Dalla sala stampa dopo NOVARA-VICENZA (03.12)

05.12.2016 09:00 di Sergio Guerzoni   vedi letture
Dalla sala stampa dopo NOVARA-VICENZA (03.12)
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Partiamo dalle dichiarazioni di Roberto Boscaglia nel dopo Vicenza, cominciando dalle analisi tecniche della gara.

"Abbiamo preso goal al primo tiro in porta, anche se in sospetto fuorigioco, abbiamo accusato il colpo e per venti minuti muovevamo la palla troppo lentamente. Avevamo preparato qualcos’altro che ci è riuscito da un certo momento in poi, con un grande lavoro fra le linee e soprattutto alle spalle dei terzini. Da quando ci siamo messi a farlo abbiamo creato molte situazioni importanti. Abbiamo segnato con i due attaccanti e già nel primo tempo abbiamo sfiorato il due a uno. Una volta passati in vantaggio abbiamo controllato senza mai subire azioni pericolose. Un po’ di sofferenza ci può stare in partite come queste che le devi vincere quasi per forza, visto che giocavamo contro un’avversaria diretta, ma devo dire che avremmo potuto sfruttare meglio qualche ripartenza. Non ci siamo riusciti, ma abbiamo portato a casa tre punti fondamentali per il nostro futuro. Come dico sempre la Serie B è un campionato difficile dove due vittorie di fila ti portano in alto, mentre due sconfitte rischiano di portarti in zona play-out e dobbiamo sempre tenere presente quale sia la realtà di questo campionato. Siamo felici per il passo in avanti in classifica e anche per essere riusciti a ribaltare il risultato".

Una considerazione su Antonio Lukanovic e su tutti gli altri.

"La sua marcatura è una nota fantastica: è un ragazzo del ’98 e credo sia l’unico di quell’età ad esserci riuscito, ad oggi, in Serie B. Non c’è soddisfazione maggiore di questa. Ha grande tecnica, si impegna, ha corsa, è disponibile, con una serietà ben oltre alla sua giovane età. La sua rete, con quel tocco di punta in anticipo, è frutto della tecnica che possiede anche in velocità, ma durante la partita ha fatto anche altre cose pregevoli. E’ sicuramente un giocatore con un grande futuro: dipende da lui non disperdere queste qualità. Tutta la squadra, dopo il pareggio, si è sciolta trovando maggior sicurezza e le giocate che sa fare le ha fatte senza la paura di sbagliare".

La spiegazione sull’infortunio di Bolzoni e sul mancato impegno di Sansone a distinte già compilate.

"L’infortunio di Bolzoni non ha nulla a che vedere con i suoi vecchi problemi: su uno scatto ha sentito una fitta di carattere muscolare, anche dovuta al fatto che ha avuto poco tempo per scaldarsi. Avevo visto Lukanovic un po’ stanco e ho pensato di mettere Faragò dietro la punta, per limitare le la costruzione del gioco da dietro da parte avversaria. Lui ha grande gamba, indispensabile per questo compito, oltre ad essere un ottimo colpitore di testa. Quando è entrato Kupisz per Bolzoni ho rimesso Paolo nella sua posizione e ho affidato quel compito a Tomasz. Sansone purtroppo ha sentito riaffiorare il dolore al piede per un taglietto causato da un fungo, in mezzo alle dita. Il dottore ha provato in tutti i modi a ovviare, ma durante il riscaldamento il dolore si è riacutizzato e abbiamo dovuto rinunciarvi".

Qualche considerazione sugli avversari.

"E’ una squadra molto tecnica, soprattutto in avanti dove ha giocatori veloci e con buona gamba: i vari Giacomelli, Bellomo, Orlando, Raicevic, ma anche chi è subentrato, come Di Piazza e Galano. Sono tutti giocatori che quando ripartono creano sempre dei pericoli. Noi siamo stati bravi ad accettare a volte l’uno contro uno, com’era giusto fare, facendolo in maniera molto dignitosa. A volte anche soffrendo, facendo qualche fallo come quello di Troest che gli è costata l’ammonizione. Non dovrei dirlo, ma è un fallo che va speso, soprattutto fatto con una trattenuta e non un fallo da dietro per far male: preferisco si facciano falli di questo tipo piuttosto di altri che possono cagionare l’incolumità dei giocatori. Siamo anche stati bravi nelle marcature preventive sui portatori di palla e a far perdere un tempo di gioco al Vicenza, non concedendogli troppe conclusioni se non da fuori. Giocando a tre, o a cinque, dietro, abbiamo sempre un uomo in copertura con il tempo per recuperare e andare a raddoppiare".

Due parole sulla prossima trasferta, contro il suo passato recente: il Brescia.

"Sarà una bellissima giornata, emozionante. A Brescia sono stato da Dio, accolto da Dio, vivendo un anno meraviglioso con una Società e giocatori fantastici, ma soprattutto tifosi eccezionali. Ci ritorno con grandissimo piacere anche per rivedere persone amiche con le quali ci sentiamo costantemente. Però abbiamo bisogno di punti e per novanta minuti saremo soltanto avversari. La legge dell’ex deve valere anche per l’allenatore !!!"


Scuro in volto arriva Pierpaolo Bisoli, si siede e tira un sospirone prima di lasciarsi andare alle sue valutazioni.

"Abbiamo preso tre tiri in porta e due goal, di cui uno su rigore, perdendo tre rimpalli appena prima della concessione del rigore. Abbiamo tirato un’infinità di calci d’angolo e tirato verso la porta non so quante volte. Tutti ci dicono che giochiamo bene, ma i risultati non arrivano: meglio allora giocare male e portare a casa i punti. Oggi c’è stata anche una situazione sfavorevole con l’arbitro che non ci permetteva di giocare, fischiando sistematicamente fallo e espellendo due giocatori, uno anche a fine partita (Vigorito, il secondo portiere. N.d.r.). Ci vuole più rispetto per questo Vicenza, anche se siamo penultimi. E voglio che tutti ne siano consapevoli: abbiamo quattro partite prima della sosta e voglio vedere chi vorrà restare nel gruppo, con la voglia di vincere. Io non voglio retrocedere e devo trovare le soluzioni. Intanto ho abolito i permessi e tutti tornano a Vicenza; poi, se la Società lo riterrà opportuno, da lunedì andremo in ritiro, perché il derby di sabato con il Verona per noi è fondamentale, è una partita che si aspettano tutti e mi sembra che non tutti stiano percependo il pericolo che stiamo correndo continuando in questo modo. Io, ripeto, non voglio retrocedere. Vorrei precisare che questo non riguarda qualcuno in particolare, ma è un monito generalizzato, a partire da me per arrivare a tutta la squadra. Tutti devono mettersi in discussione per un obbiettivo comune: rispettare il marchio Vicenza. Soffrire, giocare anche male, ma avendo una reazione importante, per fare punti e raggiungere la salvezza".