La cronaca e i commenti del tifoso alla partita di sabato 14.04 (NOVARA-TERNANA)

15.04.2018 09:00 di  Sergio Guerzoni   vedi letture
La cronaca e i commenti del tifoso alla partita di sabato 14.04 (NOVARA-TERNANA)
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

E’ una sconfitta che brucia, molto più di tante altre. Se la tradizione negativa nei confronti della Ternana parla dell’ultima vittoria al Piola nel campionato cadetto del lontano 1971/72, con una più recente parentesi in Lega Pro 2007/08, è anche vero che prima di oggi gli odierni avversari non avevano mai vinto in trasferta e si presentavano da ultimi in classifica.
Un’altra occasione mancata, contro un’avversaria diretta per il mantenimento della categoria, che avrebbe dato ossigeno alla classifica sempre più deficitaria del Novara.
Difficile essere obbiettivi nei giudizi, ma oggi sono veramente in pochi a salvarsi. Forse, come ha ironicamente affermato il Presidente De Salvo, chi non ha giocato.
Domenico Di Carlo ha preparato la partita riconfermando i due attaccanti d’area di rigore, riportando Moscati nel ruolo di interno, Casarini davanti alla difesa e affidando a Sansone la zona intermedia, alle spalle delle punte. Questi gli undici a scendere in campo: Montipò; Golubovic, Del Fabro, Chiosa, Calderoni; Moscati, Casarini, Orlandi; Sansone; Puscas, Maniero. Lo schema è il 4-3-1-2 visto nelle ultime gare.
Luigi De Canio, al quale è stato affidato l’arduo compito di salvare le “Fere”, propone la stessa disposizione tattica, interpretata dai seguenti uomini: Sala a difesa della porta; Defendi, Gasparetto, Signorini e Favalli formano la linea difensiva; con Paolucci in cabina di regìa agiscono Statella e l’ex Signori nel ruolo di interni; il trequartista è Tremolada; le due punte Carretta e Montaldo, quest’ultimo mister diciassette reti, nonostante la classifica.
La scelta del designatore è caduta sul riminese Antonio Rapuano per la direzione di gara.

Gli azzurri sanno che devono fare la partita ed entrano da subito in questo ruolo. Al 2° sono già pericolosi dalle parti di Sala, che deve volare alla sua sinistra per deviare oltre il fondo la conclusione dalla distanza di Casarini, in seguito ad un’azione personale di Sansone. Il relativo tiro dalla bandierina è allontanato dalla difesa, ma Calderoni riprende e la rimette al centro: Del Fabro colpisce di testa, ancora deviazione in calcio d’angolo.
Rispondono gli ospiti al 7°, con un tentativo da fuori di Tremolada, sul quale Montipò neutralizza in presa sicura.
Cross di Orlandi al 9° e deviazione troppo debole di Maniero, ben controllato da Gasparetto: facile per Sala.
Sansone non dà punti di riferimento e semina il panico in zona d’attacco, costringendo Paolucci al fallo dal limite sinistro dell’area. Il tentativo di Moscati si infrange sulla barriera. Riprende Casarini, ma manda a lato (11°).
Calcio d’angolo affidato a Sansone al 13°: Puscas trova l’impatto di testa, ma in precaria coordinazione riesce solo a far impennare la sfera oltre la traversa.
Al 25° si rivedono i rosso-verdi con un cross da destra di Defendi. Montalto, marcato stretto da Del Fabro, trova la deviazione imprecisa di testa, poi protesta per un presunto fallo subito dal suo controllore, che il Signor Rapuano giustamente ignora.
Sul cambio di fronte d’attacco, dopo un tiro alle stelle di Calderoni, la palla giocata da Sansone arriva sui piedi di Orlandi, spalle alla porta. Lo spagnolo con una magia di tacco smarca Maniero il cui tentativo di pallonetto da buona posizione termina sull’esterno della rete.
Ancora Maniero al 32° cerca la soluzione a palombella da posizione più defilata rispetto alla precedente, fiondandosi sulla conclusione di Sansone ribattuta da Signorini.
Al 34° arriva l’inaspettato vantaggio della Ternana. Signori ruba palla a Golubovic, forse in maniera scorretta, e scambia con Montalto che lo lancia verso il fondo. Il cross verso il secondo palo è invitante per   Carretta, che supera Montipò con un colpo di testa preciso sul palo opposto.
Gli azzurri, come capitato spesso in questa stagione quando subiscono lo svantaggio, cadono letteralmente in trance. Per fermare un ringalluzzito Carretta grazie alla rete personale, Chiosa è costretto al fallo al limite dell’area al 41°. Alla battuta va Paolucci, la cui conclusione termina di poco distante dall’incrocio dei pali.
Sansone è l’unico a non arrendersi e al 42° scodella una palla invitante per la testa di Maniero, che non inquadra la porta ed è anche in posizione di off side, prontamente segnalata dal guardalinee.
Un minuto di recupero e tutti negli spogliatoi a riordinare le idee davanti a una tazza di thè.

