INTERVISTA TC - AlbinoLeffe, Gavazzi: "Mi alleno con 50 sirene al giorno"

17.03.2020 13:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Fabio Gavazzi
Fabio Gavazzi
© foto di foto novaracalcio.com

Allenarsi a due passi dal centro del mondo. Fabio Gavazzi, capitano dell'AlbinoLeffe, abita a due chilometri dall'Ospedale di Bergamo, il punto più delicato, al momento, nella lotta al Coronavirus. 

TuttoC.com ha intervistato l'esperto difensore seriano.

- La situazione in tutta Italia è particolare. Ma la tua lo è ancor di più...

"Vivo a Lallio, un comune a due chilometri dal "Papa Giovanni XXIII". Qui c'è la fila di ambulanze, senti le sirene a tutte le ore, notti comprese. Gran parte delle ambulanze che va in ospedale passa da qui: al giorno ne sento una cinquantina. Vediamo quest'assurda situazione dal vivo, non c'è bisogno di accendere la televisione".

- Difficile allenarsi in un contesto del genere.

"Confesso che, in questo momento, il calcio è al secondo posto nei miei pensieri. Prima pensi alla salute della tua famiglia e di chi ti sta intorno. Il nostro medico sociale è un anestesista della terapia intensiva proprio nell'ospedale di Bergamo. Non era presente agli ultimi allenamenti perché era già in allerta in ospedale. L'ho sentito in questi giorni e mi ha parlato di una situazione alquanto drammatica".

- A proposito di allenamenti, era impossibile continuare.

"Sono stati giorni molto particolari, inconsciamente evitavi di andare in palestra, evitavi le persone. Una situazione mai vissuta. Le ultime sedute erano molto cupe, si avvertiva la preoccupazione di tutti. Non si poteva andare avanti".

- Come riesci ad allenarti in queste condizioni ?

"Sono un professionista, devo fare al meglio quello che posso fare. Il club ha fornito a ognuno di noi un programma personalizzato che stiamo seguendo con grande meticolosità. A livello pratico ho la fortuna di avere un giardino spazioso: lì faccio i cambi di direzione. In casa invece ho una palestra improvvisata, anche grazie ai pesi che mi son portato dietro dal centro sportivo. E alle spalle della mia abitazione ci sono dei campi nei quali vado, in solitaria, per le corse lunghe. Il team mi ha fornito un programma personalizzato: ci si arrangia come può". 
 
- E a livello mentale ?

"Non è facile mantenere l'intensità che avevi al campo. Per fortuna ho una famiglia eccezionale che mi rende la quotidianità tranquilla. Tutti insieme riusciamo a scrollarci di dosso un po' di paure. Inoltre sapere che tutti i miei familiari stanno bene mi fa stare tranquillo. Io vivo con mio figlio e la mia compagna, a 100 metri ho i miei genitori e in paese ho altri tre fratelli. Siamo tutti ben tappati in casa ma ci facciamo forza, a distanza, l'uno con l'altro".

- Da capitano, come va con la squadra ?

"Molto bene, compatibilmente con la situazione. Siamo un gruppo di ragazzi, tentiamo di sdrammatizzare un po' quando ci sentiamo tra di noi. Ti informi se qualcuno ha avuto l'influenza, ti confronti sulle ultime notizie, chiacchieri un po'. Poi la situazione è diversa da giocatore a giocatore: alcuni dei nostri giovani vivono insieme, qualcuno è a 500 chilometri dalla famiglia. Lo ha imposto la società ed è giusto così: è stato un atto d'amore da parte di tutti, era impossibile pensare di andarsene in giro in una situazione del genere, rischiando di creare problemi alla salute altrui".

- Da giocatore esperto e con tanti ex compagni sparsi in giro per l'Italia, cosa si percepisce a livello nazionale ?

"Mi sento spesso con alcuni di loro. Dieci giorni fa nessuno aveva addosso la paura che avevo io e che avevano i bergamaschi. Loro sentivano la mia preoccupazione ma non riuscivano a comprenderla. Adesso la situazione è cambiata: c'è paura per il Coronavirus non tanto perché lo si sta vivendo ma per i giusti provvedimenti che ha preso lo Stato. Tutti, soprattutto a Sud, hanno capito che la faccenda è veramente grave".

- A livello economico, c'è la paura che qualche club di Lega Pro non riesca a iscriversi ?

"C'è la speranza che l'Italia si risollevi. A partire dalle piccole e medie imprese, continuando poi col calcio che si appoggia ovviamente agli imprenditori italiani. Spero che tutti i lavoratori vengano aiutati dallo Stato".

- Chiudiamo con il futuro. Si riuscirà a concludere questa stagione ?

"Lo spero, mi auguro di poter rientrare in campo a breve, ovviamente in condizione di sicurezza, per poter concludere il campionato. Anche perché siamo vicini alla salvezza e in zona playoff".
 
- Quale sarà la prima cosa quando finirà tutto questo ?

"Ne farò due: una bella partita con i compagni e una cena con la mia compagna".

Sebastian Donzella

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