Gavazzi è tornato da avversario a Novarello: “Il ricordo più bello ? La promozione in serie B”

Il capitano dell’Albinoleffe ha ritrovato i suoi ex compagni nell’amichevole di sabato pomeriggio
15.01.2018 16:00 di Roberto Krengli Twitter:    vedi letture
Fonte: lastampa.it
Fabio Gavazzi
Fabio Gavazzi
© foto di LA PRESSE

Aveva lasciato Novara da imbattuto. Fabio Gavazzi, capitano dell’Albinoleffe, è stato avversario degli azzurri nell’amichevole di sabato a Novarello. Tre anni fa, proprio in questo periodo, il difensore passava dal Renate al club di Massimo De Salvo per contribuire alla risalita dalla Lega pro in Serie B. Missione compiuta e bilancio personale da record: 11 vittorie, 5 pareggi e nessuna sconfitta. Dopo la promozione, nell’estate del 2015 andò al Mantova. 

- Gavazzi, sapeva del primato ?  

«Certo (ride, ndr). Ma credo sia solo un caso. Anzi, di sicuro lo è… La squadra era fortissima e ricordo che in quei cinque mesi ci aveva battuto solo il Como. Però quella sera non ero in campo per squalifica». 

- Un’esperienza breve ma intensa, la sua. Qual è l’immagine che le rimarrà indelebile ?  

«Facile: il giorno della promozione con la vittoria a Lumezzane. Quella partita non la dimenticherò mai e anche il ritorno a Novara, con la festa in piazza, era stato uno spettacolo». 

- Ad aprile la squadra dovette anche assorbire gli 8 punti di penalizzazione…  

«Quel giorno eravamo al Piola ad allenarci quando arrivò la sentenza. Nello spogliatoio c’era un silenzio tombale. Eravamo quasi disperati, poi presero la parola mister Toscano e il capitano Evacuo: rincuorarono tutti, chiesero di stare calmi e di pensare a giocare. In quel momento stringemmo i denti e alzammo la testa. Poi la penalizzazione venne ridotta a 3 punti e superammo il Bassano». 

- Alcuni dei suoi compagni rimasero in B, altri no. Lei si aspettava di restare ?  

«Sì, ne ero convinto. Sentivo di essermi meritato un’occasione sul campo e anche con la società sembrava tutto fatto. Poi arrivò in panchina Marco Baroni, cambiarono un po’ i programmi e forse anch’io pagai qualche scelta non impeccabile. La mia al Novara resta comunque un’esperienza bellissima»

- Tra gli azzurri di allora, chi immaginava di rivedere in B ?  

«Uno è Simone Corazza, penalizzato dagli infortuni, che con la Serie C non c’entra nulla. L’altro è Andrea Tozzo, il nostro portiere. Ma sono ancora giovani e avranno tempo». 

- Nel 2016 lei è tornato all’Albinoleffe, la squadra con cui aveva iniziato a giocare da piccolo. Con quali obiettivi ?  

«Quest’anno speriamo solo di fare bene, senza sbilanciarci sulla posizione da raggiungere. Per me è un orgoglio essere di nuovo qui: il club ha un’organizzazione superiore rispetto alla media in C ed è al lavoro per un progetto a lungo termine». 

- Giorgio Chiellini sostiene che ormai i difensori “impostano e non marcano”. Che ne pensa ?  

«Ha ragione. Con il Barcellona di Guardiola è cambiato un po’ il calcio: si chiede ai centrali di giocare sempre la palla e a volte lo si fa anche con il portiere. Se però c’è da prendere un cartellino, diciamo che io non mi tiro indietro. Però sto migliorando anche con i piedi grazie agli insegnamenti del tecnico Massimiliano Alvini».