Prima del fischio di inizio della ripresa Di Carlo effettua il primo cambio: dentro Mantovani, fuori Chiosa.
Dopo due punizioni calciate malissimo da Sansone dalla trequarti, Orlandi mette Puscas al 6° nella condizione di riportare l’equilibrio con un buon filtrante in area di rigore: l’attaccante cerca un tocco di fino che termina praticamente addosso a Sala uscitogli incontro.
La difesa novarese controlla bene un attacco degli ospiti, ma un controllo impreciso di Puscas, arretrato nella propria trequarti per dare man forte ai compagni, si trasforma in un assist involontario per Favalli, che non esita ad approfittarne: sventola da appena dentro l’area che si insacca sotto l’incrocio. E’ il 13°.
Non finisce lo stato catatonico dei giocatori di casa e due minuti dopo, nella più classica azione di contropiede, trovano la terza rete con Carretta, servito largo da Montalto, e con la complicità di Montipò, che tocca la palla, ma in  maniera del tutto insufficiente per sventare la minaccia e di Mantovani che lo affronta troppo timoroso.
Punizione di Moscati al 18° vicino alla bandierina per un fallo di mano da terra di Signorini: colpo di testa di Maniero, alto.
Prima sostituzione anche per De Canio: Valjent subentra all’ex Signori.
Doppio cambio invece per gli azzurri al 21°: escono Sansone e Calderoni, entrano Di Mariano e Seck.
A tre minuti dal suo ingresso in campo Seck entra duro da dietro su Paolucci e viene ammonito. Il giocatore umbro resta a terra dolorante e deve uscire dal campo a bordo dell’autolettiga. Il suo posto lo prende Varone.
Corner di Moscati alla mezzora, colpi di testa di Casarini, fuori.
Al 34° la conclusione più pericolosa della ripresa parte dai piedi di Orlandi. La palla, indirizzata all’angolino alla sinistra di Sala, costringe il portiere alla deviazione in angolo. Sulla battuta, sempre di Moscati, svetta Del Fabro di testa, con l’estremo difensore ospite che allontana nuovamente in tuffo. Riprende Maniero, appoggia a Di Mariano, il cui tentativo da fuori termina oltre la traversa.
Dopo un altro tentativo di Orlandi al 36°, terminato anch’esso alto, entra in campo un altro ex: Piovaccari rileva Montalto. Avvicinandosi alla sua panchina il sostituto fa il gesto di togliersi la polvere di dosso e si prende una bordata di fischi e insulti.
Altro calcio dalla bandierina di Moscati e altro colpo di testa, questa volta di Mantovani: troppo debole per impensierire Sala, che blocca in sicurezza (40°).
Ammonito Tremolada  al 41° per fallo tattico su Di Mariano, fermato in un tentativo di ripartenza.
Al 42° Moscati ci prova in prima persona, ma il suo tentativo dalla distanza è impreciso. Così come quello di Di Mariano un minuto dopo, terminato di poco alto.
I cinque minuti di recupero non fanno che prolungare l’agonia di una giornata nera.
L’ultimo tentativo di segnare almeno il goal della bandiera è ancora di Del Fabro, su cross di Calderoni sugli sviluppi di un calcio di punizione. Bravo il centrale difensivo nel trovare il tempo giusto di staccata, meno nell’angolare a dovere il colpo di testa, che si spegne fra le braccia di Sala.
Si spegne anche il recupero e gli azzurri escono tra i fischi.

L’immagine simbolo della partita viene dalla curva nord. Ha incitato la squadra con cori e tamburi fino al due a zero, poi ha riavvolto gli striscioni, il solito gruppo compatto al centro dello spalto si è dissolto e sono iniziati a piovere fischi e grida di disappunto.
Le partite ancora da giocare sono sempre meno (sette) e la zona play out è vicina come mai lo era stata fino ad ora. Serve raccogliere le forze e trovare gli stimoli per non mollare proprio ora. Per quello che può servire possiamo riporre le nostre speranze nell’unico modo a nostra disposizione: chiudere gli occhi e gridare per l’ennesima volta FORZA NOVARA !!!