Dalla sala stampa dopo NOVARA-VIRTUS ENTELLA (18.05)

20.05.2018 09:00 di Sergio Guerzoni   vedi letture
Dalla sala stampa dopo NOVARA-VIRTUS ENTELLA (18.05)
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La lunga attesa di qualcuno che si presenti in sala stampa si protrae per oltre un’ora. Il grande assente è il Presidente Massimo De Salvo, aspramente contestato dagli spalti nel dopo partita. Desidero esprimergli tutta la mia solidarietà e smarcarmi da qualsiasi critica nei suoi confronti: ci ha sempre messo la faccia e non ha mai lesinato l’autocritica anche quando le colpe andavano cercate altrove. Mi auguro con tutto il cuore che, metabolizzata la delusione, non dia seguito alle velate minacce di abbandono pronunciate qualche settimana fa. Il Novara ha ancora bisogno di Lei, Presidente, della sua grinta, della sua voglia di fare e spero di trovarla ancora al timone di questa nave in avaria per condurla in un porto sicuro.
Chi non si sottrae alle domande è Mister Domenico Di Carlo. Con l’onestà che lo ha sempre contraddistinto risponde in modo obbiettivo alle domande dei cronisti. Su una sola cosa ha glissato: sulla sua permanenza a Novarello ad onorare il secondo anno di contratto, ma questo forse non dipende solo da lui.
Vediamo come ha commentato la più dolorosa delle sconfitte.

“La partita di oggi ha decretato la retrocessione di una squadra che non ha mai saputo essere incisiva e protagonista. Oggi è stato il finale tragico del film della stagione. Una partita che si stava svolgendo su un binario di equilibrio: sullo zero a zero abbiamo avuto anche l’occasione con Maracchi, ma, come è successo tante volte in passato, l’equilibrio non è bastato per non perdere. Se il risultato è questo sicuramente qualche errore lo abbiamo fatto e quest’anno li abbiamo sempre pagati cari. Non ci è mai capitato di giocare una partita nella quale gli altri sono stati più bravi, ma a vincerla siamo stati noi; semmai è avvenuto il contrario, come a Bari e Perugia ad esempio, complice anche qualche decisione arbitrale, che non ci avrebbe costretto a giocarci la salvezza all’ultima giornata. Altre volte, e qui la responsabilità è nostra, non mi nascondo, non siamo riusciti a portare a casa il risultato, perdendo tante partite quasi allo stesso modo.
Bisogna saper perdere e riuscire a ripartire.
Era una partita difficile, con una posta in palio altissima e le occasioni da una parte e dall’altra sono state veramente poche, ma ci tengo a sottolineare che tutti hanno dato il massimo, anche chi ha sostituito i quattro squalificati. Sarebbe bastato un episodio per cambiare il risultato: purtroppo non è capitato a noi, ma ai nostri avversari, su una ripartenza. L’Entella ha giocato la partita che doveva giocare, mentre noi non lo abbiamo fatto. Siamo stati in partita fino al novantacinquesimo, facendo un’infinità di cross, ma se non c’è la stoccata giusta o il finalizzatore che riesce a tirar fuori la giocata è tutto inutile.
Ci sono state tante sconfitte dolorose, ma questa fa male in modo particolare, visto che l’obbiettivo era arrivare alla salvezza. Ho visto i ragazzi piangere, per non aver raggiunto almeno i play-out e in questo momento è difficile anche parlare con loro. Le colpe e gli errori che hanno decretato questa retrocessione vanno cercate soprattutto nelle sconfitte subite in casa. Era già avvenuto prima del mio arrivo e, nonostante l’impegno profuso, non siamo riusciti ad invertire questa tendenza se non in parte. Io sono l’allenatore e sono responsabile. Ho cercato di dare il meglio e il massimo ogni giorno, per questa squadra e questi colori. Se il risultato è questo, sicuramente non è bastato.
Il campo ha dato questo risultato e dobbiamo accettarlo, facendo di tutto per non disperdere i nostri valori: questa è la nostra vita e il nostro lavoro.
Io ci avevo creduto e ci ho creduto fino all’ultimo: non essere riusciti a salvarci è un male grandissimo, per tutti.
Da parte mia posso dire che qui sono stato benissimo e ringrazio tutti, Società, squadra e tifosi, per quanto messomi a disposizione e per la vicinanza sempre dimostrata. Questo è il messaggio che voglio mandare.”