Il punto sulla Serie C (di Marco Pieracci)

24.03.2020 11:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Marco Pieracci
Marco Pieracci

Ci siamo appena lasciati alle spalle la prima domenica senza sport della storia, consapevoli che non sarà l’ultima e un profondo senso di malinconia ci pervade. La quarantena costringe a restare lontani dagli affetti, un sacrificio doloroso ma inevitabile. Impossibile fare previsioni sul se e quando si tornerà alla normalità. Non è dato saperlo. Anche il calcio se ne rimane fermo in disparte, in attesa di riprendersi la scena in un tempo non meglio precisato. In questo inizio di primavera gli aggiornamenti da seguire non arrivano dai campi, ma dalla sede romana della Protezione Civile e gli eroi della domenica tutti coloro che sono in trincea, impegnati in prima linea in questa durissima battaglia contro un nemico invisibile. Medici, infermieri, farmacisti e chi quotidianamente lavora nei supermercati o guida un camion di generi alimentari per assicurare il soddisfacimento dei bisogni essenziali. Sono loro le stelle da ammirare. Non c’è Cristiano Ronaldo che tenga.

Ed il nome del fuoriclasse portoghese, ora in isolamento nella sua Madeira, non lo facciamo casualmente, perché stiamo parlando dello sportivo più pagato in Italia. In queste ore fervono le discussioni sull’opportunità di tagliare o meno gli stipendi dei calciatori. Una proposta ragionevole, a patto che si facciano delle distinzioni nette. In Serie A si guadagna bene e spesso l’emolumento percepito è soltanto una delle fonti di reddito da mettere a bilancio, considerando i ricchi proventi derivanti da sponsor ed altre attività collaterali. Sia chiaro, in una logica condivisa tutti devono fare la propria parte ma nelle categorie inferiori, soprattutto in C, fatta salve le eccezioni che si contano sulle dita di una mano, la preoccupazione principale di ogni tesserato è riuscire ad arrivare alla fine del mese. Senza gli incassi garantiti dal botteghino, molte società rischiano seriamente di chiudere bottega.

Prima che lo tsunami Coronavirus deflagrasse, sconvolgendo con una velocità inimmaginabile le nostre vite, si parlava di defiscalizzazione per venire incontro ai club in difficoltà. Una goccia nel mare? Forse, ma sarebbe almeno un primo segnale concreto per evitare che tutto quanto è stato fatto di buono nel percorso virtuoso verso la sostenibilità economica intrapreso in questi mesi non vada in fumo. Particolare non secondario, dalla Lega Pro è arrivata la risposta migliore alla situazione di emergenza mentre ai piani superiori continua a regnare sovrana la confusione e si brancola nel buio con alcuni presidenti, peraltro sempre gli stessi, che vorrebbero riprendere anticipatamente gli allenamenti, infischiandosene delle regole e soprattutto del buonsenso, credendosi al di sopra di tutto. Atteggiamenti censurabili, a maggior ragione in un momento storico come questo, dove il nostro Paese è chiamato a unirsi e non a dividersi, privilegiando gli interessi collettivi a quelli personali. Remare tutti nella stessa direzione oggi è l’unica maniera per non pagare conseguenze peggiori domani.

Marco Pieracci

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