Il punto sulla Serie C (di Luca Bargellini)

05.02.2021 11:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Luca Bargellini
Luca Bargellini

E’ stata una lunga chiacchierata quella che ho avuto modo di fare con il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli nel pomeriggio di mercoledì. Un dialogo dal quale è nata una lunga intervista che potete trovare sulle pagine di TuttoMercatoWeb.com e che contiene al suo interno il manifesto programmatico di quello che sarà il secondo mandato del dirigente umbro in Serie C.

Un’avventura, quella iniziata da Ghirelli con l’elezione dello scorso gennaio a Roma, che ha come compito primario il rinnovamento del campionato di terza serie all’interno di un vero progetto di riforma del sistema calcistico italiano. Una vera rivoluzione, insomma, accompagnata parallelamente dalla necessità di trovare le modalità migliori per uscire dalla crisi, ma che potrà prendere davvero il via solo dopo la probabilissima conferma di Gabriele Gravina alla presidenza della FIGC nell’appuntamento del prossimo 22 febbraio.
Andando ad analizzare quelli che sono i punti di vista espressi dal numero uno della Lega Pro nel confronto citato qualche rigo fa, alcuni di questi si possono condividere, mentre su altri, per quanto mi riguarda, le differenze permangono.

IL VIL DENARO

Prima di tutto deve essere chiaro che senza il supporto del Governo (sperando ve ne sia uno al più presto…), lo sgravio dei costi sanitari per far fronte alle spese dovute al Covid e il potenziamento del credito d’imposta, ogni discorso in prospettiva futura è assolutamente inutile. Perché prima di far intraprendere un percorso riabilitativo ad un paziente occorre salvargli la vita.

DIGNITA’ RITROVATA

Assodato questo elemento fondamentale ecco la prima divergenza. Ghirelli ha detto che la lotta per l’abolizione del decreto dignità, ovvero quel decreto istituito dal primo Governo Conte che impediva la pubblicizzazione delle agenzie di scommesse, non è una priorità. Visto però il flusso dei soldi che ruota attorno al mondo del betting riaprire questo canale vorrebbe dire per la C, così come per A e B, il ritorno di una liquidità oggi dimenticata. Tanto, lo sappiamo tutti che la piaga della dipendenza da gioco non si cura nascondendo le agenzie, bensì attraverso l’educazione dei giovani alla comprensione dei problemi che ne possono derivare.

DUE SERIE C

Giusto invece lavorare per rendere sempre più efficace il minutaggio dei giovani calciatori e la discussione analitica su quale possa essere, sia in termini di costi che di spettacolarità, la forma migliore per i gironi del campionato. Al tempo stesso, però, quest’ultimo tema è secondario: la scissione delle sessanta squadre attuali in due tronconi è e rimane prioritaria. Tema, questo, che chi ha la bontà di leggermi ricorderà come un vecchio cavallo di battaglia la riproposizione della Serie C1 e C2. La prima composta da 20 squadre con un forte legame con il mondo della Serie B e col professionismo in generale, mentre la seconda, semiprofessionistica, avente come compito il ruolo di scalino intermedio fra i big e la LND. Una Lega Pro, dunque, rinnovata ma che mantiene la propria missioni di essere un campionato di formazione e di passaggio fra il mondo di base e l’olimpo degli Dei.

BENEDETTE (?) SECONDE SQUADRE

Poi il tema più spinoso: le seconde squadre. Ha ragione Ghirelli nel dire che la Juventus ha ottenuto dei primi risultati, sia in termini di valorizzazione del patrimonio tecnico divenuto più utile per la prima squadra, che di incassi derivanti dalla cessione dei medesimi giocatori. Al tempo stesso è evidente come tale progetto richieda dei costi di avvio, tra infrastrutture, staff e costi d’iscrizione ben più alti rispetto a quelli di una normale società e che in un momento di difficoltà come quello attuale sia impensabile che vengano accettati. Tre, massimo quattro club di A, potrebbero, ma probabilmente non di più. Per questi motivi, forse, sarebbe meglio dare più spazio alle multiproprietà o, meglio ancora, a forme di partnership fra club di campionati differenti. Questo permetterebbe alle formazioni di A di dare valore al proprio capitale tecnico e alle piccole società una liquidità importante senza però perdere la propria identità territoriale. Ovviamente tutto secondo norme precise e che vietino al Golia di turno di fare il prepotente.

Sul VAR, infine, nulla da dire. Con l’avvento della tecnologia il calcio di Serie A e, presto, di Serie B sono divenuti letteralmente un altro sport rispetto al calcio ancora in essere in C. I costi, però, sono evidentemente proibitivi per la terza serie ed è giusto, dunque, coltivare solide realtà anziché sogni poco attuabili.

Staremo dunque a vedere quale sarà il volto della Lega Pro per i prossimi anni. Quali progetti verranno messi in atto e quali, invece, messi da parte. La voglia di rinnovamento c’è, adesso occorre cavalcarla nel modo migliore possibile. E la sensazione è che non occorrerà attendere molto per scoprire le carte. Forse meno di quanto ci si potrebbe aspettare...

Luca Bargellini

-