In ricordo di Árpád Weisz

Nel 2015 Tuttonovara ricorda, nel giorno anniversario della loro nascita, tutti i calciatori, gli allenatori, i dirigenti e i membri degli staff tecnici del Novara Calcio 1908 che ora sono nell'Azzurro del cielo (aggiornato al 6 febbraio 2015)
16.04.2015 11:30 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: it.wikipedia.org
Árpád Weisz
Árpád Weisz

Il 16 aprile 1896 nacque a Solt, in Ungheria, Árpád Weisz (a volte italianizzato in Arpad Veisz), che morì il 31 gennaio 1944 ad Auschwitz, in Polonia, all'età di 47 anni.

Weisz giocò a calcio dal 1922 al 1926. Fu poi allenatore di calcio (dal 1926 al 1940). 

Tuttonovara gli rivolge un caro e commosso ricordo.

 

« Fatto sta che di Weisz, a sessant'anni dalla morte, si era perduta ogni traccia. Eppure aveva vinto più di tutti nella sua epoca, un'epoca gloriosa del pallone, aveva conquistato scudetti e coppe. Ben più di tecnici tanto acclamati oggi. [...] Sarebbe immaginabile che qualcuno di loro scomparisse di colpo ? A lui è successo. »
(Matteo Marani, Dallo scudetto ad Auschwitz.)

 

Dati biografici

Dopo una breve carriera calcistica nel campionato italiano negli anni venti iniziò una brillante carriera di allenatore vincendo uno scudetto con l'Inter ad appena trentaquattro anni ed altri due con il Bologna. In quanto ebreo fu vittima delle leggi razziali e deportato ad Auschwitz dove fu ucciso nelle camere a gas assieme a tutta la sua famiglia.

 

Carriera

Giocatore

Figlio di ebrei ungheresi, Weisz fu giocatore di discreto livello: giocò per la propria nazionale, convocato anche per il torneo olimpico del 1924 di Parigi, ma in quest'occasione non venne mai schierato nelle due partite disputate dai magiari. Visse la sua carriera da calciatore semiprofessionista tra Ungheria, Cecoslovacchia, Italia e Uruguay.

Allenatore

Come allenatore, dopo un periodo di apprendistato in Sudamerica e all'Alessandria, raggiunse la fama con la vittoria del titolo italiano alla guida dell'Inter (allora chiamata Ambrosiana) nella stagione 1929-30, la prima disputata a girone unico.Lo scudetto vinto con la squadra milanese fece di Weisz, allora trentaquattrenne, il più giovane allenatore a laurearsi campione d'Italia, record tuttora imbattuto. Nel periodo di permanenza a Milano fu inoltre lo scopritore di Giuseppe Meazza.

Nel 1930 fu coautore con Aldo Molinari del manuale lI giuoco del calcio, testo all'avanguardia rispetto ai dettami "inglesi" del tempo e divenuto abbastanza famoso.

Negli anni successivi allenò il Novara, con cui ottenne il secondo posto nel girone A di Serie B a tre punti di distacco dalla capolista, e il Bari, che guidò alla salvezza nel campionato di Serie A della stagione 1931-32, grazie anche ad uno spareggio vinto con il Brescia. 

Nel 1935 passò al Bologna, squadra con la quale conquistò i campionati 1935-36 e 1936-37. Con i rossoblu nel 1937 vinse a Parigi anche il Torneo dell'Esposizione Universale, imponendosi con un secco 4-1 sul Chelsea.

In seguito alla promulgazione delle leggi razziali, istituite nel 1938 dal regime fascista al potere in Italia, Weisz dovette lasciare prima il lavoro e poi il Paese, passando per Bardonecchia e riparando a Parigi con la moglie Elena, nota anche come Ilona Rechnitzer, anche lei ebrea ungherese, e i figli Roberto e Clara.

Pochi mesi dopo, la famiglia Weisz si trasferì nel piccolo paese di Dordrecht, nei Paesi Bassi, dove Arpad allenò la squadra locale, il DFC con risultati eccezionali: il primo anno cogliendo un'insperata salvezza ed il secondo guidando la squadra al quinto posto togliendosi la soddisfazione di battere squadre ben più blasonate come Ajax, Feyenoord e Psv Eindhoven.

In seguito all'occupazione tedesca dei Paesi Bassi, i Weisz furono dapprima rinchiusi in campi di lavoro e successivamente deportati nel campo di concentramento di Auschwitz nel 1944 ove vennero uccisi nelle camere a gas subito entrati nel campo di sterminio di Birkenau.

 

Iniziative commemorative

Di fatto dimenticato e caduto nell'oblio per quasi sessant'anni, nel 2007 lo scrittore Matteo Marani pubblica un libro che racconta la sua storia intitolato Arpad Weisz dallo scudetto ad Auschwitz.. Solamente nel gennaio 2009, su iniziativa del Comune di Bologna, è stata posta una targa in sua memoria sotto la torre di Maratona nello Stadio Dall'Ara.

Il 27 gennaio 2012, in occasione della giornata della memoria, è stata posta una targa anche allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano, per ricordare l'allenatore del terzo scudetto nerazzurro.

Il 15 gennaio 2013 gli è stato dedicato il quarto di finale di Coppa Italia tra Inter e Bologna, coi giocatori delle due squadre che sono entrati in campo con una maglietta commemorativa. 

Nel febbraio del 2014 anche il Comune di Bari gli ha reso omaggio, in collaborazione con l'Associazione Nazionale veterani dello sport, intitolandogli una via nella zona dello stadio San Nicola.

Nel mese di ottobre del 2013 è stata fissata una targa commemorativa allo Stadio Silvio Piola di Novara.

Il 26 gennaio 2015 è andato in onda su Rai 2 "Arpad Weisz dallo scudetto ad Auschwitz", uno speciale condotto da Ubaldo Pantani in occasione della giornata della memoria.

 

Ecco in sintesi la carriera di Árpád Weisz. Nell'ordine sono indicate la/e stagione/i, la squadra di club (con → sono segnati i prestiti), il numero di presenze in campionato e, tra parentesi, il numero di gol segnati:

Giocatore

Squadre di club

1922-23 - Törekves - ? (?)
1923-24 - Maccabi Brno - ? (?)
1924-25 - Padova - 6 (1)
1925-26 - Inter - 11 (3)

Nazionale

1923-24 - Ungheria - 7 (0)

Allenatore

1926 - Alessandria (vice)
1926-28 - Inter
1929-31 - Ambrosiana
1931-32 - Bari
1932-34 - Ambrosiana-Inter
1934-35 - Novara
1935-38 - Bologna
1938-40 - Dordrecht

 

Palmarès

Allenatore

Competizioni nazionali

Campionato italiano: 3   (Ambrosiana: 1929-30, Bologna: 1935-36, 1936-37)

Competizioni internazionali

Torneo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi 1937: 1   (Bologna: 1937)