Il punto sulla Serie C (di Ivan Cardia)

Piano piano, si muove il mercato. Aspettiamo ancora di sapere quale sarà la composizione definitiva della prossima Serie C. Poi toccherà ai gironi, che dovrebbero ricalcare la divisione delle ultime stagioni: la valutazione sui costi, aggiungiamo giustamente, sarà una questione dirimente anche sotto questo profilo. Quanto alla differenza di qualità, i playoff alla fine hanno detto che non c’era quella che ci si immaginava, perché il girone A ha fatto tutto sommato la parte del leone, anche a conferma di quanto fosse fuori contesto paragonare tre raggruppamenti così diversi.

Intanto la terza serie “accoglie” il Perugia. Il manuale di come non gestire una stagione. Le critiche, sia a Santopadre che a Goretti, sono dure se si considera quanto fatto nel corso degli anni. Giustificate, per un campionato incomprensibile dal primo all’ultimo minuto. Da appassionati di Serie C, diamo il benvenuto al club umbro, perché una C col Perugia è un campionato più ricco. Da appassionati di calcio, l’augurio è quello di andarne fuori quanto prima, perché non è piazza da terza serie. Come, del resto, non lo sono altre che però ci restano. Ci arriviamo.

Il mercato a due velocità, forse anche tre.

Corre veloce quello di alcuni, su tutti la Sambenedettese: il progetto del nuovo patron è affascinante quanto pieno di punti interrogativi, ma intanto gli affari li fa.

Poi c’è chi studia ma qualcosa fa. E chi ancora deve scegliere l’allenatore, ma non solo. Per esempio la Juventus: chiuderà con Gilardino o no ?

Ma soprattutto il Bari. Ha scelto Auteri in panchina e Romairone dietro la scrivania, ma non si decide ad annunciarli. Vivarini, punti alla mano e non solo, avrebbe anche meritato la conferma, ma a questo punto è sfiduciato e iniziare così sarebbe un errore da pagare a un certo punto. Anche l’immobilismo, però, non aiuta: tra un mese, poco più, si torna in campo. E la grande delusa dell’ultima stagione  deve farsi trovare pronta.

Ivan Cardia

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