Volley femminile - Le migliori italiane della quarta giornata di A1: Ortolani e Degradi decisive in attacco, Zambelli miglior centrale

14.11.2018 14:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: oasport.it
Serena Ortolani
Serena Ortolani
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Domenica si è disputata la quarta giornata della serie A1 2018-2019, il massimo campionato italiano di volley femminile.

Di seguito le migliori italiane che si sono messe maggiormente in luce in questo turno.

LUCIA BOSETTI. La solita, preziosa, concreta Lucia Bosetti. Trascinatrice di Scandicci assieme ad Haak al successo contro il Club Italia. 56% in attacco, ricezione oltre la media, 9 punti messi a segno nei momenti determinanti del match.

SYLVIA NWAKALOR. Niente male l’opposto del Club Italia che, se rimane per qualche tratto di gara in partita sul difficile campo di Scandicci, lo deve proprio alla sua opposta che chiude il match con 15 punti in tre set e un buon 50% in attacco.

FRANCESCA VILLANI. Decisiva la sua prestazione di sostanza nella sfida che lancia la matricola Brescia in testa alla classifica dopo la vittoria di Filottrano. Ottima prova in ricezione della schiacciatrice toscana che avvicina il 50% in attacco e alla fine totalizza ben 13 punti.

SERENA ORTOLANI. Non si ferma mai l’opposta romagnola, che nella sfida vinta dalla “sua” Saugella Monza in casa contro Chieri mette a segno 12 punti, tutti in attacco tranne uno con una percentuale offensiva del 53%: niente male

MARINA ZAMBELLI. Il suo Cuneo cede in quattro set sul campo di Casalmaggiore ma la centrale lombarda è l’ultima ad arrendersi e chiude con 14 punti all’attivo e, con il 77% in attacco, guadagna la corona di migliore centrale della giornata.

ALICE DEGRADI. I suoi 23 punti spingono Il Bisonte Firenze all’impresa sul campo della Zanetti Bergamo sempre più ultima in classifica. Contende l’alloro della migliore attaccante italiana della giornata a Serena Ortolani chiudendo con lo stesso 53% in attacco anche se i punti sono molti di più. Soffre un po’ in ricezione ma la sua resta una grande prova.

Enrico Spada