Scopriamo la Primavera - Filippo Marricchi

07.03.2018 13:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: novaracalcio.com
Filippo Marricchi
Filippo Marricchi
© foto di foto Guido Leonardi

Il calcio, più di ogni altro sport, è un gioco di squadra. Per fare bene tutti gli elementi si devono aiutare e concatenarsi come avviene nell’ingranaggio di un orologio. Detto questo, però, c’è un ruolo particolare, ossia quello del portiere. Il numero uno, è consapevole di avere nelle proprie mani il destino di un’intera partita. Un suo miracolo oppure un suo errore, hanno infatti la capacità di cambiare l’esito della gara. Chi difende i pali lo sa bene e anche per questo ama il proprio ruolo.

Come nel caso di Filippo Marricchi, estremo difensore classe 1999 della Primavera azzurra che racconta: “Nel corso della mia carriera ho sempre fatto il portiere. Tutto avvenne un po’ per caso, infatti avevo 5 anni quando, durante una vacanza al mare con la mia famiglia, venni coinvolto in un torneo. Ero il più piccolo, mancava un portiere e allora mi candidai io per quel ruolo. Da allora non mi sono più tolto dalla porta”.

- Quindi ecco la decisione di entrare nel mondo del calcio…

“A 6 anni passai al Castel Gorgio, una squadra di un paese vicino a casa mia. Restai lì per circa due anni e poi per altri due indossai la maglia del Romei Menti dove giocavo con ragazzi più grandi. Mi trasferii poi all’Orvietana, formazione con la quale restai 3 stagioni. Il passaggio successivo fu alla Ternana; il primo anno ho giocato con i Giovanissimi Nazionali mentre nella stagione successiva approdai alla Primavera anche se avevo 3 anni in meno dei miei compagni. Da lì il passaggio alla Juventus dove affrontai prima la categoria Allievi Nazionali e poi la Primavera con allenatore Fabio Grosso. Quest’anno ho iniziato il ritiro con i bianconeri prima di passare al Novara nell’ultimo giorno di mercato”.

- Come valuti questa esperienza in azzurro ?

“A Novara sto molto bene. In primis qui ho ritrovato me stesso come persona e come giocatore. Nell’ultimo anno alla Juventus non ho trovato molto spazio, ero un po’ giù, ma non mi sono mai abbattuto. Adesso sono impiegato con maggiore continuità e questo mi rende felice. Devo ringraziare i compagni, il mister e lo staff azzurro che sin dal primo momento mi hanno accolto e mi hanno semplificato le cose, facendomi trovare a mio agio”.

- Quello del portiere è un ruolo particolare e necessita di grande maturità. Tu hai giocato spesso in squadre dove eri il più giovane. Come ti sei sentito e come mantieni la concentrazione in gara ?

“Ovviamente quello del portiere è un ruolo delicato. A Terni soprattutto, mi è capitato di giocare con ragazzi più grandi di me, ma stando fuori di casa mi ritenevo maturo e mi sentivo forte dentro. Personalmente, dal momento che entro in spogliatoio, penso solo ed esclusivamente alla partita. Mi soffermo sulle gare passate, analizzando mentalmente le situazioni. Dal riscaldamento sono già concentrato sull’obbiettivo finale”.

- Le tue prestazioni, ti sono valse la convocazione con la Nazionale Under17…

“Con l’Italia Under17 ho affrontato la prima fase dell’Europeo in Bulgaria. Ho poi partecipato a varie amichevoli con Spagna, Inghilterra, Portogallo e Olanda. Indossare quella maglia, è un’emozione unica perché arrivi al campo di gioco e rappresenti una nazione intera anche se sei giovane”.

- Hai qualche esempio da seguire tra i grandi portieri del panorama europeo ?

“Sono tifoso juventino e nel cuore porto Buffon. Detto questo, seguo molto anche Strakosha, perché credo di avere qualche caratteristica simile a lui. Indossando la maglia della Juventus, ho avuto l’opportunità di allenarmi con Buffon e gli altri portieri bianconeri (Szczęsny, Neto, Pinsoglio) ed è stato davvero fantastico. Inizialmente non sapevo neanche come rivolgermi a loro, soprattutto con Buffon che è stato un mio idolo sin da bambino".

- Un altro portiere con il quale hai condiviso tanto è stato Alberto Brignoli, balzato agli onori della cronaca per il gol contro il Milan, valso il primo punto in Serie A al Benevento.

“Stiamo parlando di un bravissimo ragazzo, buono, gentile che mi ha aiutato molto ai tempi della Ternana. Quest’estate, per un periodo siamo stati in ritiro assieme. E’ un amico, dopo la rete al Milan, scherzosamente gli ho consigliato di cambiare ruolo”.

- Il tuo presente è la Primavera azzurra, come giudichi il vostro campionato ?

“Inizio con il dire che il mio obbiettivo è quello di portare il Novara in Primavera 1 con tutte le mie forze. Secondo me nessuno si sarebbe aspettato il bellissimo campionato fatto fino a oggi. Se continueremo così, ci toglieremo grandissime soddisfazioni”.

- Cosa sogni per il futuro ?

“Mi piacerebbe moltissimo alzare la Coppa dei Campioni con la Juventus. Adesso però punto a migliorarmi pian piano: salire in Primavera 1 con il Novara ed esordire in Serie B con gli Azzurri”.

Intervista realizzata da Simone Cerri per “Il Fedelissimo”