Un mondo a rotelle (5^ puntata)

01.11.2017 08:30 di  Francesco Rametta   vedi letture
Fonte: comunicato della Società
Un mondo a rotelle (5^ puntata)
© foto di foto San Giacomo

Dopo esserci presi un po' in giro vogliamo entrare nel vivo e parlare del pattinaggio artistico nei suoi vari aspetti, iniziando da quelli che sono i suoi pregi e i suoi difetti.

Iniziando proprio dai difetti, bisogna dire che, forse, il più evidente è il fatto che sia uno sport teso in modo piuttosto univoco all’agonismo. Sia chiaro, ci sono infinite sfumature di agonismo, dalla garetta di fine corso ai mondiali, le possibilità sono quasi infinite. Ma, o voi che entrate, lasciate ogni speranza, perché è lì che finirete, a bordo pista in attesa della gara. A ben vedere, tutti gli altri sport (o quasi tutti, ché il curling, ad esempio, qualche dubbio me lo pone) hanno finalità sociali non trascurabili, indipendentemente all’aspetto agonistico insito in ognuno. Imparare a giocare al pallone garantirà di fare bella figura nella immancabile partitella con amici e/o colleghi, lo stesso dicasi per il tennis, la pallavolo o la pallacanestro. Due tiri da qualche parte, si fanno sempre. Imparare a nuotare renderà le vacanze al mare più fruibili, imparare ginnastica artistica permetterà ai ragazzi di stupire i compagni e amici con capriole perfette, ruote e volteggi, nell’ora di educazione motoria piuttosto che al parco. Idem per la danza e per l’atletica. Ebbene, al pattinaggio artistico manca questo aspetto “sociale”. Non vedrete mai nessun ragazzo vantarsi con i compagni di saper fare un axel, né cercare di stupire gli amici con un doppio salchow, questo anche perché i compagni oltre a non comprendere la difficoltà dell’esercizio nemmeno sospettano che quella (strana) piroetta venga eseguita, dal vero, con dei pesanti scarponcini ai piedi per giunta dotati di rotelle, che li fanno scorrere piuttosto veloci su una pista. Nè ho mai visto colleghi che dopo il lavoro si danno appuntamento in qualche pista per fare due salti con i pattini. Quindi, il fine del pattinaggio è….il pattinaggio stesso (e la gara).

Questo quanto ai difetti. Ho tralasciato aspetti futili, come il fatto che si cada parecchio e che pertanto i traumi siano all’ordine del giorno, che arrivati ad un certo livello ci si debba suicidare di noia con gli obbligatori (ne abbiamo già parlato), che il peso e l’ingombro dei pattini, specie se ne hai due paia ( ma anche tre, volendo, per i vari esercizi) e sommato ai treni di ruote necessari da portarsi dietro è importante, ecc. Ma sono aspetti che affronteremo più avanti. Adesso passiamo ai pregi, che incredibilmente, anche dopo quello che ho scritto, ci sono e sono tanti. Il pattinaggio artistico sia dal punto di vista fisico che psicologico è uno sport portentoso. Per riuscire a rimanere in equilibrio sui pattini e poi iniziare a fare i primi esercizi è necessaria concentrazione, coordinazione e soprattutto una assoluta consapevolezza del proprio corpo, anzi di ogni parte del proprio corpo. Se non so esattamente dove sono le mie braccia, le mie gambe, i miei piedi, a volte anche le mie orecchie (che è meglio non siano mai troppo vicine alla pista, soprattutto se di asfalto) e se non riesco a coordinare bene tutto insieme, non riuscirò a fare le trottole e saltini, già i più semplici. Quindi concentrazione - coordinazione - consapevolezza prima di tutto. Poi necessariamente elasticità ed eleganza. Sui pattini si balla, non dimentichiamocelo. Si impara a seguire la musica a ritmo, a muoversi con grazia e ad essere disinvolti e non impacciati nei movimenti. Mica poco. Pensate poi, per un bambino che impara a fare salti e trottole sui pattini, che spinta avrà per la sua “autoconsiderazione”. Farcela a rimanere in equilibrio e non cadere, imparare esercizi tutt’altro che banali sarà per il bambino un concentrato di fiducia nelle sue capacità. Questo per non parlare di quando affronterà la sua prima garetta. Entrare in pista da solo (una pista enorme, per un bambino), riuscire a dominare l’emozione che, vi garantisco, è enorme, non potrà che essere una esperienza grande che lo aiuterà ad affrontare ogni altro aspetto della sua vita: il pattinaggio artistico è uno sport in cui si cade (tanto, tantissimo), ma ci si rialza, uno sport in cui si gareggia da soli, ma ci si allena con gli amici, uno sport in cui si perde e si vince, ma sopratutto si cresce, consapevoli di se stessi e delle proprie capacità.

E adesso la consueta rubrica degli appuntamenti.

Per affinare capacità tecniche e mentali sabato 4 e domenica 5 novembre saremo allo stage di Biassono. Domenica 12 novembre seconda edizione "Trofeo della fenice" al Palaverdi di Novara, ingresso libero. Ma ne parleremo la prossima settimana.

Ufficio stampa sangiacomo pattinaggio artistico