Il punto sulla Serie C (di Dario Lo Cascio)

09.06.2020 11:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Dario Lo Cascio
Dario Lo Cascio

E venne il giorno. Ci perdonerà M. Night Shyamalan per la citazione di una delle sue pellicole. Ma a conti fatti un po' tutto il calcio italiano ha vissuto il giorno del Consiglio Federale con una tensione da film horror. Proviamo a fare sisteticamente il punto per quanto riguarda le decisioni sulla Serie C.

Stavolta, rispetto a quanto avvenuto in precedenza, le proposte della Lega Pro sono state in buona parte accettate. Promozione diretta per Monza, Vicenza e Reggina. Le prime in classifica dei rispettivi gironi di Serie D poi sono promosse in C. Ma su questi punti effettivamente non c'era molto su cui di battere. 

Poi ci saranno i playoff per la quarta promossa, che si vociferava potessero essere su base volontaria. Dalla riunione e dal comunicato però questo aspetto non sembra essere stato preso in considerazione, sebbene qualcuno - leggi Arezzo - ha già annunciato che non parteciperà. In sospeso le posizioni di Pro Patria e Vibonese, undicesime nei rispettivi gironi, in attesa della finale di Coppa Italia del 27 giugno tra Juventus U23 e Ternana. 

Le retrocessioni restano il punto "dolente". Le ultime in classifica, Gozzano, Rimini e Rieti, vanno direttamente in Serie D. Tutte e tre hanno preannunciato azioni di risposta. Una presa di posizione che non può essere ignorata. Complicato dire se servirà a qualcosa ma di certo vedere una stagione persa a tavolino è un incubo dal quale è difficile svegliarsi. I playout si disputeranno su andata e ritorno e, nel Girone C, potranno parteciparvi anche Rende e Bisceglie, sebbene entrambe abbiano più di 8 punti di distacco dall'avversaria designata e quindi con il regolamento - ma anche una stagione completata - sarebbero dovute retrocedere direttamente. 

In Serie C quindi non si chiuderà con la regular bensì con la post season. E forse alla fine è giusto così. Bisogna anche pensare a budget e difficoltà logistiche. I club di Serie C, con alcune eccezioni, avrebbero davvero faticato a dover affrontare, in queste condizioni, otto o dieci gare di campionato più eventuali playoff o playout. 

E le riforme ? Non erano all'ordine del giorno e la sensazione è che il tavolo sia stato rimandato di qualche mese. Ma d'altronde il problema andrà affrontato a breve. Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, ha dichiarato: "Noi, attraverso la collaborazione con PWC, abbiamo cercato di capire quale fosse l’orientamento della società. C’era una domanda che ha riguardato noi, volley e basket, le leghe con cui si è lavorato attorno al credito d’imposta. Abbiamo chiesto chi non avesse ancora deciso cosa fare: complessivamente, il 31% delle società sta pensando su cosa fare. Diciamo che il segnale è un campanello d’allarme. Da qui la spinta sul credito d’imposta, che darebbe ossigeno a tutto lo sport”. Appare evidente che la Serie C, che sembrava potesse uscire da un periodo nero, ha subito una proverbiale mazzata. E che su questa categoria bisogna intervenire in maniera profonda. 

In prospettiva, si può anche affermare, come molti hanno fatto, che da questa tragedia umana ne può nascere un riscatto. Se il calcio è davvero più che uno sport, se ha quella componente sociale tanto decantata, se la Serie C è la categoria dei piccoli comuni, della gente, se deve essere un punto di riferimento a più livelli, deve svolgere il suo ruolo in maniera concreta, coerente, fattibile. 

È risultato davvero disturbante, in questi mesi, sentire - illazioni, vige sempre il beneficio del dubbio - che diversi club avrebbero preferito chiudere il torneo non tanto per paura dell'epidemia, bensì per evitare di dover pagare due o tre stipendi a calciatori e staff. Ma è davvero questa la Serie C che vogliamo? Una categoria dove la serietà, la programmazione, l'umiltà, la valorizzazione e i valori risultano secondari? Serve a che cosa? Non diciamo assolutamente che oggi sia questo. Ma è arrivato il giorno per far sì che in futuro non si trasformi in un film horror. 

Dario Lo Cascio

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