Il punto sulla Serie C (di Luca Bargellini)

26.02.2021 11:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Luca Bargellini
Luca Bargellini

Sarà per l’età o per una certa predisposizione al trovare soluzioni ai problemi che mi si pongono davanti, ma la settimana che sta per chiudersi mi ha dato modo di riflettere su un paio di temi che hanno animato queste ore. Di calcio giocato, al netto dei tanti recuperi che costellano il calendario ne troviamo traccia relativa, ma del resto ne abbiamo in abbondanza. Iniziando dalla rielezione di Gabriele Gravina alla presidenza della FIGC.

GABRI 2.0

Il secondo mandato dell’ex numero uno della Lega Pro, arrivato con dei risultati bulgari, dà ufficialmente il via alla fase della riforma del sistema calcistico. I consensi che Gravina ha ottenuto, non solo nelle tre serie professionistiche e nelle associazioni di categoria (AssoCalciatori e AssoAllenatori giusto per intendersi), ma anche nella LND, feudo dello sfidante Cosimo Sibilia, concedono sull’attuale presidente federale una libertà di manovra quasi sorprendente. Tradotto: tutti o quasi si fidano di lui.
Cosa significa questo per l’attuale Serie C ? Da una parte la profonda conoscenza della terza serie da parte del numero uno del calcio italiano è senza dubbio da considerarsi un vantaggio. Durante la sua esperienza in Via Jacopo da Diacceto, infatti, Gravina ha gettato le basi per il lavoro portato avanti dall’attuale governance. Un dettaglio, questo, non di poco conto, soprattutto in questo momento di analisi e progettazione. Al tempo stesso, però, è chiaro che le attenzioni della FIGC non potranno e non dovranno essere rivolte solo alla Serie C, bensì ad una ristrutturazione sistemica che abbracci ogni categoria. Francesco Ghirelli dovrà, in quest’ottica, vigilare perché le serie maggio non “scippino” (termine brutto ma calzante) quel novero di squadre in predicato di dare vita a quel nuovo campionato intermedio fra la C e la cadetteria. Perché se per molti che diventi una B2 o una C1 cambia poco, la realtà racconta altro. Racconta di nuovi equilibri all’interno di un sistema che in passato ha ballato, o traballato, sul filo del rasoio in più di un’occasione. E se cedere un tot di club alla Lega superiore sarebbe un problema anche da solo, se per caso dovesse accadere senza quelle riforme necessarie al sostentamento economico dei club sarebbe un vero disastro.

IL LIVORNO AL POPOLO

E visto che stiamo parlando di vil danaro e di società che ne hanno bisogno diviene impossibile da evitare un riferimento alla situazione del Livorno. Mentre il manager indiano pare, al momento, essere scomparso come un piatto di pollo Tikka Masala in un giorno di festa, il nome di Franco Favilla rimane ancora in circolazione. Giorgio Heller continua a fare il punto sulla trattativa a mezzo stampa, ma ancora di concreto non vi è nulla. La società, infatti, è esattamente allo stesso punto in cui si trovava a fine 2020. Persino il deferimento al TFN per inadempimenti legati a stipendi etc è lo stesso. Tanto che dopo il -5 in classifica di fine anno potrebbe arrivare un altro -4 che spezzerebbe ulteriormente le gambe alla chance salvezza della formazione di Alessandro Dal Canto. Esiste, dunque, un barlume di speranza? Sembra di sì e arriva dalla tifoseria amaranto. La mobilitazione civile nata attorno al progetto di azionariato popolare raccolto sotto l’insegna di “Livorno_Popolare” ha già convinto ben 2500 persone (in una sola settimana) ad aderire. Fra questi anche molti ex calciatori del passato amaranto fra i quali l’ex capitano Andrea Luci e Marco Amelia hanno deciso di partecipare, usando il proprio nome e la propria notorietà come volano per cercare di aumentare il numero degli iscritti. “Ne servono tanti altri per passare alla fase successiva e iniziare un'interlocuzione ufficiale con i soci dell' AS Livorno per comprendere in maniera più completa possibile il quadro economico. Nessuno verrà a salvarci. Mettiamocelo in testa” si legge nella nota del collettivo pubblicata nel pomeriggio di ieri e sinceramente faccio il tifo perché riescano nel loro intento. Anche perché chi attualmente guida il club, visto ciò che ha combinato negli ultimi mesi, meriterebbe il commissariamento da parte della Lega Pro. Sia chiaro, si tratta di uno strumento inesistente fra quelli a disposizione del Palazzo per gestire le situazioni di crisi, ma quanto visto nella città toscana lo fanno desiderare eccome.

ELEVEN SBARCA IN SERIE A ?

Chiudo con la notizia data ieri da Il Sole 24 Ore in merito ad una intesa fra Sky ed Eleven Sports per l’acquisizione dei diritti televisivi della Serie A. Due broadcast che per chi segue la C rappresentano una vecchia e una nuova conoscenza. Alla base dell’accordo, che pare aver messo sul piatto della massima serie una proposta da 860 milioni di euro, l’idea di creare il canale ufficiale della Lega di Serie A che produca direttamente le immagini e le venda successivamente ai soggetto interessati. In sintesi e con le dovute differenze si tratta di una versione in larga scala di quanto Eleven Sports fa oramai da anni in Lega Pro. Evidentemente anche i grandi possono imparare dai piccoli.

Luca Bargellini

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