Un mondo a rotelle (8^ puntata)

22.11.2017 08:30 di  Francesco Rametta   vedi letture
 Un mondo a rotelle (8^ puntata)
© foto di foto San Giacomo

Ci eravamo lasciati nella scorsa puntata con le prime difficoltà che si affrontano pattinando. Vediamo allora quali sono i salti con cui dovrà confrontarsi il nostro piccolo atleta agli esordi, subito dopo il salto semplice di cui abbiamo già parlato.

Il primo salto che si impara è Toe-loop. E’ uno dei tre salti puntati, il più semplice di tutti. Parte dal filo esterno indietro destro e si punta con il piede sinistro; Può essere eseguito da semplice (1 rotazione) a triplo (3 rotazioni o quadruplo sul ghiaccio).

Il Salchow è il secondo salto per difficoltà ed è un salto che parte dalle rotelle in quanto non necessita della puntata. Parte dal filo sinistro interno indietro.

Il Rittberger è il terzo salto e su questo gli atleti iniziano a sudare un pochino. Parte dal filo destro esterno indietro. Se atterra con il piede sinistro e filo piatto è detto Touring.

Poi avremo il Flip che è un salto puntato, parte dal filo sinistro interno indietro e punta con il piede destro.

Infine il Lutz. Che un salto che può sembrare identico al flip, ma non lo è. È molto più difficile da eseguire, perché parte dal filo sinistro esterno indietro. I pattinatori prendono una rincorsa lunga prima di eseguire questo salto sulla diagonale della pista.

Bene. Adesso avete capito tutti i salti ? No ??? Ma come mai ? Magari perché non avete idea di cosa siano i fili ? Bene, ho intenzione di parlarvene la prossima volta.

Oggi però parliamo di lui. Del Salto. Il mistico e mitico axel. Quello per il quale ogni atleta ha la sua storia. Per quanto si sia sudato sugli altri salti, tutto sembrerà acqua fresca in confronto all’axel e nulla, nemmeno dopo, nemmeno sui doppi, avrà la stessa intensità, finché almeno non si dovrà arrivare al doppio axel. Ma perché l’axel è l’axel ? Questo salto nasce sul ghiaccio nel 1882, dal pattinatore portoghese Axel Paulsen. Da cui prende anche il nome. Naturalmente ci fu subito anche la sua versione con il pattinaggio a rotelle e, nel corso degli anni, vari furono i pattinatori di fama mondiale che tentarono di aumentarne la difficoltà di esecuzione. Nacque così il salto axel doppio e triplo. Ma non è tutto così semplice.

L’Axel è il salto più difficile in assoluto, prima di tutto perché contiene un mezzo giro in più rispetto ad altri salti. Può sembrare poco, ma aggiungere mezzo giro non è uno scherzo. A questo poi si aggiunge un altro problema. Un problema psicologico. Tutti i salti che abbiamo visto finora, anche se non lo avete capito, sono salti all’indietro. Cioè si salta pattinando all’indietro. L’axel è l’unico salto che si affronta pattinando in avanti: l’axel parte dal filo sinistro esterno avanti e per la tecnica stessa del salto oltre che per il fatto che è in avanti, al pattinatore sembra un vero è proprio “ lancio nel vuoto”. Ecco perché all’axel sono legati racconti incredibili e fantasmagorici: per ogni atleta arrivare a farlo è uno step importantissimo e fondamentale. C’è un prima dell’axel e un dopo l’axel. Per tutti. Se conoscete qualche pattinatore, fatevi raccontare come è stato il suo. E vedrete.

Adesso veniamo alla rubrica degli eventi. Questo fine settimana ha visto gli atleti dell’agonismo impegnati nello stage regionale fisr ad Asti con i tecnici Gabriele Quirini, Luca Lucaroni e Morena Bassi. Il prossimo fine settimana invece vedrà gli atleti San Giacomo impegnati nel trofeo delle Province a Vercelli. A presto nuovi aggiornamenti.

Ufficio stampa sangiacomo settore pattinaggio artistico