che le giovanili del club amaranto rischiano...lo sfratto! Ieri pomeriggio, infatti, la compagine Under 17 amaranto non ha potuto allenarsi nel consueto centro sportivo, trovando l’ingresso sbarrato e lucchettato. Da 3 mesi, infatti, il titolare della Banditella non viene pagato dalla società livornese e ha deciso di non mettere più a disposizione del club la propria struttura. Insomma, la situazione rimane preoccupante e rischia tra un paio di settimana di precipitare. Nuovamente. In ballo il saldo degli stipendi (500mila euro) per evitare penalizzazioni e possibile sparizione della società. Intanto in città vige il silenzio, anche se il sindaco sarebbe pronto - nella peggiore delle ipotesi - a far ripartire l’anno prossimo il calcio a Livorno dalla Serie D grazie alla Pro Livorno. Una possibile scialuppa di salvataggio in un mare di guai, quelli in cui sta navigando ormai da mesi il glorioso sodalizio labronico. D’altronde se le giovanili vengono sfrattate per 2500 euro diventa difficile pensare che possa essere ottemperata in tempo la scadenza del 16 dicembre, quando l’importo da versare sarà 200 volte superiore...

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