Il punto sulla Serie C (di Luca Bargellini)

27.07.2020 11:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Luca Bargellini
Luca Bargellini

“Il Re è morto, lunga vita al Re !”. Una frase, poche parole che sembrano una contraddizione, ma che in realtà rappresentano al meglio il passaggio fra il vecchio mondo e il nuovo. Fra la stagione oramai andata in archivio e quella che inizierà a breve. Fra la Serie C 2019/2020 e quella 2020/2021.
Proprio per questo motivo nel giro di poche ore chi segue la Lega Pro è “costretto” a passare delle celebrazioni per la promozione della Reggiana in Serie B ventuno anni dopo l’ultima volta (un applauso è dovuto al presidente Quintavalli e al ds Tosi che hanno saputo portare a casa un traguardo con abnegazione, professionalità e senza ricorrere alla consueta polemica da salotto che molti altri club hanno usato negli ultimi mesi), alle riflessioni su quello che sarà il campionato venturo. Perché sono ancora tanti i nodi da sciogliere e i punti interrogativi a cui dare risposta.

TRABALLA IL GRANDUCATO

Iniziando a fare la conta delle varie società aventi diritto all’iscrizione alla Serie C 2020/2021, fra quelle già presenti in seno alla Lega Pro, occorre subito fare una distinzione. Da una parte ci sono club che hanno già completato le procedure per essere ai nastri di partenza e altri che stanno ancora definendo le prossime mosse.

Come ad esempio la Carrarese che proprio nella giornata di ieri ha incontrato Silvio Baldini con il quale si è deciso di andare avanti insieme ancora per un altra stagione. Un passo importante per la società toscana dopo la bruciante delusione della semifinale playoff di quest’anno. Quello che adesso occorrerà capire è se assieme alla proprietà e al tecnico andranno avanti anche Francesco Tavano e Massimo Maccarone, ovvero i due leader attorno al quale si è costruito l’attuale progetto tecnico del club. L’anagrafe dei due farebbe pensare ad un addio, ma dare per scontato il futuro di vecchie volpi come l’ex Valencia e l’ex Middlesbrough è quanto meno pericoloso.

Scendendo lungo la dorsale dell’Appennino da Carrara ci troviamo ad Arezzo dove la situazione è ancora più ingarbugliata. Il presidente Giorgio La Cava è pronto ad iscrivere il club amaranto al prossimo campionato, ma ha bisogno di soci per poter andare avanti. Altrimenti occorrerà cedere il pacchetto di maggioranza. Una situazione, quella del ‘Cavallo Rampante” che è arrivata anche nelle aule del Consiglio Comunale dov’è emersa la possibilità di una soluzione legata ad imprenditori del territorio. Al tempo stesso, però, alcuni manager della Capitale si sono fatti sotto con altrettanto interesse. Dipenderà solo da La Cava il futuro del club: passare la mano o rilanciare? Il dubbio è questo.
Ancora più a sud, ma sempre nell’ex Granducato di Toscana rimane da chiarire la posizione del neo promosso Grosseto. L’attuale proprietà ha fatto uno sforzo enorme per arrivare in Serie C e le promozione ottenuta sul campo può ripagare delle fatiche compiute con le soddisfazioni emotive, ma il professionismo è ben diverso (soprattutto nei costi). Così occorrerà reperire sostanze che permettano alla società maremmana di trovare una nuova stabilità. Un assetto che potrebbe essere trovato grazie al ritorno di Piero Camilli. L’imprenditore di Acquapendente è stato al timone del club per 15 anni, portando il Grifone a stazionare per sei anni consecutivi in Serie B. Ricordi splendidi, impossibili da cancellare, ai quali una piazza intera pare essere pronta ad appigliarsi per il futuro prossimo. E in quest’ottica il ritorno in Maremma di Vincenzo Minguzzi è senza dubbio un segnale degno di nota.

SULLA PUNTA DELLO STIVALE... E OLTRE

Cambiando l’orizzonte dalla Toscana al profondo Sud ecco che troviamo storie differenti, ma medesimi dubbi.

Come quelli del Potenza che Salvatore Caiata ha riconsegnato nelle mani delle amministrazioni. Il sindaco della città lucana Mario Guarente ha fatto un appello all’imprenditoria locale per dare un futuro al club, ma ad oggi non risultano esserci segnali positivi. Ecco perché non è da escludere che sia lo stesso Caiata a portare avanti la società seppur con un progetto diverso rispetto a quello della stagione che si è appena conclusa. Meno giocatori di livello e più giovani, meno spese e più contenimento dei costi. Meno sogni di gloria e più concretezza. Che comunque non guasta mai.

In Sicilia, invece, i dubbi riguardano in particolare Catania e Sicula Leonzio. Gli etnei sono, di fatto, passati nelle mani della SIGI che a breve dovrà iniziare a saldare le tante pendenze in essere per presentarsi ai nastri di partenza della prossima stagione. Un’impresa importante, questa, dalla quale si capirà lo spessore dei nuovi azionisti. Discorso simile per il club d Lentini che è in attesa di scoprire se la famiglia Leonardi potrà andare ancora avanti nonostante le ultime vicissitudini personali. La società bianconera è sana e quindi appetibile per eventuali acquirenti, ma il calcio post-Covid non regala grandi certezze e così anche per un club come la Sicula il futuro appare un mistero.

LE “STRANIERE”

infine, in questo quadro dai contorni non del tutto definiti, ci sono da prendere in considerazione anche le posizioni di quelle società che ad oggi non fanno pienamente parte del mondo della Lega Pro.

Come ad esempio il club oggi in D che puntano alla riammissione (Ravenna e Giana Erminio in pole come vi abbiamo raccontato anche un settimana fa), al ripescaggio (leggi Foggia per il quale è possibile anche un cambio di proprietà nel medio periodo) o che attendono di capire se potranno salvarsi dallo spettro della retrocessione in C. Fra queste ultime ci sono realtà molto variegate. Dalla Juve Stabia che potrebbe avanti senza grossi problemi seppur con il rischio di dover salutare Francesco Manniello, a società come Pescara, Peugia e Venezia che a causa il peso economico dei loro attuali progetti sarebbero chiamate ad un profondissimo restyling, fino ad arrivare al Trapani che di fronte all'ipotesi di un cambio di categoria accuserebbe un colpo pesantissimo.

“Il Re è morto, lunga vita al Re !”. Con la speranza che il nuovo sia sempre meglio del vecchio.

Luca Bargellini

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