Dittatura Monza ... e altro (di Nicolò Schira)

31.10.2019 11:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Nicolò Schira
Nicolò Schira

Il semaforo non è ancora verde, ma il Monza è lanciatissimo verso la B. Sette punti di vantaggio dopo dodici giornate sono un bottino importante e poco importa se in casa biancorossa c'è ancora l'amaro in bocca per la doppia rimonta subìta dal Renate sabato sera. Quel successo forse avrebbe del tutto ammazzato un campionato mai nato realmente. Troppo superiori a tutti i brianzoli che stanno facendo gara a sè e vinceranno il girone A con almeno dieci-dodici punti di vantaggio. Lo diciamo adesso, a scanso di equivoci. Netto il divario con le inseguitrici, con tutto il rispetto per splendide realtà di questa categoria quali Renate e Pontedera che hanno però un decimo del budget del club di Silvio Berlusconi. E alla lunga la differenza nella profondità della rosa scaverà il solco. Sul mercato in estate Adriano Galliani e Filippo Antonelli non hanno sbagliato una mossa. A voler cercare il pelo nell'uovo manca un bomber da 20 gol a stagione. Un Gigi Castaldo per intenderci, ma la truppa di Brocchi riesce a diversificare le segnature, avendo mandato a segno ben undici calciatori diversi. Spia di come al Brianteo i calciatori di alto livello siano 22 e non 11. Le riserve del Monza arriverebbero seconde in campionato, dice qualcuno tra il serio e il faceto. I numeri non mentono: miglior attacco (22 reti siglate) e retroguardia meno perforata (7 gol incassati come il Renate) del girone A a testimonianza del dominio assoluto monzese. L'unico avversario che Fossati e compagni possono avere è rappresentato dal Monza stesso. I cali di tensione possono giocare brutti scherzi e costare punti preziosi come accaduto sul campo della Pianese e nel convulso recupero col Renate. Un difetto che Brocchi sta già provvedendo a cercare di correggere. Se poi Galliani dovesse riuscire a convincere anche Gabriel Paletta (occhio al Parma e a offerte sudamericane...) a sposare il progetto romantico, il gap tra il Monza e le avversarie è destinato a ingigantirsi ulteriormente. 

A costo di essere impopolari, vogliamo spezzare una lancia in favore di Massimiliano Pesenti. La sua esultanza rabbiosa dopo il gol del pareggio in Piacenza-Padova è diventata virale e ha fatto discutere. Sicuramente i toni sono stati eccessivi e sopra le righe, su questo non ci piove. Al tempo stesso però vogliamo provare a metterci nei panni del centravanti bergamasco, che sentiva in maniera viscerale la sfida. Nel gennaio 2019, infatti, il club emiliano aveva deciso di scaricarlo per puntare su Ferrari. Pesenti non era stato ritenuto all'altezza per dare l'assalto alla B. Promozione sfiorata due volte, ma svanita per gli emiliani e invece conquistata dall'ex AlbinoLeffe. Fatalità del destino. Pesenti infatti fa i bagagli e migra a Pisa dove con i suoi gol spinge i nerazzurri al ritorno in cadetteria. Tutti felici? Non proprio perché Max non ha mai scordato l'atteggiamento del club piacentino e l'essersi sentito scaricato da un club in cui aveva creduto molto. Ecco il motivo di quella esultanza rabbiosa, aggressiva e di pancia. Esagerata ma vera. In un calcio dove troppo spesso si nascondono pensieri e sentimenti, viva chi non si maschera dietro luoghi comuni e atteggiamenti finti. 

Non è mai troppo tardi per inseguire il proprio sogno. Mamadou Tounkara lo sa e a suon di gol si sta togliendo tante soddisfazioni. Avvio super di campionato per la punta senegalese ma di passaporto spagnolo: già 8 reti segnate e la sensazione che in Lega Pro possa essere solo di passaggio. Non a caso al piano di sopra hanno già preso informazioni Ascoli e Salernitana. Fari puntati sul classe 1996 cresciuto nella Masia del Barcellona e portato in Italia nel 2013 da Igli Tare alla Lazio. Un gioiellino che con la Primavera biancoceleste aveva strabiliato. Gol e grandi giocate da top player che avevano fatto innamorare Simone Inzaghi. Proprio Inzaghino, una volta sbarcato sulla panchina della Prima Squadra, lo aveva promosso con i grandi. La carriera sembrava spianata e invece dietro l'angolo c'era il Daspo ad aspettarlo. Gennaio 2017: la Lazio pareggia col Chievo e al triplice fischio un tifoso fa irruzione in prossimità del tunnel degli spogliatoi, insultando pesantemente i giocatori, su tutti capitan Lucas Biglia. Tounkara – in tribuna – reagì non solo verbalmente alle offese ma con una manata. Inevitabile il daspo di 12 mesi, ovvero il divieto di presentarsi fisicamente nei luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive. Situazione grottesca per un calciatore, che lì svolge il proprio lavoro (permesso concessogli dalla giustizia). Inizia un giro d'Europa ricco di delusioni tra Albania, Svizzera e Slovacchia. Tounkara sembra il lontano parente del talento ammirato nelle giovanili laziali. Sembra essersi perso. A fine agosto la chiamata della Viterbese. Una scommessa che nella Tuscia hanno già vinto. 

Restiamo nel Lazio per parlare del caso Rieti. Sul campo le cose procedono alla grande: tre vittorie di fila nonostante la penalizzazione in arrivo. Fuori dal rettangolo verde ci si attende un segnale forte dalla nuova proprietà: pagamento degli stipendi e cambio della fideiussione. Altrimenti il club rischia grosso. Zero sconti e pugno duro ha fatto sapere il presidente di Lega Francesco Ghirelli. Dopo anni in cui abbiamo assistito a pantomime ridicole è ora di passare ai fatti: chi non è in regola deve essere escluso dai campionati di competenza, senza se e senza ma. Spesso abbiamo applaudito e in altri casi non abbiamo fatto sconti all'operato di Ghirelli, ma in questo caso ci sentiamo di appoggiare in toto la linea intrapresa. È finita la pacchia per faccendieri, truffatori e furbetti. Sperando di non assistere MAI più a vicende come Modena, Pro Piacenza e Matera dell'ultimo biennio. Anche se il Rieti non sembra essere l'unico club in difficoltà. Anzi c'è una altra società che rischia seriamente di non arrivare a fine anno. Alla prossima puntata...

Nicolò Schira

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