Baroni in cattedra per una sera: “Chi vuol giocare con me deve correre”

Il tecnico del Novara calcio ha parlato a trecento colleghi delle giovanili
11.02.2016 16:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: lastampa.it
Marco Baroni
Marco Baroni
© foto di foto LA STAMPA

I suoi principi sono forza, tecnica e velocità. Davanti a tutti però, Marco Baroni piazza la motivazione: è ciò che l’allenatore del Novara chiama «testa accesa». 

«Non voglio vedere giocatori spenti - racconta -. Loro devono sentire la mia fiducia in ogni momento. In cambio pretendo che corrano sempre a mille all’ora. Glielo chiedo alla prima telefonata». E senza distinzione: dai più esperti a chi sta per arrivare. Il tecnico lo chiarisce di fronte a 300 colleghi di squadre e settori giovanili che aderiscono al programma «Sestante azzurro».  

Lunedì sera, nel centro congressi di Novarello, si parlava delle possibili difficoltà che un ragazzo incontra quando passa in prima squadra. In cattedra proprio Baroni, che ha guidato le formazioni Primavera di Siena e Juventus. «Ma non chiamatemi prof - precisa -. Il calcio non è scienza, ma una materia. Mi sento un privilegiato, non un predestinato, e ho scelto di fare questo mestiere perché amo le sfide». Il tecnico aveva chiuso la carriera da difensore nel 2000 alla Rondinella (Serie D), compagno e poi allenatore di un giovanissimo Andrea Barzagli.

Buchel e Rugani esempi

E’ sull’esempio del centrale, passando per Marcel Buchel e Daniele Rugani, che Baroni costruisce la sua storia: «Bisogna essere attenti, intuire le potenzialità di un ragazzo. Barzagli è diventato un monumento della Juve e Buchel, al Siena, all’inizio aveva faticato prima di diventare uno dei protagonisti quando sfiorammo un miracoloso scudetto Primavera. Rugani ? L’ho cresciuto un anno a Vinovo e non avevo mai visto un giocatore migliorare come lui in questi anni». Torna poi all’attualità, alle sue idee: «Bisogna andare a tutta, anche in allenamento. Serve gente affamata, che in campo ha voglia di aiutarsi a vicenda. Guardate il Leicester, primo in Inghilterra: il loro segreto è quello». 

Filippo Massara